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  • Chievo, Bentivoglio:|'Mi assumo le mie colpe'

    Chievo, Bentivoglio:|'Mi assumo le mie colpe'

    Non scappa, non è da lui. Il coraggio non gli manca e già questo è un bel segno. Vuol dire personalità, orgoglio, passione. Vuol dire che se oggi tira aria di burrasca, domani, magari, tornerà a splendere il sole. Simone Bentivoglio non cerca alibi, non critica i fischi, li prende tutti e riparte da lì per riscrivere una storia che adesso non è quella che aveva immaginato. Ma ha il tempo, lo spazio, il coraggio, le qualità (e l'età, dite niente l'età?) per vincere questa intrigante scommessa.

    Quante volte, nel calcio e non solo, i fischi all'improvviso, son diventati applausi?

    "E' quello che vorrei, è quello che sogno. E' il motivo per il quale sto lavorando duro per vincere questa sfida. Non scappo davanti alle mie responsabilità. Sono il primo a sapere che qualcosa non va come dovrebbe e che dovrei dare di più".


    Perchè non succede?
    "Non lo so, adesso va così e non sempre c'è una spiegazione a quello che succede. Di sicuro, io sono in pace con la mia coscienza, perchè sto dando tutto quello che ho, anche se adesso, magari, non è ancora sufficiente".


    Partiamo da lontano, il Chievo intanto sta bene...

    "Sì, questa è la cosa più importante. Perchè anche la tua situazione personale passa in secondo piano, davanti alle ragioni del gruppo. I risultati ci dicono che siamo partiti bene, meglio fuori casa che in casa, ma questo è uno degli aspetti da migliorare. Lo sappiamo, lo faremo".


    Il motivo?
    "Mah, forse per caratteristiche nostre, forse perchè un po' tutti, mi sembra, in casa fanno un po' più di fatica. Fuori casa, devi rompere e ripartire e avendo uno bravo come Sergio ad attaccare gli spazi, probabilmente è più facile. In casa, se devi sortuire, ti tocca "fare la partita", è un po' più complicato. Ma già col Cagliari, certe cose ci sono venute meglio".

    Detto questo...
    "Detto questo, il discorso torna al sottoscritto. Io non mi rimprovero niente sul piano dell'impegno, del sacrificio, della partecipazione. Ci sono, lavoro seriamente, faccio tutto per dare il massimo, purtroppo non sempre mi riesce. E mi dispiace, per me stesso, per la gente, la società, per il mister, i compagni".


    Quest'anno tutti han sempre detto "massima fiducia a Bentivoglio"...
    "Lo so, l'ho sentita, l'avverto ed è anche questo un motivo che mi stimola a dare il massimo. Però, non vorrei neppure si equivocasse su quello che succedeva l'anno scorso. Ho sempre rispettato le scelte, perchè è giusto che un allenatore abbia le proprie idee e cerchi di portarle avanti. Punto".

    Prima considerazione: puoi essere condizionato proprio da quei fischi che senti? Dal sapere che una parte del pubblico è critica verso di te?
    "Vuoi la verità? I fischi non fanno mai piacere, ma la gente paga il biglietto ed è giusto che esprima quello che sente. No, non penso che questo mi condizioni, quando sei in campo pensi a giocare, non a quello che dice la gente. Anzi, se devo essere sincero, credo che questi fischi rappresentino uno stimolo forte a dare ancora di più. Vorrei farli diventare presto degli applausi".


    Le critiche a volte fanno male...

    "A volte fanno anche bene. Te l'ho detto, io sono il primo a pretendere molto da me, a sapere cosa posso dare e a rendermi conto di non averlo ancora dato. Io credo che ognuno di noi sappia benissimo se ha giocato bene o male, prima ancora del giudizio del pubblico. A volte anche questo ti serve a crescere, a migliorare".


    Altra osservazione: e se Bentivoglio non fosse adatto per fare il trequartista?
    "Io penso che il ruolo non incida più di tanto, se è questo che vuoi dire. Non credo che stare trenta metri più avanti o trenta metri più indietro possa spiegare le mie prestazioni. Magari non ho certe caratteristiche del trequartista, che so, il lancio smarcante, il dribbling, il cambio di passo, ma in mezzo al campo ho giocato in tutti i ruoli, penso di potermela cavare comunque".

    E allora?
    "E allora tocca a me, adesso. Come mi sento? Sereno, perchè credo in me stesso e so di avere la possibilità di vincere questa partita. Il Chievo crede in me e mi ha tenuto per questo. Io son rimasto per dimostrare che è stata una scelta giusta. Per tutti e due. E non ho certo cambiato idea".


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