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  • Chievo, Marcolini:| 'Cuore e qualità'

    Chievo, Marcolini:| 'Cuore e qualità'

    Il futuro è adesso. Il Chievo cambia, si ringiovanisce, prepara il progetto che verrà. Giusto, saggio, comprensibile.
    Michele Marcolini rappresenta ideale filo conduttore tra ricordi di ieri e ambizioni di domani. Pedina importante di una società che ha trovato uomini veri pronti al sacrificio per il Chievo. Incondizionatamente.
    Marcolini, lei c'è sempre?
    «Passano gli anni, ma in campo cerchiamo di nascondere gli scherzi del tempo. A volte ci riesce anche bene. Alla base c'è tanto entusiasmo, e la voglia di continuare ad essere utili alla causa».

    Cambia qualcosa quest'anno?
    «Spero cambi poco. A parte un anno maledetto, quello della retrocessione, sono arrivate solo soddisfazioni. Siamo passati attraverso tante sofferenze. Ma questo è un gruppo abituato a combattere. Personalmente: ho giocato con continuità e penso di avere dato anche qualità. Naturalmente, sono qui per ripetermi».
    Gli arrivi di Constant, Guana e Fernandes in mediana fanno parte del progetto futuro del Chievo. Per lei aumenta la concorrenza...
    «È giusto che numericamente la rosa sia abbondante, e c'è bisogno di tutti. La concorrenza fa bene. A me basta avere dalla mia parte la salute. Se lavoro bene, in campo posso ancora dare tutto».
    Da Di Carlo a Pioli. I suoi primi appunti di viaggio che cosa le suggeriscono?
    «A livello di struttura di squadra è cambiato poco. Forse il trequartista quest'anno è più di qualità che di corsa rispetto al passato. Per il resto il mister ha cercato di lavorare sul possesso palla, sulla gestione insistita della manovra, mentre con Di Carlo cercavamo di più il contrattacco veloce».
    Nello speciale campionato delle squadre destinate alla salvezza, se la sente di mettere il Chievo davanti a tutte le altre?
    «Di sicuro a livello qualitativo la nostra rosa è molto buona. Ma se mi guardo intorno la concorrenza non manca. E sulla carta è difficile fare pronostici. Faccio un esempio: l'Atalanta l'anno scorso era squadra di grande qualità. Mai avrei pensato ad una possibile retrocessione. E invece è toccato proprio a loro».
    E allora?
    «E allora bisogna essere contenti di come ha lavorato la nostra società, ma consapevoli allo stesso tempo che abbassare la guardia potrebbe risultare molto pericoloso. E quando ti trovi a rincorrere, poi è difficile recuperare».
    Chi l'ha impressionata?
    «Il Catania è squadra costruita con grande equilibrio tra qualità e quantità. Per questo anche la nostra vittoria contro di loro ha un grande valore. Anche loro hanno cambiato poco, e la continuità di un progetto spesso di aiuta a fare importanti passi in avanti. E poi mi ha impressionato il primo tempo giocato dal Cesena a Roma, e la capacità del Bologna di arginare l'Inter».
    Lettera aperta a Prandelli: se la sente di sostenere la causa di Sorrentino e magari di Mantovani, per spingerli verso una convocazione in Nazionale?
    «Prandelli non ha certo bisogno dei miei consigli. Certo, la nostra speranza è quella di vedere qualche nostro compagno in Nazionale. Penso che il cittì sia a conoscenza del valore dei nostri giocatori. E anche qui al Chievo c'è chi merita sicuramente una chance. Spero che Stefano con grandi prestazioni possa meritare finalmente l'azzurro».
    Ci stavamo dimenticando del Genoa.
    «Il Genoa si è mossa molto bene sul mercato. Tra le squadre di seconda fasce penso sia la più accreditata ad ottenere un posto in Champions, o comunque lottare fino alla fine per dare fastidio alle più grandi. Quando gioca in casa diventa ancora più forte. E credo possa davvero essere considerata una delle più belle realtà di quest'anno»


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