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  • Chievo, Sardo:|'Possiamo vincere ovunque'
Chievo, Sardo:|'Possiamo vincere ovunque'

Chievo, Sardo:|'Possiamo vincere ovunque'

Se qualcuno pensava che l'improvvisa impennata primaverile, oltre a scaldare l'aria, avesse anche frollato i muscoli e intorpidito i riflessi, è bene che cambi opinione. Almeno guardando in casa Chievo. Almeno ad ascoltare le rassicurazioni di Gennaro Sardo, appena rientrato in gioco, giusto giusto per partecipare alla volata finale  Il terzino napoletano non avrà ancora il tono muscolare perfetto o - come si dice - il ritmo partita migliore, però le idee sono chiarissime.  E i propositi altrettanto trasparenti: «Se  siamo consapevoli della nostra forza», avvisa dai campi di  Peschiera, «possiamo andare in qualsiasi campo a fare risultato. A cominciare da Siena. Siamo sempre padroni del nostro destino, prepararemo la gara per vincerla e so che abbiamo tutte le carte in regola per farcela». AL FRANCHI PER VINCERE. Cancellate dunque la parentesi un tantino soporifera di Chievo-Catania e preparatevi ai sussulti del Franchi, dove l'atmosfera sarà meno serena vista la fame di punti dei bianconeri. «Ora affrontiamo Siena e Genoa - che assieme al Palermo sta un po' rallentando dandoci anche una mano - e, ripeto, siamo padroni del nostro destino. Andiamo là per vincere, che è quello che cerchiamo sempre di fare, e per imporre il nostro gioco. Siamo consapevoli di poter fare risultato». Parole di routine? «Io ci credo», ribadisce Sardo, «ma sono sicuro che anche il resto della squadra ci crede. E mister Corini è il primo che ci crede, è lui che ci dà la mentalità giusta per andare anche in Toscana a giocarci la partita». MERITI E SFORTUNA. Questione di consapevolezza, insomma. Ereditata dal motivatore di Bagnolo Mella: «Lui ha ragione», ribadisce Sardo. «Se crediamo nella nostra forza possiamo davvero andare ovunque a fare risultato. L'abbiamo anche dimostrato, pure in periodi non felici. Come nella fase del punto in cinque partite». Perché «a Firenze non meritavamo di perdere come non lo meritavamo a Genova con la Sampdoria. Ma abbiamo dimostrato di poter battere il Napoli in casa, per esempio».  E allora «dobbiamo preparare le gare che ci restano nel migliore dei modi e andare a vincere già domenica a Siena». Siena che pure ci crede. È obbligato a farlo se ancora vuole sperare nella permanenza in Serie A: «Sicuramente loro viaggiano sulle ali dell'entusiasmo, si sono tolti dalla zona calda e sappiamo che domenica al Franchi troveremo un ambiente abbastanza caldo. Ma la cosa non ci deve preoccupare perché se andiamo lì con la mentalità vincente possiamo fare benissimo». GUARDARE AVANTI. Non ingannino quindi neppure i precedenti freschi: «Un punto in tre partite? Non bisogna pensare al passato», ribatte l'esterno gialloblù. «Piuttosto pensare che affrontare il Chievo è sempre difficile per tutti». Quanto all'attacco, non propriamente esplosivo (un gol negli ultimi 270'), «le occasioni ci sono state», dichiara lui. «Magari non sono state sfruttate. Ma bisogna dire che l'attaccante vive di periodi. Lo stesso Paloschi aveva fatto cinque, sei gol in poche settimane e adesso vive una fase di calo. Però gioca Pellissier che era da un po' che partiva dalla panchina e fa bene. Bravo il mister che cerca sempre di far giocare chi merita. Comunque», chiarisce, «se lo spirito resterà questo anche i gol prima o poi arriveranno». LA CHIAVE TATTICA. Potrebbe agevolare l'aspetto tattico: col Siena costretto ad attaccare i gialloblù potrebbero ritrovarsi spazi interessanti per esaltare le ripartenze, spazi preclusi domenica scorsa: «Il Catania ci aspettava molto nella sua tre quarti e a Siena si vedrà una partita diversa. Per loro è quasi un'ultima spiaggia anche alla luce del calendario che gli resta poi. E la cosa in effetti potrebbe anche agevolarci perché abbiamo giocatori in attacco veloci a ripartire». Più o meno come Innocent Emeghara, il folletto di Iachini, sette gol in tre mesi e una bella spinta alla macchina bianconera: «Ha sorpreso tutti», ammette Sardo. «Il classico jolly di mercato. Lui sta facendo bene, è chiaro, ma loro ne hanno anche altri - Vergassola in testa - che ci devono preoccupare. Caratteristiche? A me Emeghara ricorda molto Asprilla: bel passo, vero rapinatore d'area. I numeri del resto parlano per lui, bisognerà stare molto attenti». NIENTE BOLLICINE. Il traguardo resta alla portata, vincere equivarrebbe a tagliare quota 39 lasciando il nemico lontanissimo. Praticamente salvezza. Che qualcuno non pensi di portarsi lo champagne in pullman? «Finché non c'è la matematica non si stappa», dice Sardo. «E se anche arriverà la matematica il campionato va onorato fino in fondo, cercando sempre di alzare l'obiettivo. Ci saranno comunque altre cinque gare da giocare».

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