A volte ritorna. Il passato. Ma Stefano Pioli sembra non scomporsi più di tanto. L'uomo nuovo di casa Chievo ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza. Attenzione però: lui in campo, quando vestiva le maglie di Juve e Fiorentina, era abituato a difendere. Oggi la sua squadra parte ordinata dietro, ma in testa ha la voglia di affondare, colpire, pungere.

I primi segnali di un rinnovamento annunciato, ma non scontato, sono stati confortanti. Il Chievo ha testa, corsa, idee. Ha chiuso con il passato più recente. 'Giochiamo di più la palla, facciamo maggiore possesso rispetto all'anno scorso, il dna è quello di una squadra che appena prende il pallone pensa ad attaccare'. Questa l'estrema sintesi del pensiero del gruppo gialloblù.

Pioli doveva svoltare pagina dopo l'ottimo lavoro svolto da Mimmo Di Carlo. Uomo che ha difeso una speranza e ha compiuto l'impresa. L'allenatore emiliano, invece, ha messo in campo la sua ricetta. Pescata, tra l'altro, da chef di grande levatura. Ranieri, Bagnoli, Trapattoni. I suoi maestri del passato.

Ora, però, sorge il dubbio. Questo Chievo quanto vale? Salvezza o profumo d'Europa. La sosta servirà a ricaricare le pile per permettere ai veronesi di rivedersi allo specchio e cercare di eliminare le imperfezioni. Pioli, comunque, sembra essere l'uomo giusto finito al posto giusto. Nel momento giusto.