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  • Cinquini: 'Ventura, ecco i suoi segreti'

    Cinquini: 'Ventura, ecco i suoi segreti'

    • Daniele Longo
    Giampiero Ventura e la Nazionale, un matrimonio che si farà. L’attuale allenatore del Torino ha scalato in fretta le posizioni, arrivando in vetta nella classifica di gradimento della Federazione. Una scelta di esperienza, carisma ma anche grande capacità tattica. A raccontare in esclusiva a Calciomercato.com Giampiero Ventura è Oreste Cinquini, ex direttore sportivo di Firoentina, Lazio e Bologna tra le altre. I due hanno condiviso diverse esperienze professionali insieme e hanno una profonda conoscenza da almeno più di quarant’anni.

    Cinquini, secondo lei Ventura è il nome giusto per questa Nazionale?
    Assolutamente sì, sarebbe il logico e giusto coronamento di una carriera. Partire da dove è partito lui, scalare tutte le categorie dando sempre una precisa e netta impronta di gioco, le assicuro che non è da tutti. Non ha avuto una carriera da grande giocatore e quindi si è dovuto costruire tutto, da lontano. E’ un allenatore esperto che ha sempre fatto bene in ogni società in cui è stato.

    Cosa può portare in dote in un momento storico di profondo rinnovamento?
    E’ chiaro che essere allenatore è un conto, mentre fare il c.t è totalmente diverso. Devi essere un selezionatore attento, guardare tante partite durante l’anno per capire quali giocatori chiamare a secondo anche dello stato di forma. Porterà, nel caso si concretizzassero queste voci, un bagaglio umano e di esperienza di notevole spessore.

    Lei ha lavorato spesso a stretto contatto con Ventura: può raccontarci qualche aneddoto particolare che vi lega?
    Io e Giampiero ci conosciamo da tantissimi anni. Già da giovani abbiamo condiviso l’esperienza nelle nazionali giovanili dilettanti e alle Olimpiadi di Montreal del 1976. Devo dirle che sono onorato della sua amicizia, è una persona di una umanità e intelligenza più unica che rara.

    Avete lavorato insieme in varie occasioni, come a Pisa. Dobbiamo aspettarci una Nazionale dal calcio propositivo, magari con gli esterni alti che sono il vero marchio di fabbrica di Ventura?
    Come ho detto prima, qui si tratta di un selezionatore e non di un allenatore. La sua intelligenza lo porterà ad usare la tattica adattata ai suoi giocatori. Di sicuro cercherà in tutti i modi di trovare un’idea di gioco propositiva, lo ha sempre fatto in carriera. Ha sempre modellato la tattica in base al materialo umano.

    Qual è il suo punto di forza rispetto ai tanti nomi illustri che si sono fatti in queste settimane per la Nazionale?
    Lavorare in maniera totale per la squadra, al 100% e in tutte le sua sfaccettature. Nel tempo ha fatto maturare tanti giovani, con lui sono sbocciati tanti talenti.

    C’è un messaggio implicito nell’eventuale scelta dell’attuale tecnico del Torino?
    Dimostra a tutti che chi parte dal basso può raggiungere la vetta. Bisogna credere in quelle che sono le proprie qualità, lavorare sodo che i risultati poi sono lì, inconfutabili.

     

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