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  • Premier che sprechi! Ranking a rischio, servono più Paratici e meno sterline

    Premier che sprechi! Ranking a rischio, servono più Paratici e meno sterline

    • Emanuele Tramacere
    Il miglior campionato al mondo, quello da cui prendere esempio, quello citato modello vincente è da tempo la Premier League. Eppure negli ultimi anni il campionato inglese sta vivendo un periodo di crisi importante dal punto di vista dei risultati sportivi dei suoi top club. Non sono sufficienti i contratti di sponsorizzazione più ricchi al mondo di Manchester United e Chelsea, non basta la costruzione di stadi all'avanguardia come quelli di Arsenal e prossimamente Tottenham e West Ham. Non servono neanche i milioni investiti da proprietà straniere come quelli spesi dal Manchester City

    IL RANKING UEFA - Se la favola del Leicester può rappresentare una clamorosa debàcle per i top club nella lotta per il titolo nazionale, anche oltre i confini britannici la Premier League fatica a sorridere. La Premier è il campionato che negli ultimi 5 anni ha portato più squadre nelle competizioni europee (8 ogni anno) sfruttando il "bonus fair play" concesso annualmente dalla Uefa. Eppure la Premier League è precipitata nel ranking Uefa dal primo al terzo posto (in favore dell'irraggiungibile Liga e della Bundesliga). Un terzo posto messo a rischio dal riavvicinamento della Serie A che, nella prossima stagione, aprirà i battenti con solo 1,9 punti di distanza dalla Premier League nonostante l'ultima stagione abbia sorriso alle formazioni inglesi grazie alle prestazioni di Liverpool e Manchester City.

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    PIU' PARATICI, MENO STERLINE - Con una dote economica così importante, ciò che sembra mancare maggiormente ai club inglesi è un'importante capacità di programmazione. Non è un caso che in Premier League fatichi ad emergere il ruolo del Direttore Sportivo. Come spesso accade, infatti, gli osservatori si rivolgono direttamente ai manager in carica che, individuato un giocatore importante, presentano proposte fuori mercato per annullare la concorrenza. Non esiste in Premier League un dirigente "alla Paratici", il direttore sportivo della Juventus che, insieme al dg Beppe Marotta ,ha saputo costruire una Juve vincente e competitiva anche in Europa (ne è la prova la finale di Champions raggiunta la scorsa stagione) sfruttando un budget di mercato non illimitato. Una dirigenza in grado di rendere la Juventus una sorta di grande hub italiano, un punto di riferimento e snodo per molte società. Una dirigenza che studia il mercato alla ricerca di grandi occasioni e rapida nel coglierle (come Llorente, Khedira, Vidal, Dybala, Morata). Una dirigenza attiva a cui non sono indispensbili, ma farebbero comodo, le grandi quantità di sterline sprecate in Premier League. Sperando che in Inghilterra non si accorgano presto che il modello Juve può portare grandi risultati, riconquistare il quarto posto in Champions League per le realtà italiane non è più un'utopia così lontana.

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