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  • CM SHOW. Mondo Marcio: 'Tifosi italiani sempre più pigri'

    CM SHOW. Mondo Marcio: 'Tifosi italiani sempre più pigri'

    • Germano D'Ambrosio

    Se quando senti parlare di Mondo Marcio ti viene in mente il pianeta del calcio, non è certo perché al popolare rapper milanese - al secolo Gian Marco Marcello - piaccia dilettarsi con il pallone tra i piedi. E lo stesso titolo del suo nuovo album, 'Cose dell'altro mondo' (in uscita il prossimo 2 ottobre), ben si addice al periodo che sta vivendo questo sport, specie in Italia. In attesa dei primi passaggi radiofonici del singolo 'Senza cuore', Mondo Marcio - divenuto celeberrimo ai più nel 2006, per il suo brano 'Dentro alla scatola' - si è concesso ai microfoni di Calciomercato.com.

    Vivi a Milano, dove il Comune recentemente ha vietato di... vietare i giochi nei cortili e nei giardini condominiali: i ragazzi possono dunque tirare calci al pallone sotto casa senza che nessuno censuri il loro divertimento. Ma le nuovissime generazioni, secondo te, provano ancora gusto a sudare dietro a una sfera di cuoio, o invece preferiscono magari una partita alla playstation?

    'Posso garantire che, per fortuna, ci provano ancora gusto, eccome. I ragazzini che abitano sotto casa mia giocano regolarmente, e regolarmente mi fanno due palle così, appunto, tra rigori e punizioni!'.

    Il gioco di parole è doveroso: il mondo del calcio è troppo marcio anche per Mondo Marcio?
    'Il calcio è uno sport che osservo con rispetto, anche se non sono un intenditore'

    E da dove si può incominciare, secondo te, per sanare il marcio?
    'Senza dubbio dalla diminuzione degli stipendi dei calciatori. E' assurdo e inaccettabile che in un momento in cui una famiglia su due in Italia fatica ad arrivare a fine mese, dei giocatori e dei manager si contendano il milione di euro in più o in meno. Meritano stipendi alti sicuramente, ma così è una presa per i fondelli verso chi si spezza la schiena fino a 70 anni, quando va bene, per avere una pensione'.

    In molti si lamentano per un calcio diventato sempre più 'da salotto', a uso e consumo delle televisioni, che sfavorisce la partecipazione diretta...

    'Non parlo da esperto del settore, ma penso che nonostante le lamentele in fondo sia proprio questo che vuole la maggior parte della gente. Siamo sempre più pigri, e vogliamo faticare sempre meno. Anche per le nostre passioni'.

    Non credi d'altra parte che la tensione crescente nel Paese, da parte di chi vive un forte disagio socio-economico, possa rischiare ben presto di trovare sfogo proprio negli stadi?
    'E' già così. Molti vedono in questo bellissimo sport una via di fuga dalla miseria quotidiana. Il calcio è parte della nostra cultura da tanti anni, e per questo è da celebrare e onorare, in quanto fa parte del nostro Paese, ma deve rimanere semplicemente una disciplina sportiva, come ce ne sono altre. Confondere la passione per uno sport con una fede per la quale si è disposti quasi ad ammazzare potrebbe essere uno sbaglio'.


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