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  • CM SHOW. Piotta: 'Tifo Roma da sempre. Zeman, che emozione!'
CM SHOW. Piotta: 'Tifo Roma da sempre. Zeman, che emozione!'

CM SHOW. Piotta: 'Tifo Roma da sempre. Zeman, che emozione!'

  • Germano D'Ambrosio

La piotta, in romanesco, è la vecchia moneta da cento lire. Nessun dubbio, del resto, sulla fedeltà allo spirito della Città Eterna da parte di Tommaso Zanello in arte Piotta, artista poliedrico che definire semplicemente rapper sarebbe riduttivo ('cantante di movimento' la sua definizione). Calciomercato.com lo ha intervistato in esclusiva tra una data e l'altra del tour di presentazione del suo nuovo album 'Odio gli indifferenti', il settimo lavoro in studio: brani di impegno sociale e culturale in salsa crossover. Suoni del presente e del futuro, eppure Piotta è un tifoso romanista vecchia maniera...

Tommaso, perché hai scelto proprio la Roma?

'L'amore per i giallorossi nasce da lontano, da quando ero bambino. Sergio, uno dei migliori amici di famiglia, era un accanito tifoso della Roma e a me piaceva così tanto l'idea di andare allo stadio che a 7 anni mi portò con sé e con Cristian, suo figlio e mio migliore amico, per vedere una partita di Coppa Uefa. Giocavamo contro con una squadra russa ed io ero emozionatissimo: durante gli allenamenti alla scuola calcio, con i pulcini dello Spes Montesacro, quella settimana non si era parlato d'altro. Ricordo il vecchio Stadio Olimpico anni '80, il campo da gioco, la tribuna Tevere e quell'uomo che mi faceva troppo ridere perché forsennatamente urlava a ripetizione caffè Borghetti, caffè Borghetti. Rigiocai poi quella partita centinaia di volte, emulandola con mio fratello al Subbuteo. Per quanto riguarda il presente, devo ammettere che sono un tifoso un po' pigro: oramai le partite le guardo più da casa che dal vivo, commentandole in diretta sui social network'.

Quali sono i giocatori del presente e del passato in cui ti identifichi maggiormente?

'Del passato sicuramente Agostino Di Bartolomei, per il suo stile dentro e fuori dal campo. Per la sua potenza nel calcio dagli undici metri, e purtroppo anche per quel finale tragico che negli anni mi ha aperto gli occhi sul lato umano e sulla vulnerabilità dei calciatori, che da piccolo ti sembrano davvero dei supereroi ma che poi crescendo scopri avere pregi e difetti, forza e debolezze delle persone comuni, di tutti noi. Per questo stesso motivo ho sempre evitato di frequentare calciatori: mi piace vivermeli così, nei loro 90 minuti da eroi. I 90 minuti che un allenatore della scuola calcio riassumerebbe nei seguenti concetti: sudore, passione, agonismo e rispetto per l'avversario. Comunque di capitano in capitano non posso non nominare Francesco Totti, e confermare la bella impressione che ho avuto nel conoscerlo: davvero una bandiera!'.

C'è chi accusa la nuova Roma di Di Benedetto e soci di aver messo troppo da parte quel certo senso di romanità, rispetto alle precedenti gestioni...

'Come dicevo prima il mondo cambia, e quello del calcio non è da meno. La globalizzazione rischia di far perdere le tracce del posto da cui veniamo. Ed è sbagliato. E poi Roma non è un posto: è la Capitale, la culla della storia, è una città che pur tra mille cambiamenti ha sempre quel fascino e quella magia che riscopri in un tramonto d'estate. Per questo prima ho detto di Totti e per questo vorrei che la romanità non fosse mai messa da parte. Per romanità intendo quella migliore: intelligente, sarcastica, solare, solidale e sempre pronta a rimboccarsi le maniche, al di là delle becere e discutibili battute di quel partito che ha mostrato lo squallore del suo lato oscuro, così come ho cantato nel mio ultimo album'.

Anche tu in sollucchero, comunque, per il ritorno di Zeman in panchina?

'Beh, mi suscita più di un'emozione, certamente. Zeman è un'antagonista in un mondo calcistico sempre più di plastica. Per certi versi lo sento vicino a me. che canto col cuore e dico quello che penso seguendo sempre il mio percorso al di là delle mode del momento'.

A proposito di cuore... è questo ciò che manca al calcio di oggi?
'In questo momento mancano soprattutto i soldi, e non solo nel calcio. Visti i recenti casi di cronaca, serve poi che torni a indicare la rotta quello spirito che fa dello sport uno degli elementi più importanti nell'educazione dei bambini e dei ragazzi, grazie a quel senso di aggregazione che, specialmente nei quartieri delle periferie metropolitane, aiuta a mantenere armonioso il tessuto sociale, oggigiorno sempre più variegato'.


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