Calciomercato.com

  • Come può il Milan valere più del triplo della Juve?

    Come può il Milan valere più del triplo della Juve?



    Dopo mesi di trattative più o meno sotterranee, con elementi di disturbo veri o artefatti, magari nella speranza (rivelatasi vana) che il buon Pippo Inzaghi riuscisse almeno a raggiungere il preliminare di Europa League, o che il risultato delle amministrative fornisse nuova linfa alle proprie ambizioni politiche e personali (dunque anche sportive) Silvio Berlusconi ha deciso di accettare una resa onorevole, nella convinzione di uomo e tifoso che la grandezza del Milan gli possa sopravvivere.
    E, volendo evitare la fine crepuscolare delle ultime stagioni, ha deciso che un rilancio d'immagine e di risultati sportivi avrebbe creato le condizioni per un tramonto e un'uscita luminosa, che lasciasse negli occhi e nei cuori di tutti gli appassionati i risultati della prima fase della gestione, cancellando l'ultimo triste lustro.
    Ecco dunque, ed è attualità, l'accordo con Mr. Bee, la cessione della "metà meno qualcosa" delle azioni del Milan, la valorizzazione della società intorno al miliardo di euro, i proclami di italianità ma, dietro l'angolo, l'ipotesi di quotazione alla borsa di Hong Kong, il ribaltamento del rapporto di forze (2017? 2018? dopo la vittoria in campionato o, meglio, in una competizione europea?), la presenza che diventerà simbolica prima, onoraria poi, l'uscita definitiva anche per motivi anagrafici.
    Nessuno dei figli del Cav pare avere l'interesse o le capacità per sostituire il patriarca: dunque meglio accettare la realtà e gestirla consapevolmente, piuttosto che subire l'onta della contestazione e, in fondo, anche la sconfitta economica.
    Sportivamente, la squadra ha bisogno di una completa rifondazione e di un progetto di almeno 24 mesi per tornare ai livelli che le competono. Inserimenti di grido ma calcisticamente impalpabili, tipo i casi Beckam e Torres tanto per fare due nomi, non hanno più senso. Acquisti mirati e su calciatori di prospettiva, un ottimo allenatore, stadio di proprietà, un continente sconfinato come l'Asia da "colonizzare" commercialmente (ma a questo penseranno Bee e i suoi...): questi saranno i driver di crescita del nuovo Milan.
    Pronto a tornare alla ribalta, prima di salutare il presidente più longevo e vincente della sua storia.

    Prima di concludere, una notazione strettamente finanziaria. Circa 40 giorni or sono, in un contesto incentrato sulla valorizzazione delle società calcistiche e focalizzato sulla Juventus (a proposito: in bocca al lupo!!) scrivevamo: "Oggi si parla dell’altra squadra meneghina, il Milan, che Silvio Berlusconi starebbe per valorizzare con controparti tailandesi o cinesi. Le voci sono le più disparate. Chi dice di sostanziale uscita del Cav (vendita del 75%), chi parla di mantenimento della maggioranza delle azioni, chi nega addirittura intenzioni di vendita. Certo è che, dalle cifre che ballano, i più prudenti valutano il Milan 800 milioni di euro".
    Ebbene, sottacendo dei tanti soloni scettici su tali valori (il mercato ha uno spirito animale ed è visionario: qualche volta ci prende, altre fallisce, ma chi aspetta di vedere le rondini per dire che è primavera arriva sempre dopo la banda), può giovare ricordare che mentre la Vecchia Signora eliminava il Real Madrid accedendo alla finale di Berlino, stravinceva il campionato e si aggiudicava la coppa Italia, la capitalizzazione in borsa passava da 320 a 300 mln di euro...

    Chi analizza economicamente la vicenda giustifica questa perdita di valore con l'aumento del costo del lavoro dovuto al pagamento dei premi vittoria a tutta la rosa bianconera. Ma se è vero che le indiscrezioni parlano di un Mr Bee disposto a pagare il Milan 1.000 milioni di euro perché pensa, una volta quotato alla borsa di Hong Kong, che il suo valore possa arrivare ben più in alto, gli attuali 300 milioni della Juventus dovrebbero porre dei seri interrogativi agli azionisti che dovrebbero pretendere di più dall'attuale dirigenza, non solo da un punto di vista dei risultati, ma soprattutto di valorizzazione del marchio della Vecchia Signora nel mondo.

    Attilio Rapaci

    Altre Notizie