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  • Italiamania: Conte, Bonaventura era da portare!

    Italiamania: Conte, Bonaventura era da portare!

    • Alessandro Di Gioia
    Disquisire sulle convocazioni da parte del commissario tecnico della Nazionale di calcio, alla vigilia di un grande evento internazionale, è uno degli sport preferiti degli italiani, che provano un piacere quasi maggiore nel giudicare le scelte dell'allenatore piuttosto che nel seguire poi i verdetti del campo: d'altronde, da sempre si dice che nel Belpaese ci sono 58 milioni di allenatori.

    Antonio Conte ha lavorato bene sulla panchina azzurra, questo va detto: l'Italia ha disputato le migliori qualificazioni da parecchi anni a questa parte, Conte ha instillato negli uomini che compongono la rosa un senso di appartenenza e di orgoglio nel vestire la maglia azzurra che mancava da tempo. Per tal motivo, a prescindere da ciò che dicono e scrivono alcuni tromboni che già ne criticano a prescindere l'operato solo perchè alla fine dell'avventura europea si trasferirà ad allenare il Chelsea, nel campionato forse più affascinante al mondo, merita di condurre la squadra nel torneo senza alcun pregiudizio e critica di sorta.

    Ora però veniamo ai punti dolenti, che sono coincisi, purtroppo per il commissario tecnico della nazionale, con la diramazione ufficiale delle convocazioni: lecito attendersi l'esclusione di Rugani, Benassi e Zappacosta, che sicuramente saranno protagonisti nel prossimo ciclo azzurro, gli ultimi due proprio con il loro ex tecnico al Torino, Giampiero Ventura. Su Montolivo aleggia la maledizione infortuni, quando si parla di azzurro, Jorginho paga la maggiore esperienza internazionale di De Rossi e Thiago Motta, mentre non convince assolutamente la scelta di lasciare a casa Jack Bonaventura.

    Non convince per diversi motivi: Bonaventura ha comunque fatto parte del gruppo di Conte, seppur non abbia disputato la fase di qualificazione per un misunderstanding tattico, nonostante un ottimo rendimento in campionato. Già, proprio quel misunderstanding che Conte avrebbe potuto girare a suo favore: il centrocampista del Milan non rientra nei canoni tattici del rigoroso 3-5-2 ( o 4-3-3) dell'ex tecnico della Juve, ma avrebbe potuto aggiungere quello schizzo di fantasia, di imprevedibilità e di tecnica che non avrebbe certamente guastato, in una rosa composta da un po' troppi soldatini, per citare un ormai celebre frase di Antonio Cassano. Unico uomo in grado di consentire il cambio di modulo, unico veramente in grado di giocare tra le linee: il tutto per portare un Immobile che ha clamorosamente pagato una seconda parte di stagione al Torino costellata da infortuni, e una prima parte nella quale, al Siviglia, ha visto il campo con il contagocce.

    E' una scelta che sicuramente non ha convinto, ma sarà il campo a stabilire il verdetto, come avviene da sempre; certo, il numero 10 sulle spalle di Thiago Motta mostra quale sarà il percorso: una squadra solida, brava a difendere e pronta a ripartire per far male. Insomma, i canoni tipici dell'Italia nei tornei nei quali è andata lontana: ed è questo che ci auguriamo, da tifosi, e che auguriamo all'Italia di Conte. Perchè una caduta, come recita una celebre frase rivolta da Eli Wallach a Mario Brega nello storico film di Sergio Leone "Il buono, il brutto e il cattivo", vista la grandezza e l'imponenza della figura del ct, sarebbe parecchio fragorosa.

    @AleDigio89

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