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  • Conte come Guardiola:| E il libero torna di moda

    Conte come Guardiola:| E il libero torna di moda

    • Davide Bernardi

    L'Ajax del 'calcio totale' aveva iniziato a farne a meno. Il Milan di Sacchi lo abolì del tutto. A distanza di piu' di vent'anni, il 'libero' sembra essere tornato di moda!

    A riscoprirlo è stato Pep Guardiola nella stagione 2010/11 quando, costretto dalle defezioni, presentò a Pamplona il suo Barcellona per la gara con l'Osasuna con una difesa a tre, che vedeva Busquets centrale.

    Il nuovo modulo premiò il giovane allenatore catalano, che decise di adottarlo in pianta stabile, tanto da affidarcisi anche al Bernabeu per la semifinale di Champions col Real.

    I principi erano molto semplici: un centrale arretrato dieci metri, in fase di possesso aiutava Xavi nella costruzione dell'azione e indirettamente permetteva alla squadra di attaccare con entrambi i terzini (che diventano quindi 'tuttocampisti').

    Rispetto agli anni '60 però, il gioco è molto piu' veloce e quindi molto piu' rapidi devono essere anche i movimenti di tutta la squadra una volta terminata la fase di possesso.
    In caso di ripartenza infatti il 'nuovo-vecchio' libero deve allinearsi velocemente agli altri due compagni di reparto, così come i due terzini, mentre i tre di centrocampo devono abbassarsi verso i difensori.

    In Italia, seppur già Mazzarri da qualche stagione adotta la difesa a tre per il Napoli, il primo a seguire le orme di Guardiola è stato Antonio Conte.
    Il tecnico leccese la scorsa stagione, quando la sua Juve soffriva di pareggita acuta, abbandonò il 4-3-3 per un 3-5-2 in cui Bonucci al centro dava una mano a Pirlo nell'avvio della manovra.
    Risultato: Juve campione d'Italia.
    Nonostante le defezioni d'inizio stagione l'allenatore bianconero ha continuato ad insistere su questo sistema di gioco, scoprendo centrale difensivo il giovane Luca Marrone, che già in supercoppa col Napoli e nelle prime due di campionato con Parma ed Udinese è stato protagonista di ottime partite.

    Il ritornello è sempre lo stesso: 'Il calcio del futuro sta nel passato' (Manuel Gurruchaga Lavin)


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