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  • Conte innocente capro espiatorio. Bologna e Grosseto: Palazzi demolito

    Conte innocente capro espiatorio. Bologna e Grosseto: Palazzi demolito

    Se la sentenza della Disciplinare sui filoni  cremonese e barese di Scommessopoli era stata una caporetto per la Procura Federale, il verdetto d'appello è stato ancora peggiore. Le risoluzioni  di secondo grado hanno confermato che, così com'è, questa giustizia sportiva non funziona; che il sistema in base al quale è l'incolpato a dover dimostrare la propria innocenza è medievale; che è più facile escano a cena De Laurentiis e Mazzoleni piuttosto che ci sia uniformità di giudizio fra Disciplinare e Corte di Giustizia Federale. Che alcuni membri della Corte di Giustizia Federale, alias dottor Sandulli, dopo avere emesso una sentenza farebbero bene a non sputarne altre nell'etere ("A Conte è andata anche bene", ha dichiarato il summenzionato a Radio Capital) per un'elementare questione di eleganza.   

    I casi più eclatanti che hanno sconfessato il Teorema Palazzi dei pentiti, o dei pentiti di Palazzo che dir si voglia, si chiamano Grosseto, Camilli, Bologna.

    Dalla retrocessione in Prima Divisione per i toscani, dai 5 anni di inibizione per il loro presidente, dai 2 punti di penalizzazione per i rossoblù chiesti dalla Procura Federale si è passati al proscioglimento totale nel caso del Grosseto e del suo massimo dirigente; alla multa per il Bologna che ricorrerà al Tribunale dell'Arbitrato Sportivo (Tnas) per i sei mesi inflitti al suo capitano Portanova. 

    Una sconfessione tanto plateale quanto imbarazzante che diventa ancora più insopportabile per chi l'ha patita se si pensa alla conferma dei proscioglimenti di Bonucci, Pepe, Di Vaio che Palazzi aveva impugnato, chiedendone la condanna.

    Ma il colmo si è raggiunto con il pronunciamento su Antonio Conte, innocente capro espiatorio. Dal 1° agosto quando, improvvidamente, i suoi legali proposero il patteggiamento di 3 mesi più 250 mila euro di multa, subito approvato dalla Procura, l'allenatore deferito per duplice omessa denuncia si è visto: 1) respingere il patteggiamento da parte della Disciplinare ; 2) richiedere da Palazzi una pena quintuplicata; 3) infliggere dalla Disciplinare 10 mesi di squalifica; 4) confermare dalla Corte di Giustizia Federale la stessa sanzione dopo essere stato prosciolto in uno dei due casi contestati, quello relativo alla gara Novara-Siena.

    Tutto questo senza lo straccio di una prova, di un riscontro oggettivo, di un'intercettazione. Nulla di nulla. Soltanto la parola di un pentito, condannato a una pena minima, contro quella del tecnico della Juve, società che non c'entra niente nell'intera vicenda. 

    Diversi giuristi in queste settimane hanno sostenuto che, se Conte fosse stato processato in un'aula di giustizia ordinaria, sarebbe stato assolto per non aver commesso il fatto e gli avrebbero pure porto tante scuse.

    Conte e i suoi avvocati, con il pieno sostegno della Juve,  hanno annunciato il ricorso al Tnas, cioè alla giustizia del Coni.

    Che, forse, riuscirà a spiegare ai tifosi -  juventini e non juventini, poichè il caso del tecnico riguarda tutti i tesserati che avessero la sventura di vivere la stessa, kafkiana esperienza - come mai se un tesserato viene deferito per duplice omessa denuncia e i giudici d'appello stabiliscono che una delle due non esiste, lo stesso tesserato si veda punito anche in secondo grado con la stessa sanzione di dieci mesi.     

    Come mai, se il pentito che ha accusato il tesserato e le cui accuse sono cadute nel primo caso, venga ritenuto credibile nel secondo caso.

    Come mai i ventitrè tesserati che avevano già scagionato Conte in sede istruttoria, smentendo il pentito, non siano stati ritenuti subito credibili quanto il pentito stesso. E perchè  gli stessi ventitrè non siano stati mandati a giudizio per omessa denuncia.

    Potremmo andare avanti per ore. In attesa del Tnas, intanto, Agnelli ha sparato a palle incatenate contro la Figc e la sua ingiustizia sportiva. Bravo. Il presidente della Juve brilla per la coerenza delle posizioni sempre assunte a proposito di Conte, difeso a spada tratta.

    Al figlio di Umberto si presenta un'occasione storica: essere il capofila della battaglia per rifare i connotati alla Figc e cambiare il sistema che la Figc sorregge. L'importante è che Agnelli e gli altri presidenti che la pensano come lui, se ne ricordino la prossima volta che andranno a votare per eleggere il presidente della Federcalcio o il presidente della Lega di serie A, dimissionario dal marzo 2011 e non ancora sostituito, roba che neanche le tartarughe delle Galapagos riuscirebbero a fare.

    La Juve è furiosa con la Federazione per Conte e per tutto il resto, da Calciopoli in poi? Trasformi la rabbia in un progetto serio e moderno di demolizione di un sistema giurassico e fuori dal mondo. Altrimenti continuerà a prendere legnate.  

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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