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  • Conte, questa Italia è incoraggiante!

    Conte, questa Italia è incoraggiante!

    • Giancarlo Padovan
    Per quanti ancora non lo sapessero, o non se ne fossero accorti leggendomi o ascoltandomi, non sono esattamente un estimatore del c.t. Antonio Conte, da molti considerato uno degli allenatori più bravi d’Italia e, forse, d’Europa. Personalmente credo che, ad indubbie capacità tattiche, didattiche e motivazionali che egli certamente possiede, non facciano riscontro comportamenti ineccepibili sul piano della coerenza e della sincerità. Così come credo che i risultati ottenuti abbiano portato alcuni a sopravvalutarlo prima ancora che le difficoltà e gli ostacoli venissero superati. In Europa, per esempio, Conte non ha né brillato, né convinto, pur guidando una Juve che, cambiato conducente (Allegri), ha saputo centrare la finale di Champions League al primo tentativo.

    Al di là delle mie personali convinzioni, opinabilissime da chicchessia, non posso dire che questi due anni in nazionale siano stati esaltanti, ma nemmeno inutili o dannosi. Così come non sarebbe onesto negare una crescita del gruppo, nonostante la modestia di alcuni componenti. Lo sforzo di Conte è sempre stato quello di costruire una squadra e il fatto che stia lavorando quotidianamente su un progetto, è tanto più visibile adesso che lo può fare da tre settimane filate. 

    Il test con una Scozia rimaneggiatissima e modesta assai, non è stato travolgente, ma incoraggiante. Non conta tanto la vittoria (1-0 gol di Pellè al 12’ della ripresa), ma l’ordine che l’Italia ha messo in campo contro un avversario più chiuso che passivo. Era difficile trovare spazio ed è ancora più difficile reperirlo senza una brillantezza che ancora manca. Gli esterni - il chiavistello per aprire certe partite con l’uno contro uno - nel primo tempo erano Candreva a destra e Darmian a sinistra. Il primo troppo impreciso, il secondo poco intraprendente. Si sono mossi rispettando tempi e movimenti, ma non sono mai stati efficaci. Lo stesso va detto per i loro sostituti: Florenzi, spostato da mezz’ala ad esterno con l’ingresso di Parolo, e Bernardeschi, dal quale era lecito aspettarsi qualcosa di più. Tuttavia il valore assoluto di questi elementi è certamente maggiore rispetto a quanto fatto vedere con la Scozia. Si tratta solo di portarli in condizione e di assortirli con un centrocampo che, invece, è ancora da decifrare. Un solo punto fermo: Daniele De Rossi, ispiratore della segnatura di Pellé e di una serie di iniziative che lo ricollocano, a mio avviso, nel ruolo di centrale titolare. Giaccherini e Florenzi non sono interni anche se soprattutto il bolognese ha dimostrato la sua versatilità. 

    Difesa - gli inamovibili Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini - poco impegnata e sempre propositiva. A costruire gioco non ci ha provato solo Bonucci, nel ruolo di secondo play dietro De Rossi, ma anche Chiellini con qualche sortita meno avventurosa e più produttiva del solito. Zaza e Insigne hanno rilevato Pellé ed Eder. Per la verità non ho capito cosa ci sarebbe da vedere da loro che già non si conosca, se non forse provare Insigne da seconda punta. Meglio, forse, constatare la condizione di Immobile, uno che, a mio giudizio, rischia il taglio dai trenta attuali convocati.

    A proposito, martedì Conte comunicherà le sue scelte. Che necessariamente saranno diverse da quelle dei restanti sessanta milioni di c.t. che siamo. Non sono nella testa sua e non conosco i dati dei test fisici, però provo anch’io a compilare la mia lista degli esclusi: Rugani e Zappacosta in difesa; Benassi, Bonaventura, Montolivo e Motta a centrocampo; Immobile in attacco.     

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