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  • Conte:| Stremato alla fine del castigo

    Conte:| Stremato alla fine del castigo

    Mircea Lucescu ha qualche ragione quando sostiene che Antonio Conte è «giovane». Ma non come pensa lui, per una questione anagrafica o di inesperienza, quanto per la carica emozionale/ormonale, tipica dei giovani, che divorerà sempre l’allenatore salentino, anche quando avrà l’età del flemmatico santone romeno. Conte, da questo punto di vista, è destinato ad essere forever young. La battuta in videochat, sulla panchina davanti al televisore, al di là del tentativo di stemperare la sua situazione di escluso dal gioco quando questo si fa duro (e i duri vanno in panchina, non finiscono nel box), racchiude il senso della passione/partecipazione che è la (sua) cifra stilistica, trasmessa in automatico alla squadra. Il segreto del successo della Juventus risiede in un progetto dove tutti hanno un ruolo preciso, dove, più che «soldatini», i giocatori aderiscono a una regola monastica. Ora et labora: i corpi estranei (Elia un anno fa, Lucio quest’anno) o chi commette peccato (Quagliarella, Pogba) risaltano con molta evidenza. Per dare un monito. Trattasi di penitenza. Il metodo Conte, in campo e durante la settimana, è un misto di rigore e ascesi agonistica. La Juventus si regge su un equilibrio vincente ma delicato che necessita di una revisione continua e non consente distrazioni, defezioni e, soprattutto, tollera rare sconfitte. Conte è un fissato del controllo. Quest’anno si è inventato le vacanze invernali spezzate, in modo da avere il gruppo a disposizione tra Natale e Capodanno: così i sudamericani avranno difficoltà a volare oltre oceano e lui non sarà costretto a correggere in un solo colpo eventuali guasti festivi. Magari non tutti sono entusiasti, ma i sacrifici, finora, hanno garantito targhe, medaglie e palanche. Per questo stasera siamo a uno snodo importante del progetto. Conte è stremato: deve rimanere chiuso nel box alla vigilia della libertà proprio per la partita più importante della stagione. Andare avanti in Champions conta moltissimo anche per il campionato, perché l’eliminazione metterebbe alla prova la tenuta del gruppo. Stasera con lo Shakhtar sull’orlo delle vacanze (Luiz Adriano, squalificato per scarso fair play è già in Brasile alle prese con gli spiedoni), Madama non può sbagliare. Senza Marchisio, ma con Chiellini, Conte si affida agli uomini che ritiene migliori. Deve preservare l’equilibrio monastico. Perché tutto nella sua Juventus è dispendioso. La «prevedibilità» (copyright Lucescu) costa cara, l’impegno per sostenerla è notevole, ma ha prodotto uno scudetto, un nuovo primato in serie A ed è a un punto dagli ottavi di Champions. Ma se non c’è questa contropartita, allora ha ragione Cassano. Perché darsi tanto da fare?

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