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  • Cosa ci lascia la Serie A: Roma e Napoli senza rimpianti, la Juve è più vicina
Cosa ci lascia la Serie A: Roma e Napoli senza rimpianti, la Juve è più vicina

Cosa ci lascia la Serie A: Roma e Napoli senza rimpianti, la Juve è più vicina

  • Giancarlo Padovan
Temi, concetti, tendenze e parole per analizzare quel che il campionato, appena concluso, ci ha lasciato in eredità. Piccola antologia tecnico-tattica di un anno vissuto poco banalmente. E’ vero che ha rivinto la Juve, ma intorno qualcosa si muove. Anzi, si avvicina. 

IL SISTEMA DI GIOCO DELLA JUVE - Da quando Allegri ha adottato il 4-4-2 declinandolo in 4-2-3-1, la squadra ha messo una marcia in più e raggiunto livelli di gioco altissimi. 

GLI 87 PUNTI DELLA ROMA - Con quelli conquistati dai giallorossi in otto edizioni su tredici - cioé da quando il campionato è a 20 squadre - si sarebbe vinto lo scudetto, come accadde alla prima Juve di Allegri.

L’ATTACCO DEL NAPOLI - Non è solo il migliore della serie A con 94 gol, ma anche il migliore di tutti i tempi in trasferta: batte, infatti, di quattro reti quello della Juventus scudettata del 1949-50, guidato da Boniperti. Per la cronaca quello fu anche il primo titolo assegnato dopo-Superga.

Prime valutazioni: si è segnato ai livelli degli anni cinquanta con netta prevalenza degli attacchi sulle difese. Ciononostante a vincere il campionato, per il sesto anno consecutivo, è la Juventus che annovera la miglior retroguardia (27 subiti). In generale e nello specifico parlerei sempre di miglior fase difensiva. Con il 4-4-2 pentastellato (Pjanic, Cuadrado o Dani Alves, Dybala, Mandzukic e Higuain) la Juve non ha aumentato solo le sue opzioni offensive, ma - grazie alla posizione e al sacrificio di Mandzukic - ha costituito due linee a quattro assai solide e strette. Va da sé che la Juve può aggiungere a questo la capacità dei singoli (Bonucci, Barzagli e Chiellini) e la loro adattabilità sia alla difesa a quattro, sia alla difesa a tre (o cinque che dir si voglia). Il prodigio di Allegri è la coesistenza di più moduli e la disciplina cui si sottopongono calciatori di caratteristiche offensive come Alex Sandro, un terzino che ha bisogno di attaccare, ma ha imparato a difendere. L’esito è dunque è una sapiente miscela tra il sistema di gioco e gli uomini che lo variano a seconda delle necessità. Bonucci è sempre di più un libero, anche se non sta dietro ai suoi compagni difensori. Tuttavia la fase di impostazione ne giustifica la definizione, decisamente “uomista”. Zona mista? Ecco, qualcosa del genere anche se riveduta, corretta e riproposta.

La Roma non può avere rimpianti: ha chiuso a quattro punti dalla capolista, dopo averla battuta nello scontro diretto. E’ vero che la Juve ha fatto turnover, ma la novità è stata rappresentata dalla integrità della squadra di Spalletti. Al quale, qualcuno, rimprovera la gestione della presenza di Totti. Detto che Totti non avrebbe potuto aggiungere nulla alla forza della squadra (è una mia opionione), Spalletti ha pensato sempre e solo ad una Roma senza Totti, com’era logico per il presente e soprattutto per il futuro. Al posto suo avrei evitato al capitano qualche passerella di pochi minuti, tuttavia l’allenatore non avrebbe potuto far meglio con la squadra che aveva (per me, come rosa, inferiore anche all’Inter). Gli va ascritta pure la scelta di Nainggolan dietro le punte (11 reti) e la capacità di aver rigenerato Dzeko (29 reti, capocannoniere assoluto) quando a Roma, a settembre, la maggioranza si era affrettata a definirlo uno scarpone. Per capire che non lo è, basterebbe, oltre alla messe di reti realizzate, l’assist per De Rossi domenica scorsa con il Genoa.

Il Napoli ha segnato più di tutti, in casa e in trasferta, ma non è ancora il tempo di vincere i campionati grazie al miglior attacco. Giorno verrà e il Napoli sarà in prima fila. Di Sarri e della sua squadra, oltre ai punti (86 uno solo in meno della Roma), resta il gioco lineare e sicuro, la strada maestra che porta al risultato. Nella crescita degli azzurri c’è gradualità e programmazione. Il fatto che abbiano chiuso il torneo quasi al massimo della forma la dice lunga anche a proposito della preparazione atletica e della gestione delle risorse. Resto convinto che, fin dall’anno prossimo, il Napoli sarà competitivo dall’inizio alla fine. Deve migliorare la fase difensiva (per me serve un esterno basso di gamba e spessore agonistico), oltre a mantenere l’attenzione necessaria nelle partite apparentemente meno probanti (in realtà le più insidiose). La mentalità vincente non è ancora raggiunta, anche se la strada è in discesa, non più in salita.

@gia_pad

SECONDA PARTE - Disastro Inter e Genoa, miracoli Atalanta e Crotone

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