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  • Costacurta: 'Non ci sono più i campioni, riparto dai bambini'

    Costacurta: 'Non ci sono più i campioni, riparto dai bambini'

    • L.C.
    Da calciatore era una delle colonne del grande Milan di Sacchi, adesso “Billy” Costacurta è un apprezzato opinionista televisivo nonché uno dei fondatori del “Champions Camp”: «Un’idea - sintetizza al quotidiano Il Tirreno - che mi è venuta mentre partecipavo ad un Milan Camp, mi piaceva stare con i bimbi, cosa forse dovuta al fatto che ero diventato poco papà di Achille. E allora assieme ad alcuni amici abbiamo deciso di creare questa struttura che ci permette di stare a contatto dei bambini e allo stesso tempo di girare. Una cosa divertente, e spero anche utile. Ci sarebbe un gran bisogno di campioncini fatti in casa». Ai suoi tempi il nostro campionato era il più competitivo del mondo, ora nessuna delle nostre ha raggiunto i quarti di Champions. Come mai? «Ovvio, non ci sono più soldi. Quando giocavo io il mio presidente, Berlusconi, non badava a spese per vestire di rossonero i giocatori migliori del mondo e ce n’erano altri due o tre che facevano più o meno lo stesso. Adesso non è più così e i “top player” si contano sulle dita di una mano, la conseguenza sui risultati è automatica». Allora parliamo di calcio nostrano: a 5 giornate dalla fine la Juventus ha 5 punti di vantaggio, lo scudetto è bianconero? «Questione chiusa. Cinque punti che potrebbero tornare otto, sono tanti e per di più il calendario è favorevole alla Juve. C’è lo scontro diretto alla penultima all’Olimpico, ma a quel punto i giochi saranno fatti e anche la matematica premierà la squadra di gran lunga migliore. La Roma ha fatto anche troppo». Molto accesa è invece la lotta per l’Europa League, quali sono le sue favorite? «Noto che quasi tutte le squadre impegnate nella corsa all'Europa hanno avuto alti e bassi clamorosi, segno di una fragilità mentale incomprensibile. La mia favorita è il Parma, Donadoni ha costruito una squadra più solida e che gioca bene. Anche l'Inter alla fine, pur con qualche sofferenza di troppo, ce la farà». A proposito dei nerazzurri, due parole su di loro e anche sul suo Milan... «Mah, di certo sono le due squadre più pazze del campionato, non si sa cosa faranno di qui a qualche settimana. Adesso il Milan sta meglio ma non bisogna dimenticare che l'Inter ha 5 punti in più, sono parecchi». Di Mazzarri e Seedorf che pensa? «Stimo moltissimo Walter Mazzarri, spesso ho assistito agli allenamenti apprezzando molto il suo lavoro. Clarence è un ragazzo intelligente, dopo un inizio in cui pensava di farcela da solo senza ascoltare suggerimenti ha capito che doveva approcciarsi in modo diverso ai giocatori. I risultati di questa virata si sono già visti». Altra battaglia serrata è quella in coda. Pronostico finale? «Il Catania è condannato, per evitare gli atri due posti sarà lotta fino all'ultima giornata, penso che alla fine saranno Chievo e Bologna a rimanere in A. ». Giudizio tecnico sul Livorno? «E’ una squadra strana e un po’ schizofrenica: davanti ha parecchio talento e fra le pericolanti è la migliore. Dietro invece ci sono grossi problemi, malgrado la presenza di Ceccherini che io giudico un giovane di ottime prospettive». Due parole sull’altra toscana, la Fiorentina. «Sfortuna nera. Il campionato viola è stato falsato dagli infortuni, con Gomez e Rossi la Fiorentina avrebbe lottato almeno per il terzo posto. Pepito è uno dei centravanti migliori del mondo, analizzando le sue reti si nota una precisione incredibile, che ritrovo solo in Messi». Torniamo infine alla grande ribalta: il Mondiale si avvicina, quali sono le prospettive dell'Italia? E chi è la favorita per il titolo? «Sugli azzurri purtroppo non sono molto ottimista. Diciamo che ci sono almeno 5-6 squadre più forti, per me sarebbe già un buon risultato arrivare ai quarti di finale. La favorita è il Brasile, per motivi più ambientali che tecnici». Giovani da portare in Brasile? «Io rimango un grande estimatore di Verratti, nonostante la brutta prova di martedì scorso in Champions, e lo imbarcherei di sicuro. Per il resto dipende molto da Pepito: se recupera porterei Immobile e Destro, se invece Rossi non c’è serve un giocatore di fantasia e talento». Cioè Totti? «Beh, più lui di Cassano». Ultima curiosità: tempo fa lei ha sfiorato una panchina toscana, ce lo conferma? «Sì, quella del Pisa. Ero già in parola col presidente Pomponi poi alcuni amici mi fecero notare che la situazione della società non era molto chiara, ci ripensai. E col senno di poi, penso che feci bene...». 
     

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