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Crac Inter (ma non è solo colpa di Gasp). Grande Napoli, nulla è impossibile

Crac Inter (ma non è solo colpa di Gasp). Grande Napoli, nulla è impossibile

di Xavier Jacobelli
Direttore quotidiano.net

Mai una squadra turca aveva battuto l'Inter a San Siro: i nerazzurri hanno spedito nella storia il Trabzonspor, debuttante assoluto in Champions League, iscritto al posto del Fenerbahce, escluso per il calcioscommesse.

E' davvero notte fonda per la squinternata squadra di Gasperini che ha inanellato 3 sconfitte consecutive: il 6 agosto a Pechino, dove ha perso la Supercoppa di Lega nel derby con il Milan; l'11 settembre a Palermo, nel debutto in campionato, dove ha preso 4 gol; stasera al Meazza, teatro di una prova di deprimente bruttezza, dove la squadra si è arresa ad un'avversaria che non è esattamente il Barcellona. Il difensore Celustka ha trafitto Julio Cesar dopo che Altintop ha colpito la traversa e l'Inter ha fatto cose turche: terribilmente sprecona in attacco, arruffona a centrocampo, balbettante in difesa dove ha subito il gol sull'unico vero attacco dei rivali. Gasperini chiama in causa la sfortuna e non ha tutti i torti, ma è l'anima di questo gruppo che è scomparsa e ritrovarla non sarà facile.

Mai negli ultimi cinque anni la formazione tuttora campione del mondo per club aveva preso tante legnate tutte insieme. Gasperini è alla sbarra e non gli è servito il dietrofront sulla difesa a tre. C'è un dato inquietante: nelle ultime sei partite da 90', amichevoli comprese, l'Inter ha subito 15 gol. Roba da campane a martello che, infatti, suonano a distesa, mentre Gasperini è già pericolosamente in bilico.

D'altra parte, non si può costruire nulla se non si hanno le idee chiare e, soprattutto, gli uomini necessari a realizzarle. L'allenatore ha le sue colpe e ha commesso eorri di ingenuità, ma la società ne ha di più: ha sbagliato il mercato, non ha preso i giocatori che il successore di Leonardo voleva, continua a pagare a carissimo prezzo l'allontanamento di Oriali, il dirigente al quale Moratti mai e poi mai avrebbe dovuto rinunciare.

La verità è che, passa il tempo, l'Inter non è ancora riuscita a dimenticare Mourinho e continua ad essere orfana di Mourinho. In un anno, Moratti ha cambiato tre allenatori; ha perso Eto'o e non l'ha rimpiazzato come doveva; ha preso Zarate che non le serve perchè è troppo egoista; ha preso Forlan che in Coppa dei Campioni non può giocare e stiamo ancora aspettando di sapere per colpa di chi; ha mandato in crisi Pazzini che in Nazionale ha fatto sfracelli e ora non sa più se sia un titolare o un panchinaro.

Ora l'Inter ha soltanto tre giorni per rimettere insieme i cocci: ci vorrà tutto l'orgoglio dei veterani per rialzarsi davanti alla Roma.

Tutta un'altra notte è questa per il Napoli, tornato in Coppa dei Campioni dopo 21 anni e capace di onorare subito l'impegno con una brillante prestazione in casa del City. Cavani ha portato in vantaggio i partenopei, raggiunti dalla punizione di Kolarov; la squadra di Mancini ha colpito due traverse, il Napoli una, ma il risultato finale è giusto. Anzi, i partenopei hanno addirittura rischiato di vincere.

Questo 1-1 premia un grande Napoli che, con orgoglio e coraggio, s'è affacciato nel Girone della Morte, come l'ha chiamato Sir Alex Ferguson. Nulla è impossibile quando si crede in se stessi: a Manchester i partenopei l'hanno dimostrato, pur essendo stati costretti nella ripresa a rinunciare a Lavezzi che è uscito malconcio. Mancini può permettersi di tenere in panchina Tevez e di non preoccuparsi più di tanto se Balotelli è squalificato. Dzeko, Nasri, Aguero, Yaya Tourè, Kolarov sono i capisaldi di uno squadrone che contenderà allo United e al Chelsea il titolo inglese e in Champions può fare molta strada.

Sette anni fa, il Napoli  era fallito. Stasera ha rfimesso piede in Europa a testa alta, premiando gli sforzi della società che De Laurentiis ha ricostruito passo dopo passo, di un gruppo di giocatori che non molla mai, di una tifoseria entusiasta. All'Etihad Stadium, il Napoli si è presentato con tre punte, ha sofferto quanto doveva, ma ha fatto soffrire il City più di quanto gli inglesi credessero. E domenica c'è il Milan. La sensazione è che, per Mazzarri, il bello debba ancora venire.


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