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  • Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar mi hanno fatto sentire come un re!

    Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar mi hanno fatto sentire come un re!

    • Bernd Fisa

    All'inizio Fernando Ricksen, l'ex giocatore e colonna dei Rangers di Glasgow e dello Zenit San Pietroburgo, colpito della Sla, non ha potuto crederci quando Jorge Mendes, il procuratore più potente al mondo e grande amico della Fondazione di Stefano Borgonovo, lunedì sera a Zurigo durante la cerimonia del Pallone d'Oro gli ha detto di seguirlo. "Dai, vieni con me, che ti presento Cristiano. Gli ho già parlato di te e della tua storia". 

    Non solo CR7, alla fine sono venuti tutti i giocatori più famosi del mondo a salutare Fernando e a fare una foto con lui nella sala del backstage. Messi, Neymar, Dani Alves, Marcelo, Pogba, Iniesta: tutti in piedi per l'uomo che nel settembre del 2013 durante un programma televisivo olandese ha rivelato in lacrime di dover combattare la Sla, quella malattia "stronza" contro la quale anche Stefano Borgonovo, l'ex attacante del Milan e della Fiorentina, ha lottato per otto anni. 


    Il campione del Real Madrid è stato il primo a salutare il 39enne ex difensore della nazionale olandese, che quest'anno per la seconda volta è stato ospite d'onore della FIFA. Ronaldo si è alzato dal suo tavolo, dov'era in compagnia di alcuni amici e di Jorge Mendes - che gli ha spiegato un paio di cose su Fernando e che alla Sla ha dedicato un intero capitolo della sua autobiografia "La clave Mendes" - lo ha abbracciato. "Ciao grande, come stai?", gli ha detto. 

    E non era solo una mossa d'immagine. Ricksen è stato colpito dalla spontaneità dei giocatori. Grazie alla sua popolarità, il calcio può dare un contributo enorme nella lotta contro la Sla. Alla fine Ricksen non ha potuto trattenere le lacrime. Soprattutto quando Cristiano Ronaldo gli ha firmato un paio di maglie con il numero 2, il suo numero, che verranno messe all'asta e serviranno per far parlare della malattia e sensibilizzare la gente. "Ricordati, quando vorrai venire a Madrid a vedere una partita del Real sarai mio ospite", gli ha confidato. 

    Dopo la morte di Stefano Borgonovo, Ricksen è diventato l'ambasciatore più popolare nella lotta contro la Sla. La sua autobiografia "Fighting Spirit" (Spirito combattente), è diventata un bestseller in Olanda e Inghilterra. In poche settimane ha venduto più di 100 mila copie. 

    Ma la Sla resta un male inguarabile e inesplorato. L'aspettativa media di vita di un malato di Sla è normalmente tra uno e tre anni. Ricksen adesso è nel terzo anno, ma non si dà per finito, non molla. Finge di non aver paura di quello che può venire. "A che cosa servirebbe? Vivo nel presente. Se pensassi troppo alla malattia impazzirei. Allora non comincio neanche a farlo", ha confessato. 

    E' sempre stato un lottatore. Da giocatore e ancora di più oggi. "Sono convinto che possiamo fare l'impossibile. Sono convinto che un giorno batteremo la malattia. Ci deve essere per forza qualcuno che riuscirà a vincere contro la Sla. Vorrei essere io questo qualcuno. Vorrei essere il primo a battere la Sla". 

    Il gesto di solidarietà del mondo del calcio nei confronti di Ricksen è stato straordinario e ha scatenato tante reazioni. Sua moglie Veronika ha twittato la foto di suo marito con le stelle del calcio. "Sono così fiero del mio amore", ha scritto. Ricksen sognava quel momento da anni, almeno da due, da quando gli è stata diagnosticata la malattia. "Questo supporto mi aiuta molto e mi dà forza. E' una spinta in più. E' stata una serata staordinaria e vorrei ringraziare tutti. Cristiano, Leo, Neymar, tutti quanti: sono persone fantastiche. Mi hanno fatto sentire come un re". 

    @berndfisa
     

     


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