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  • Pallone d'oro a Cristiano Ronaldo. Cannavaro: 'Italia in crisi, ecco perché'

    Pallone d'oro a Cristiano Ronaldo. Cannavaro: 'Italia in crisi, ecco perché'

    Questa sera alle ore 20 France Football (FOTO copertina) annuncia il vincitore del Pallone d'oro 2016. Quest'anno Cristiano Ronaldo non ha rivali e vincerà il premio per la quarta volta in carriera dopo quelle datate 2008, 2013 e 2014. Come si legge sul Corriere della Sera, il campione d'Europa con Real Madrid e Portogallo è stato votato da una giuria di 173 giornalisti di tutto il mondo. Sul podio Messi e Griezmann. 

    POVERA ITALIA - Da vedere dove si piazzerà il portiere della Juventus, Buffon, l'unico italiano nella lista dei 30 candidati, tra cui compaiono anche gli attaccanti bianconeri Dybala e Higuain. Dieci anni fa vinse Fabio Cannavaro, l'ultimo italiano dopo Rivera (1969), Paolo Rossi (1982) e Roberto Baggio (1993). Il prossimo obiettivo di CR7 è di concedere il bis col Fifa The Best, il riconoscimento erede del Fifa World Player che sarà consegnato il 9 gennaio a Zurigo. 

    PARLA CANNAVARO - Fabio Cannavaro ha dichiarato in un'intervista a La Repubblica: "Per me il Pallone d'oro non era una fissazione. Con me premiarono la scuola difensiva italiana e la Nazionale campione del mondo di cui ero capitano. Dissento: giocai alla grande con la Juve e da Pallone d'oro al Mondiale, vedi semifinale con la Germania. Altrimenti l'avrebbero dato a un altro. La statuetta è a casa mia. Messi e Cristiano Ronaldo sono i migliori. Magari un anno l’avrebbe meritata Iniesta. Io misi d’accordo giornalisti, calciatori e ct: ne vado orgoglioso. Noi italiani paghiamo i mancati investimenti: settori giovanili incompleti o che si allenano su campi non regolamentari. Spiragli? L'Atalanta: tirare su un giovane comporta sacrifici, ma conviene. Servono regole e stadi nuovi, i nostri sono semivuoti e ne hanno di migliori Turchia e Polonia. In Germania è obbligatorio investire una percentuale del budget in centri sportivi, con norme vincolanti sui giovani. Romagnoli e Rugani, accostati a Nesta e a me: lasciamo che facciano esperienza internazionale. Di Caldara mi piace la tranquillità. Anche Sacchi diceva: nella zona si marca. Difendere di reparto va bene, ma a livello internazionale bisogna essere bravi individualmente, veloci di testa e di gambe. La scuola di allenatori in Italia c’è da sempre. In più, ora si impara l’inglese e si ha il coraggio di andare all’estero: per i guadagni e perché fuori sanno quanto siamo preparati. Visto Ranieri? Io in Cina per sfida. Mi sono messo in discussione. Ho lavorato in posti dove altri hanno paura a chiedere il visto. Il Tianjin è ambizioso, era un’opportunità e ho vinto il campionato. Con la promozione ho dimostrato qualcosa anche a me stesso. Quando sono arrivato, eravamo decimi. L’Al Nassr non pagava gli stipendi: impossibile farsi ascoltare dai calciatori. La Fifa è stata solerte: in 6 mesi ho vinto la causa col club arabo. Il Guangzhou Evergrande è una società stimolante: il presidente la vuole tra le prime 10 al mondo. Ora, da ct della Cina, Lippi fa quello che gli piace e ha più tempo per sé. Però non meritava di essere trattato così dall'Italia. Io ct della Nazionale? Io so che prima o poi, se continuerò a fare bene il mio lavoro, potrò avere l’occasione. Devo farmi trovare pronto. Se non segni, non vinci. Un allenatore gestisce gruppo e tattica. Ma a parte qualche miracolo, si vince coi calciatori forti. Ho imparato tanto da Lippi, Capello e Malesani. Le mie regole: mai in conferenza con la cravatta storta e i capelli arruffati. E in panchina, anche quando perdi, mai stare seduto, per non dare il senso di resa. Il campo mi ha fatto crescere: sono più sicuro. Statistica: il quinto Pallone d’oro italiano dopo Rivera, Rossi, Baggio e Cannavaro arriverà nel 2019? Difficile sperarci. Vedremo la prossima generazione. Per ora il migliore è sempre Gigi". 

     

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