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  • Cristiano Zanetti: 'Ai viola manca Aquilani'

    Cristiano Zanetti: 'Ai viola manca Aquilani'

     

     
     
    Ha iniziato il suo percorso calcistico nella Fiorentina, squadra con la quale nel lontano 1995 hapure esordito in serie A, prima di essere ceduto prematuramente ad appena 19 anni. Poi è diventato uno dei centrocampisti più forti del nostro paese giocando in squadre del calibro di Inter, Roma e Juventus. Con i giallorossi, dei quali era il regista di centrocampo, il giocatore cardine della squadra di Capello, ha vinto lo scudetto del 2000-01 insieme al nostro attuale allenatore, Vincenzo Montella, e ha visto muovere i primi passi nelle Giovanili della squadra della Capitale ad Alberto Aquilani. Poi è stato compagno di squadra del cileno David Pizarro nell’Inter, prima di approdare nella Juventus e prima di tornare a Firenze a 32 anni alla fine della gestione Prandelli. Così, Cristiano Zanetti, ha raccontato in esclusiva al Brivido Sportivo come vede l’attuale Fiorentina dell’Aeroplanino. E per il match contro la Juve punta tutto su un giocatore: Stevan Jovetic.
     
    Zanetti, partiamo da Montella. Lei lo ha conosciuto da giocatore e insieme avete vinto uno scudetto importante. Pensava che, una volta smesso di giocare e in così poco tempo, sarebbe potuto diventare un tecnico già così bravo?
    «Una persona che ha giocato a certi livelli ha tutte le carte in regola per diventare un grande allenatore, ma mi ha sorpreso la facilità con cui ci è arrivato. Di solito per fare ciò, un giovane allenatore ha bisogno di fare un minimo di percorso, invece lui è riuscito in pochi mesi, in poco tempo, a farsi valere e a dimostrare di essere già uno tra i più bravi allenatori che ci sono in Italia».
     
    Passiamo al punto di forza della squadra di Montella che, a detta di tutti, è il centrocampo dove spiccano i nomi di Pizarro e Aquilani. Uno un po’ meglio, l’altro in maniera più marginale, li ha conosciuti entrambi. Sono loro gli uomini in più di Montella?
    «Ho visto giocare la Fiorentina e non c’è dubbio che il punto di forza della squadra sia il centrocampo. Pizarro non lo scopri certo adesso. È sempre stato un giocatore fondamentale. Con lui ho giocato nell’Inter e ricordo bene anche da avversario la sua forza in mezzo al campo. Aquilani quando ero a Roma faceva parte del settore giovanile e talvolta si allenava con noi: si vedeva già all’epoca che aveva le qualità per emergere, per diventare un giocatore importante, uno che infatti è arrivato fino alla Nazionale. Ora come ora, quello che manca al centrocampo della Fiorentina, è proprio la presenza di un giocatore come Aquilani che sa anche calciare da fuori e che riesce a fare quei 5-6 gol a stagione che sono sempre importanti quando alla fine del campionato si tirano le somme. È un peccato che manchi controla Juve. Però…».
     
    Però?
    «Però giocatori come Pizarro e Aquilani li conoscevo già e non mi sorprendono di certo. Chi mi ha invece impressionato è Borja Valero. Ha un gran piede e si sacrifica per la squadra in modo incredibile. Si è messo a disposizione di Pizarro, cosa che non tutti gli elementi del suo calibro hanno voglia di fare, dimostrando anche di essere un calciatore molto intelligente. È un signor giocatore che gioca per il bene della squadra. Anche lui è un valore aggiunto, un ‘uomo in più’ di Montella».
     
    Ci dà invece un suo un parere sul ritorno a Firenze di Luca Toni?
    «Quello di Toni è un ritorno importante. E’ un po’ avanti con l’età ma darà certamente un contributo considerevole alla squadra e sarà un compagno di reparto ideale per Jovetic. Fungerà per il montenegrino come punto di riferimento, favorendo il suo movimento su tutto il fronte d’attacco e la sua libertà di azione. Jo-Jo quando gioca spalle alla porta, non dico che renda meno, ma è un po’ limitato, mentre con uno come Toni che gli fa da torre, da punto di riferimento, da spalla, può esprimere al massimo le sue qualità. Insomma credo che il suo ruolo ideale non sia quello di prima punta, bensì di seconda punta dietro ad una punta di peso, un ‘pilastro’ come Toni. Inoltre, nonostante da quando ero io a Firenze ad oggi sia cresciuto tantissimo – parlo di Jovetic – ha ancora grossi margini di miglioramento».
     
    E stasera c’è la Juventus, la squadra più forte del campionato, la squadra da battere. Che pensa di questo match molto atteso?
    «Non ci sono dubbi sul fatto chela Juventus sia la squadra più forte, ma penso che la Fiorentina di oggi possa metterla in difficoltà. I viola hanno già dimostrato a Napoli, in un campo difficile contro una squadra importante, di non sfigurare. Con un po’ di umiltà, con un buon possesso palla, magari difendendosi bene e con qualche ripartenza, come ha fatto anche il Chelsea in Champions, può creare problemi alla Juve. E poi sarebbe importante se riuscisse a sfruttare i calci piazzati e i calci d’angolo con Jovetic e Ljajic, entrambi abili in materia. A me piace molto come gioca la Fiorentina perché è una squadra che vuole imporre il proprio gioco, poi puoi vincere o perdere, ma la mentalità resta quella. Per questo sarà una partita tutta da vivere».
     
    Sarà una partita che verrà giocata a scacchi a centrocampo?
    «Certo, sarà una partita che si giocherà a centrocampo, reparto dove entrambe le squadre hanno tanta qualità. Sarà un match molto combattuto a metà campo, ma alla fine la differenza la faranno i soliti Jovetic e Vucinic, ovvero quei giocatori che sanno saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. E vorrei aggiungere una cosa…».
     
    Prego…
    «Mi piacerebbe che Jo-Jo dimostrasse il suo valore contro una grande – in questo caso la Juve– prendendo la squadra per mano e trascinandola come ha fatto ai tempi della Champions con il Liverpool quando aveva solamente venti anni (nella stagione 2009-10 il numero 8 viola ha messo a segno 5 gol in 6 partite nella più ambita competizione europea, ndr). È un giocatore fantastico e mi piacerebbe vederlo sempre protagonista».
     
    A proposito di Champions. Che ricordi ha di quella vissuta con la maglia della Fiorentina con la quale conta 7 presenze?
    «Ho bei ricordi di Firenze, ovviamente legati soprattutto alle notti di Champions perché giocare questa competizione con la maglia della Fiorentina ha un altro sapore. Giocare la Champions a Firenze è diverso che in ogni altra città, perché qui tutta la città è coinvolta. È bellissimo».

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