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  • Crotonemania: le dodici fatiche di Ursino

    Crotonemania: le dodici fatiche di Ursino

    • Michele Santoro
    MERCATO EPICO. Non sarà stata certo una campagna di rafforzamento “high profile” quella conclusasi alle 23 dello scorso 31 gennaio, ma per il Crotone è stata sicuramente da mitologia greca. Le antiche origini elleniche della città jonica, però, non c’entrano nulla. Da oltre 20 anni l’occhio lungo che permette alla società dei fratelli Vrenna di raggiungere risultati non configurabili è quello di Beppe Ursino; occhio, che in questa sessione di mercato come non mai, ha fatto un po' di fatica. Per l’esattezza dodici fatiche, come quelle di Ercole, eroe del mito greco, appunto. Dodici trattative conclusesi con altrettanti rifiuti e che di fatto hanno trasformato il club pitagorico in meta meno gradita della serie A. Meno gradita addirittura della cadetteria visti i passaggi di Krajnc al Frosinone e Floccari alla Spal. I gusti sono gusti. Poi c’è stato chi ha preso tempo, non troppo attratto dalle sirene rossoblù: dal “tira e molla” infinito con Gnoukouri, all’ammiccamento lampo con Gakpè. Tutto si è sempre concluso con un nulla di fatto. Ultimo giorno da psicodramma, con il DS calabrese impegnato su ben sette tavoli di trattativa: Ciano del Cesena, Ganz dell’Hellas Verona, Maxi Lopez (e la sua lavatrice) del Torino, Maniero del Bari, il “millennialsKean della Juve, Nenè dello Spezia, Ninkovic del Genoa e, infine, il figliol prodigo Budimir della Samp. Se contate bene i nomi sul taccuino di Ursino vi accorgerete che sono dodici, proprio come i “no” ricevuti.

    CHI E’ ARRIVATO.  Alla luce del budget e della deficitaria posizione in classica, si supponeva che per “cavare un ragno dal buco” sarebbe servita tanta fantasia. E si sa, la fantasia può spingerti a fare di tutto, anche a depositare in Lega il contratto di uno sconosciuto attaccante sloveno un minuto prima della conclusione del mercato, alle 22.59. Che sia un segno del destino? Aspettando l’ineluttabile verdetto del campo, al momento, si sa solo che le residue speranze salvezza degli “squali” saranno affidate anche ad Andrej Kotnik, 21enne jolly offensivo prelevato dal Nova Gorica. Dribbling, visione di gioco ed estro che lo avvicinano a Josip Ilicic. Versatilità che contraddistingue anche Boadu Maxwell Acosty, il secondo volto nuovo sbarcato in Calabria questo gennaio. Più veloce e piazzato dello sloveno, anche lui dovrà testare le sue qualità, di cui ha dato buono sfoggio in B, in un campionato e in una situazione più complicate. Si spera che la fantasia possa bastare.

    CHI SE N’E’ ANDATO. Se per le partenze di Cojocaru, Fazzi, Gnahorè e De Giorgio il popolo crotonese non si strapperà certo i capelli, altre reazioni potrebbero causare gli addii di Salzano e, soprattutto, Palladino. Se la cessione, a titolo definitivo, del “samuraiè stata dettata da un difficile ambientamento alla massima categoria, quella dell’ex numero 7 rossoblù, protagonista della storica promozione in A, si spiega con le ragioni del cuore. Come dire no al Genoa e soprattutto all’amico Juric, che lo scorso anno lo volle a Crotone salvandolo dal limbo degli svincolati. La gratitudine, nel mondo del calcio, esiste ancora.
     

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