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  • Crotonemania: salvare lo 'Scida', ad ogni costo

    Crotonemania: salvare lo 'Scida', ad ogni costo

    • Michele Santoro
    Non bastavano le difficoltà logistiche per un inizio di stagione da affrontare totalmente in trasferta; adesso, per la società dei fratelli Vrenna si aggiunge il rischio concreto di disputare il primo campionato di A della storia fuori dalla propria terra. Si, proprio così, perché dopo l'esilio forzato di Pescara che il Crotone dovrà osservare a causa degli iniziali ritardi nei lavori di adeguamento dello stadio Ezio Scida, ora c'ha pensato la Soprintendenza ai beni culturali di Cosenza ad irrompere prepotentemente sulla scena, formulando parere negativo per gli interventi di ampliamento della curva sud, per la realizzazione di una nuova tribuna coperta, e per il rifacimento del piazzale adiacente all'impianto sportivo. Ovviamente non una decisione campata in aria quella presa dall'organo periferico del MiBACT guidato dal neo soprintendente Mario Pagano, ma un provvedimento ponderato dovuto al vincolo archeologico a cui l'area su cui è ubicata la struttura è soggetta.

    E' chiaro che con un ostacolo di tale portata la strada dei ricorsi in tribunale non è praticabile né consigliabile. Le alternative sono due: arrivare, per la prossima stagione, all'omologazione minima di 10.000 posti prevista dalle norme della Lega Serie A attraverso l'installazione di strutture removibili che non modifichino in modo permanente la zona vincolata, con l'obbligo di ampliare fino a 16.000 in caso di permanenza in massima divisione, o avvalersi della stessa deroga che non più tardi di un anno fa la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi Organizzativi della FIGC ha concesso al Frosinone, autorizzando l'impiego del “Matusa”, tarato per poco più di 9.000 spettatori, per le gare interne dei ciociari. In questo caso i calabresi attraverso l'implementazione di box per l’area ospitality, l'allargamento della sala stampa e degli spogliatoi, con lavori non esosi e senza impatto sull'area archeologica, potrebbero portare facilmente l'omologazione dagli attuali 9.500 posti fino agli 11.640 della reale capienza. Il progetto c'è da tempo, ora bisogna passare all'attuazione: il neo sindaco Ugo Pugliese ha fatto dell'ammodernamento dello stadio una questione “urgente e necessaria” durante la campagna elettorale. I proclami non hanno avuto nessun seguito visto che i lavori sono stati si autorizzati, ma non ancora appaltati a nessuna ditta. Evidentemente non conviene aggiungere altre spese “inutili” al già disastrato bilancio comunale.

    Il Crotone deve giocare all'Ezio Scida, punto. Lo merita la città che avrà finalmente l'occasione di balzare agli onori della cronaca per motivi diversi rispetto ai soliti omicidi di mafia e bassa qualità della vita; lo meritano i cittadini e le imprese locali che con un po' di intelligenza e sana malizia potranno sfruttare l'onda lunga dell'indotto prodotto da una partecipazione al campionato di A; e lo meritano soprattutto i tifosi, a cui non era mai stata data finora la possibilità di vedere così da vicino le stelle della massima categoria e che ben hanno sintetizzato il loro stato d'animo su uno striscione affisso alle mura del palazzo comunale, che recita: "Non vogliamo sentire ragione, la Serie A va giocata a Crotone!" Beh, come dar loro torto.
     

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