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  • Da Donnarumma a Keita, basta minacciare la tribuna: è un vile ricatto

    Da Donnarumma a Keita, basta minacciare la tribuna: è un vile ricatto

    • Stefano Agresti

    Il ricatto è un atteggiamento vile (e può diventare anche un reato), la leggerezza con cui viene usato nel mondo del calcio da qualche settimana a questa parte ci spaventa. Anche perché chi lo usa, forte della spinta popolare, si sente protetto. “Se non firma il rinnovo di contratto lo mandiamo un anno in tribuna”: così le voci che arrivano dall’interno del Milan su Donnarumma, lo stesso accade alla Lazio con Keita.

     

    Se lo dicono i tifosi, ci sta. Si sentono traditi nei loro affetti più profondi, si infuriano, sbottano: “Diamo una lezione a questi ingrati, lasciamoli fuori un anno”. Quando però un messaggio del genere viene fatto filtrare da alcune tra le nostre società più grandi, diventa inaccettabile. E viola un bel po’ di regole, norme e leggi non solo calcistiche.

     

    Sappiamo che può sembrare fuori luogo parlare di mobbing per ricchi campioni, ma questo atteggiamento gli si avvicina molto. Così come si viola il diritto di un lavoratore di scegliere ciò che ritiene più opportuno per la propria professione nel rispetto del contratto: se ha firmato fino al 2018 e vuole andarsene ala scadenza fissata, perché deve essere ricattato affinché resti dov’è? E la regola che impone agli allenatori di schierare la formazione migliore, c’è ancora oppure l’hanno cancellata? Gli allenatori, già: sono burattini nelle mani della società, e di conseguenza racconterebbero di lasciare in tribuna Donnarumma e Keita per scelta tecnica, oppure in panchina ci sono anche uomini?

     

    Quando Lotito mandò in tribuna Pandev perché non rinnovava il contratto, dall’estate del 2009 in poi, prese un bello schiaffo: il 23 dicembre il collegio arbitrale lo svincolò a costo zero. La beffa arrivò a maggio allorché il macedone, dopo avere firmato a gennaio per l’Inter, conquistò da titolare lo storico triplete con Mourinho. Schiaffo doppio. Anzi, triplo: come i trofei di Pandev.

     

    Ad ascoltare le voci che arrivano dalla Lazio, quella lezione non ha insegnato nulla a Lotito. Anzi, il buon Claudio ha perfino trovato seguaci a Milano. Cattivi maestri, pessimi allievi.



    @steagresti
     


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