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Da Dzyuba a Dahoud, da Pardo a Saul: le rivelazioni della fase a gironi di Champions League

Da Dzyuba a Dahoud, da Pardo a Saul: le rivelazioni della fase a gironi di Champions League

Con le ultime partite di ieri sera si è chiusa la fase a gironi della Champions League 2015/16. Non sono mancate le sorprese, come l'eliminazione del Manchester United o il passaggio del turno del Gent, così come le conferme ormai scontate, dalla superiorità di Barcellona e Bayern Monaco all'ennesimo record di Cristiano Ronaldo (11 gol nella sola fase a gironi, mai nessuno aveva segnato così tanto a questo punto della competizione). La redazione di calciomercato.com propone una Top 11 formata da quei giocatori che hanno particolarmente brillato e che si sono rivelati al grande pubblico, tralasciando i soliti nomi. Giovani promesse, nomi nuovi e ritorni alla ribalta, ecco la nostra proposta:

PORTIERE
Matz Sels (Gent, '92):
uno dei simboli del miracolo Gent, capaci di passare il turno dopo aver collezionato un solo punto dopo le prime tre partite. Sels è un portiere classe '92, alla seconda stagione da titolare con i campioni del Belgio e recentemente entrato nel giro della nazionale. Dopo Courtois e Mignolet c'è lui, il Siviglia ci pensa.

DIFENSORI
Hector Bellerin (Arsenal, '95):
terzino destro, entrato stabilmente nell'undici titolare di Wenger, Bellerin sta confermando quanto di buono aveva dimostrato nella scorsa stagione, quando rubò il posto al più esperto Debuchy. Cresciuto nella cantera del Barcellona, i blaugrana vorrebbero riportarlo in Spagna.
Aleksandar Dragović (Dynamo Kiev, '91): del centrale austriaco si è già parlato in passato, quando ancora giovanissimo si impose all'attenzione del grande pubblico con la maglia del Basilea. Dopo un periodo di appannamento, oggi sembra maturo e pronto per una big: sei partite giocate su sei, con una sola ammonizione.
Filip Mladenović (BATE Borisov, '91): terzino sinistro di spinta, dotato di un gran sinistro, Mladenovic spaventò la Roma con una clamorosa doppietta nella gara giocata in Bielorussia. Il serbo ha impressionato per personalità e qualità offensiva, può essere un buon investimento.

CENTROCAMPISTI
Saul Ñíguez (Atletico Madrid, '94):
l'ultimo prodotto del florido settore giovanile dell'Atletico Madrid. Per qualità tecniche e posizione in campo ricorda il suo compagno di squadra Koke, quest'anno è arrivato alla stagione della consacrazione: per lui sei partite e due gol.
Jorrit Hendrix (PSV, '95): prodotto del settore giovanile del PSV Eindhoven, Hendrix nasce come difensore centrale, ma si è imposto come centrocampista davanti alla difesa. Mancino, quest'anno ha conquistato un posto da titolare nell'undici di Cocu: la Juve lo ha già seguito in passato.
Mahmoud Dahoud (Borussia Monchengladbach, '96): forse il miglior giovane di questa prima fase di Champions League. Qualità e personalità, tiro da fuori e intelligenza tattica, giovanissimo ma già titolare, Dahoud è destinato a lasciare il Gladbach forse già la prossima estate.
Renato Sanches (Benfica, '97): promosso quest'anno in prima squadra, Sanches è riuscito a conquistare spazio in quest'ultimo mese. Centrocampista centrale, bravo in fase di interdizione ma abile anche nel tiro da fuori, come dimostra il suo primo gol in campionato contro l'Academica.

ATTACCANTI
Felipe Pardo (Olympiakos, '90):
colombiano, esterno offensivo, arrivato in Grecia dopo due stagioni non particolarmente esaltanti in Portogallo con il Braga. Pardo ha mostrato velocità e qualità nel dribbling, caratteristiche evidenziate in particolar modo contro l'Arsenal. La Colombia lo ha convocato in nazionale per la prima volta, Wenger e Guardiola lo hanno osservato da vicino: non resterà ad Atene a lungo.
Artyom Dzyuba (Zenit, '88): esploso tardi, dopo una carriera passata nell'anonimato in Russia. Oggi, a 27 anni, è il capocannoniere della Champions dei "terrestri", se si escludono gli esagerati Ronaldo e Lewandowski di questa stagione. Sei gol in sei partite, dopo lo Zenit si è preso anche l'attacco della nazionale russa.
Javier Hernandez (Bayer Leverkusen, '88): discorso a parte per il Chicharito. Dopo le ultime stagioni passate più in panchina che in campo con Manchester United e Real Madrid, il passaggio al Bayer Leverkusen di quest'anno sembrava l'inizio della fine di una carriera ad alti livelli. Risultato? Posto tolto a un monumento come Kiessling, e già cinque centri europei, più altri sette in Bundesliga.

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