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  • Da Raciti al Genoa: altro che ultrà, il problema è l'ipocrisia di Stato

    Da Raciti al Genoa: altro che ultrà, il problema è l'ipocrisia di Stato

    Il giorno dopo è sempre peggiore del giorno prima. La vergogna di Marassi è una vergogna di Stato, uno Stato ridicolizzato nello stadio di Genova dove ha pagato il prezzo della sua ipocrisia nella battaglia contro la violenza nello sport, che ha fatto finta di combattere. O che ha combattuto nel meno efficace dei modi, scegliete voi.

    Che cos'è cambiato dall'omicidio di Filippo Raciti, ispettore capo di Polizia, assassinato il 2 febbraio 2007 a Catania, durante gli scontri scoppiati in occasione del derby con il Palermo alla resa del Genoa che si sfila la maglia di fronte alle minacce di un gruppo di suoi tifosi?

    Siamo passati attraverso i tornelli e le code chilometriche, le carte del tifoso che penalizzano i tifosi autentici e portano snche derive commerciali, i  tappi di plastica delle bottigliette sequestrati agli ingressi degli stadi dove invece entra di tutto, dai tronchetti alle bombe carta ai fumogeni, come Ivan il Terribile e i suoi fratelli ci hanno insegnato il 12 ottobre 2010., A Marassi.

    Già, Marassi. Il sindacato di polizia genovese ha denunciato che l'impianto di massima insicurezza dovrebbe essere chiuso perchè lì può succedere di tutto, com'è appunto successo, essendo proibito alle forze dell'ordine di fare bene il loro mestiere. Forze dell'ordine alle quali la Casta dei multimilionari rimborsi elettorali ha tagliato di tutto e di più: organici, stipendi, indennità straordinaria, mezzi, benzina per le auton di servizio.

    Da anni, quello di Genova è uno stadio in deroga. Dovrebbe essere chiuso. E queste cose le abbiamo sentite due anni fa, dopo Italia-Serbia e le risentiamo ora.

    Non parliamo dello scaricabarile in corso sull'asse Genova-Roma. Anzi, parliamone. Preziosi dice che è stata tutta colpa della Polizia che dice che è stata tutta colpa di Preziosi che poi corregge il tiro, mentre l'ineffabile ministro dell'Interno gigioneggia: "E' troppo semplicistico dare la colpa alla Polizia" .

    E allora, di chi è la colpa se, indisturbate, alcune decine di ultrà bloccano una partita di serie A con la scusa che la loro squadra perde per 4-0 in casa e i giocatori non sono degni di indossarne la maglia?

    Ma qualcuno è responsabile della gestione dell'ordine pubblico o no? Ma se le leggi ci sono e non c'è bisogno di leggi eccezionali, perchè non vengono applicate?

    Ma vogliamo dirlo che se in uno stadio inglese o tedesco, se ieri qualcuno si fosse azzardato a fare ciò che è stato fatto a Marassi, non ci sarebbe mai riuscito perchè sarebbe stato blindato in una cella di sicurezza dell'impianto medesimo, processato il giorno dopo ed espulso a tempo indeterminato da ogni manifestazione sportiva, magari passando per la galera nei casi più gravi? 

    Forse perchè gli stadi inglesi o tedeschi sono moderni, funzionali, efficienti e nessuno si sogna di passare da un settore all'altro, o di arrampicarsi sulla rete di recinzione, anche perchè non glielo permetterebbero mai? 

    Abete si straccia le vesti e dice che a Genova è stato varcato il punto di non ritorno. Petrucci urla vergogna e attacca quei presidentin del calcio, magari condannati anche a livello penale eppure capaci di ergersi a paladini di questioni etiche. Bravi. Bene. Ma il Sistema da chi è governato? Chi è che non prende provvedimenti degni di questo nome? Chi è che non si batte contro il razzismo negli stadi? Chi è che fa finta che non stia per arrivare lo tsunami scommesse?

    Coraggio, rispondeteci. O toglietevi la maglia.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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