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  • Dagli spaghetti western all'idolo Kakà: Zenit, l'Italia chiama Giuliano
Dagli spaghetti western all'idolo Kakà: Zenit, l'Italia chiama Giuliano

Dagli spaghetti western all'idolo Kakà: Zenit, l'Italia chiama Giuliano

  • Andrea Distaso
Una storia da film, magari uno di quegli spaghetti western tanto amati da suo padre, che adorava su tutti un attore come Giuliano Gemma e il "Faccia d'angelo" da lui interpretato e da questo ha preso spunto per scegliere il nome di uno dei suoi 8 figli, oggi una delle stelle dello Zenit San Pietroburgo che ha staccato il pass per i sedicesimi di Europa League con due turni di anticipo. Comincia da episodi come questo la vita di Giuliano Victor de Paula, meglio noto come Giuliano, trequartista classe '90 nato e cresciuto in uno dei quartieri più poveri di Curitiba, costretto a contare anche sull'aiuto dei vicini di casa per superare i momenti più sofferti di un'infanzia complicata, in cui spesso non c'era cibo a sufficienza per tutti.

L'IDOLO TAFFAREL - Quello in cui vive è un quartiere in cui in tanti iniziano a giocare, ovviamente per strada, da portieri, ispirati dalle gesta di Taffarel, portiere campione del mondo 1994 e con un passato importante in Serie A con la maglia del Parma. Anche il piccolo Giuliano è tra questi, ma ben presto si rende conto che la concorrenza è tanta e che per le qualità di cui è in possesso valga la pena giocare a centrocampo, prima nella formazione di calcio a 5 del Paranà Clube e poi, dall'età di 12 anni, nella formazione a 11. Promosso in prima squadra nel 2007 e solo un anno dopo viene premiato come rivelazione della Serie B brasiliana e del Campionato Paranaense. Prestazioni che gli spianano la strada dell'Internacional di Porto Alegre, che trascina al secondo posto nel Brasileirao dopo un periodo di adattamento iniziale dovuto agli impegni con l'Under 20 brasiliana, con cui nel 2008 vince il Sudamericano Under 20 e ottiene il secondo posto nel Mondiale di categoria.

DALLA LIBERTADORES A LUCESCU - E' però il 2010 l'anno della svolta, quello in cui contribuisce da protagonista alla vittoria della Copa Libertadores segnando anche nella finale giocata in casa contro il Chivas Guadalajara, in squadra con l'attuale attaccante dello Shakhtar Taison e il Cabezon Andrés D'Alessandro. E' il trampolino di lancio per la prima avventura in Europa: gli idoli di gioventù sono cambiati, il modello a cui ispirarsi (anche fuori dal campo) è Kakà, e così accetta la sfida degli ucraini del Dnipro per 11 milioni di euro, nonostante sulle sue tracce ci fossero anche Dinamo Kiev e Shakhtar Donetsk. Sigla 25 reti in 3 stagioni e mezzo prima di fare ritorno in Brasile e rendersi protagonista di un tradimento sportivo nei confronti dell'Internacional, visto che decide di accettare la corte del Gremio, la formazione più prestigiosa di Porto Alegre. A 24 anni può sembrare un passo indietro nella carriera, ma le 19 reti in 108 presenze gli valgono la chiamata, la scorsa estate, di un suo vecchio estimatore, quel Mircea Lucescu che invano aveva provato a portarlo allo Shakhtar Donetsk

L'EREDE DI HULK - Allo Zenit arriva per 7 milioni ed eredità la maglia di Hulk e il fantasista brasiliano impiega poco tempo a lasciare il segno: 6 centri e 3 assist in 10 partite di campionato, sempre a segno ad oggi in Europa League, con 5 gol realizzati in 4 partite e la qualificazione al prossimo turno già conquistato. Tanto da meritarsi anche la chiamata nella nuova nazionale di Tite, con cui ha disputato già 3 partite. Cosa c'è nel suo futuro? Lui ha recentemente dichiarato di sognare la Serie A, il campionato che ha consentito ai suoi idoli Taffarel e Kakà di toccare la vetta del mondo. Un'Italia nel suo destino a partire da quel nome, Giuliano, nato un po' per caso, davanti a un spaghetti western. 

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