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  • Favola Konaté: dal Senegal al Genoa passando per Londra

    Favola Konaté: dal Senegal al Genoa passando per Londra

    • Matteo Oneto
    Mbour, Tel Aviv, Krasnodar, Londra, Genova. In soli vent’anni di vita, Pape Moussa Konaté di strada ne ha fatta davvero tanta, correndo su è giù per i campi di mezzo mondo e aprendosi le porte del calcio che conta a suon di gol. Forza fisica, velocità da centometrista, stacco di testa impressionante e fiuto del gol da killer dell’area di rigore. Prima di Londra 2012 chi lo conosceva esprimeva queste qualità per descriverlo ai tanti che lo guardavano da vicino quando, a soli 17 anni, lasciava il suo Senegal per approdare in Israele, nel Maccabi Tel Aviv.

    OLIMPIADI, TRAMPOLINO DI LANCIO - 29 partite e 5 gol, non tantissimi: forse a pesare era stata la partenza sprint con 4 reti in altrettante gare, biglietto da visita niente male ma roba da far montare la testa a chiunque. Serviva un palcoscenico più importante per fare emergere tutto il talento di Konaté. L’Olimpiade è l’occasione perfetta, il suo Senegal non fa molta strada ma l'attaccante segna 5 gol e spicca il volo. In tanti lo osservano ma alla fine a crederci per davvero sono i russi del Krasnodar che battono la concorrenza. La fredda Russia non gli si addice: 10 partite, un solo gol e tanta voglia di cambiare. In estate Preziosi tratta con il Krasnodar la cessione di Granqvist, si parla dello svedese ma non solo: al centro dei discorsi c'è anche il ragazzo che a Londra ha impressionato molti osservatori e che ora sembra essersi un po’ perso.
     
    L'ARRIVO A GENOVA - Si apre così la parentesi italiana di Konaté. Ambientarsi in una città come Genova non è facile: Liverani lo promuove, prova a crederci ma dura troppo poco per poterlo lanciare. La svolta però è dietro l’angolo e mentre il ragazzo gira per i carruggi genovesi insieme ai nuovi amici senegalesi, presenti in numero massiccio in città, Gasperini lo studia per capire come utilizzarlo nel suo 3-4-3. Spezzoni di gara per cominciare perché Centurion sembra avere più talento e poi c’è quel piccoletto di Fetfatzidis che a volte fa impazzire gli avversari e spesso manda al manicomio il tecnico per la sua anarchia tattica. La grande occasione arriva, Gasperini si convince, lo promuove titolare. Primi passi in Serie A incerti, voglia di strafare a volte che oscura il lavoro, tantissimo, svolto sulla fascia. Il ragazzo cresce di partita in partita, il minutaggio si alza, segnale tranquillizzante. Contro il Sassuolo ha due buone occasioni ma pasticcia: colpa dell’emozione, a Livorno la sua rasoiata passa vicinissima al palo di Bardi. Per il Genoa arriva la settimana che porta all’Udinese: Konaté al sito ufficiale rossoblù chiama il primo gol in Serie A, Gasperini lo conferma spalla di Gilardino ma la sfida inizia male. Tanti errori, troppi, Marassi rumoreggia, i compagni lo spronano e il tecnico pensa alla sostituzione anticipata. Poi scocca il 44’: la palla arriva in aera di rigore, alta e lontana dalla porta di Scuffet. Konaté piomba sul dischetto, salta più alto di tutti, va in torsione e il pallone colpito con forza da bomber consumato si infila nel set. Piccolo particolare: il Genoa è sotto 2-0, senza quel gol la rimonta epica rimarrebbe nel cassetto. Primo gol in Serie A, lo stadio che esulta e si pente per qualche ingiusto rimbrotto. Konaté si è preso il Genoa e ora vuole continuare a stupire.

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