Calciomercato.com

  • Dalla pizzeria alla nave spaziale: storia di Raiola, che con Pogba guadagnerà...

    Dalla pizzeria alla nave spaziale: storia di Raiola, che con Pogba guadagnerà...

    • Francesco Morrone
    E' sempre stato un passo avanti agli altri, Mino Raiola. Se il calcio italiano è tornato in prima pagina e l'affare più costoso di sempre si farà da noi, come accadeva in passato, gran parte del merito va a questo grosso signore di cinquant'anni. Che è partito facendo il cameriere nel ristorante dei genitori, emigrati dalla Campania in Olanda quando lui era neonato, fino a diventare il deus ex machina di ogni affare milionario del pallone. Re del mercato, cacciatore di talenti, boss dei procuratori. Gli hanno cucito addosso mille etichette, eppure nessuna lo definisce davvero in maniera completa. In Italia Raiola è arrivato 24 anni fa, quando portò Bryan Roy al Foggia e l'anno dopo fece da mediatore alla trattativa che legò Dennis Bergkamp all'Inter. Da noi, però, raggiunse una certa popolarità soltanto nel 1996, anno in cui Pavel Nedved, suo assistito, si trasferì alla Lazio

    Il suo vero capolavoro arrivó qualche anno più tardi, con il secondo trasferimento di Nedved: quello dalla Lazio alla Juve. La stampa italiana iniziava a conoscere per la prima volta questo Carmine Raiola, procuratore dai modi spicci, senza laurea ma capace di parlare sette lingue. Lui si presentava così: mi chiamo Mino e risolvo problemi. E i problemi sparivano davvero, soprattutto se alla sua porta bussava una società decisa ad acquistare Zlatan Ibrahimovic, il primo grande colpo della sua scuderia. "La prima volta che lo incontrai - racconta Ibra nella sua autobiografia - Mino arrivò con quella pancia enorme. Sembrava uscito da un episodio dei Soprano. Chi diavolo è questo qui, mi chiesi? Dovrebbe essere un agente questa specie di gnomo ciccione?".

    Invece l'incontro con quel "meraviglioso ciccione idiota", come lo definisce Ibra, segnò una svolta colossale nella carriera dello svedese. Raiola infatti lo convinse che per diventare un campione avrebbe dovuto lasciar perdere le Ferrari, i vestiti firmati e la bella vita, per concentrarsi esclusivamente a migliorare le proprie prestazioni. Il resto è storia. L'attaccante svedese ha militato in tutti i club più importanti del mondo, facendo il pieno di trofei. E il suo manager era sempre lì, un passo più indietro, a scrutare il futuro in cerca di qualche nuova offerta. A tutelare, come si dice adesso, "la volontà del giocatore".

    Se i vecchi procuratori facevano gli interessi delle società, "per me - ha dichiarato Raiola - viene prima il calciatore". In realtà la sua parcella non è poi molto economica, dal momento che arriva fino al 10 per cento del prezzo pagato per il cartellino (a cui bisogna sommare anche la percentuale sull’ingaggio). Ecco perché i calciatori lo adorano, mentre le società non lo sopportano. Nel 2010, per fare un esempio, tra Robinho, Ibrahimovic e Balotelli, Raiola ha mosso un giro di affari di oltre 100 milioni di euro, guadagnandone 10 in una sola estate. Mica male per uno che è partito servendo pasta e pizza ai tavoli dei ristoranti. 

    Infine, quest'estate ecco la consacrazione nell'olimpo degli agenti sportivi. In pochi mesi è riuscito a portare al Manchester United non solo Ibrahimovic (che a 35 anni guadagnerà 15 milioni di euro all'anno) e l'armeno Mkhitaryan, (pagato 42 milioni di euro al Borussia Dortmund), ma anche Paul Pogba. Il francese lascerà la Juventus per 120 milioni di euro, diventando l'acquisto più caro nella storia del calcio. Come da prassi, Raiola si intascherà per l'operazione una marea di soldi. Ma questa, ormai, è la strada che ha preso il calcio del futuro. E Raiola lo ha sempre saputo. Ecco perché un giorno, al giornalista che gli chiedeva quale fosse la differenza tra lui e i sui suoi colleghi, Mino rispose con la solita diplomazia: "Se gli altri lavorano come una bicicletta, io lavoro come una nave spaziale". Forse aveva ragione lui.

    Altre Notizie