Calciomercato.com

  • Da Martellini e Pizzul agli urlatori: così cambia la partita in tv

    Da Martellini e Pizzul agli urlatori: così cambia la partita in tv

    La tendenza appare irreversibile, ma ai padroni delle ferriere va bene così: l'Atlante del tifo, una recente indagine curata da Demos-coop, mostra come il tifoso italiano, poco attratto da stadi fatiscenti e decisamente malfrequentati, preferisca seguire il calcio in televisione. Più comodo, meno costoso e soprattutto, visti i tempi che corrono, meno pericoloso.

    Eppure, questo bipede antropomorfo metà uomo e metà divano, a cui il pollice opponibile serve solo per premere i tasti del telecomando, si è talmente abituato alle riprese televisive da non immaginare quale dispiegamento di forze e quali difficoltà pratiche esse comportino.

    Ecco perché gli tornerà utile la lettura del documentatissimo "La partita in tv" (ed. Libreria Sportiva Eraclea, pagg. 252, € 16,50), in cui Giancarlo Tomassetti, storico regista dei principali eventi sportivi trasmessi dalla Rai, ha condensato trent'anni di esperienze, studi, riflessioni teoriche e applicazioni concrete.

    Non c'è elemento della costruzione di un racconto per immagini e suoni, dato per scontato dal telespettatore medio, che il volume non analizzi, nel tentativo di rendere la complessità dei moderni sistemi di ripresa, che hanno impiegato decenni per affrancarsi da tecnologie e drammaturgie proprie del cinema.

    Il pallone come linea guida delle inquadrature, la scelta tra il totale della manovra e i dettagli dei singoli giocatori, il riempimento delle pause di gioco, i replay e le moviole, l'utilità delle grafiche, la gestione delle telecamere, posizionate secondo un camera plan e di volta in volta utilizzate aderendo a una ben precisa camera discipline: dietro ognuno di questi elementi c'è l'adesione a una filosofia della ripresa, a un'idea del prodotto da realizzare e delle emozioni da suscitare.

    A un libro del genere, utile ai telespettatori non meno che agli studiosi, farebbe da perfetto contraltare un saggio sul necessario complemento delle riprese televisive, ovvero le telecronache. Sarebbe la storia di una corsa all'indietro, dalla sobria precisione di Martellini e Pizzul al protagonismo degli urlatori di oggi, che tra tic lessicali, urla e inutili statistiche non sanno valorizzare un'evoluzione tecnica che li lascia drammaticamente indietro. 

    Valerio Rosa

    Altre Notizie