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De Laurentiis: 'Fondi proibiti in Italia'

De Laurentiis: 'Fondi proibiti in Italia'

Il Napoli è pronto a cambiare. Una piccola rivoluzione che parte dal duo Sarri-Valdifiori, primi colpi della stagione 2015/16 annunciati e celebrati dal presidente Aurelio De Laurentiis ai microfoni di Radio Kiss Kiss: "Sarri mi ha dimostrato di essere quello che credevo fosse: un uomo di grande esperienza, profondamente attaccato al suo lavoro. Sarri viene da una grande annata e il suo calcio mi intriga moltissimo. Il progetto di un Napoli italiano è nato dal fatto che ho sempre chiesto a me stesso, perché non abbiamo un regista? Poi ho visto Valdifiori, che è sì un 29enne ma, per come gioca, mi sono detto che era l'italiano che faceva per noi. Questo progetto tricolore mi piace molto, anche perché nella vita si cambia e si fa esperienza: mi darà modo di capire cosa c'è di migliore, cosa funziona meno e quindi di mettere a punto un progetto. Reina? Lo incontrerò domani a Roma, farà le visite mediche e saremo pronti per un suo ritorno a Napoli".

QUESTIONE STADIO - De Laurentiis però non si ferma alla squadra e fa il punto sulla questione stadio: "O facciamo i concerti e distruggiamo i campi di gioco o facciamo calcio. Sono pronto per il progetto del San Paolo, ho preso l'architetto dello Juventus Stadium, ma vale la pena incontrare il Comune o aspetto il sindaco del prossimo anno? Pare che il comune remi contro Napoli e il Napoli. Lo scorso anno abbiamo eliminato dieci mila posti della Curva A ma non l'hanno ancora aggiustata. Si preoccupano di fare i concerti, ma se succede qualcosa chi ce l'ha sulla coscienza? Un conto è ospitare i tifosi di una squadra, un conto è ballarci e saltarci dentro non avendone coscienza. Non esistono neanche i bagni".

ATTACCO A DOYEN E LOTITO - Il numero uno del Napoli, poi, al suo ingresso in Lega Calcio, ha puntato il dito contro i fondi d'investimento e su Doyen Sport che ha instaurato una partnership con il Milan: "Doyen? In Italia i fondi sono proibiti, ma mi sono fatto l'idea che nel calcio ci sono troppe regole non uniformi. Continuiamo a dire che il calcio è un'industria, ma tutti se ne dimenticano. Qui siamo tutti contro tutti, nel campo della possibile illegalità". Parole al veleno anche per il consigliere federale Claudio Lotito: "Si permette di dire 'Aspettiamo tre anni per andare a regime e ridurre il campionato a 18 squadre'. Ma perché? Hai bisogno dei voti di chi? Hai la spinta della Serie B? Con chi ti sei messo d'accordo? Perché in questo Paese ci vogliono tre anni a fare le cose?".
 

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