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  • De Rossi, il 'sì' alla Roma costa 30 milioni

    De Rossi, il 'sì' alla Roma costa 30 milioni

    • Valerio Nasetti

    'Ho ricevuto una proposta capace di farmi perdere il sonno per tre giorni'. Daniele De Rossi ha spiegato chiaramente, in conferenza stampa, quanto la trattativa con la Roma sia stata lunga e tortuosa, a volte a rischio rottura. Specialmente in quel lasso di tempo, quando il giocatore è stato raggiunto da un sondaggio degli arabi dell'Al Ahli, pronti a mettere sulla bilancia 12 milioni di euro a stagione, il doppio dell'offerta accettata la scorsa settimana da parte della Roma.

    Il club giallorosso ha nella pratica riacquistato De Rossi. Un investimento da 50 milioni di euro, pari all'aumento di capitale deliberato lo scorso 30 gennaio. Una scelta di testa e di cuore quella del calciatore; ora è scontato mostrarsi moralisti servendo all'uditorio la facile battuta 'è facile essere bandiera a sei milioni di euro all'anno'. Ma quale elemento convince ad accettarne 30 in cinque anni, di fronte alla possibilità di averne 60? Per la risposta, ci viene in soccorso lo stesso calciatore.

    'Questa è la mia casa, mi sono accorto che soltanto la Roma mi permette di giocare un certo tipo di calcio'. Insomma, De Rossi sarebbe incapace di gioire al 100% per gli eventuali suoi successi nel Manchester City o nel Real Madrid perchè li sentirebbe distanti dal proprio 'io', e lo stesso dicasi per la montagna di soldi proposti dall'Al Ahli: una questione di qualità di vita, mancanza di affetti. Essere bandiera non vuol dire dover giocare gratis per la propria squadra del cuore, ma sentire la maglia come una seconda pelle e ritenersi primo responsabile di quanto avviene in campo, 'al di là di vincere coppe o medaglie'. Questo è De Rossi. Una bandiera, appunto.

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