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  • Del Neri: |'Fallimento alla Juve? Non ero l'uomo giusto'

    Del Neri: |'Fallimento alla Juve? Non ero l'uomo giusto'

     

    Domani, sabato 22 settembre, alle ore 23.30 su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD, torna l’appuntamento con “I Signori del Calcio”. Protagonista l’ex allenatore di Chievo, Sampdoria e Juventus Gigi Delneri.
    Seguono gli estratti principali dell’intervista esclusiva al tecnico friulano.
     
    Il fatto che vieni spesso accostato al Chievo ti lusinga o la ritieni una diminutio?
    "Mi lusinga molto perché penso che il Chievo sia stata la squadra che ha giocato il miglior calcio degli ultimi 20 anni. È stato fatto da molti giovani vogliosi e tanti di loro sono andati in nazionale, mentre altri sono diventati campioni del mondo. Questo è motivo di soddisfazione anche per l’allenatore. Sono ragazzi che hanno dato molto al sottoscritto a livello interpersonale, parlo di Perrotta, ma anche di giocatori sconosciuti. Non dimentichiamo che ci sono state situazioni non semplici come alla Roma, al Palermo e alla Juventus, ma anche situazioni importanti come all’Atalanta, dove, anche in quel caso, ci sono stati giovani che sono andati in nazionale, o alla Sampdoria, che è arrivata alla Champions. Quindi, ho raggiunto tutti gli obiettivi che un allenatore può raggiungere nel calcio, a parte il campionato".
     
    Se non fosse arrivata la Juventus, probabilmente saresti rimasto a Genova?
    "Sì, diciamo che è arrivato tardi il presidente della Sampdoria. Chissà, magari poteva essere la scelta più giusta, vedendo poi i risultati che sono arrivati l’anno dopo con grande difficoltà. Ma non bisogna mai tornare indietro, sicuramente rifarei le stesse cose e magari ripagherei dazio come successo con la Juventus, ma nel calcio ci sta entrare nei momenti sbagliati e avere delle difficoltà. Per un certo periodo la squadra è andata bene, ma poi ha cominciato ad andare meno bene. Ci sta anche la scelta di cambiare rotta. Col senno di poi, magari restare a Genova sarebbe stata la scelta migliore, ma penso di aver fatto la scelta giusta perché mi ha permesso di conoscere un ambiente importante e delle persone importanti che comunque hanno lasciato il segno".
     
    Sei arrivato alla Juve in un momento sbagliato?
    "Era un momento di costruzione. Probabilmente c’è stata poca pazienza o forse non ero l’uomo giusto per poter portare avanti il progetto. Fino a gennaio ero terzo in classifica con gente di 18 anni. Fino a quando Quagliarella, De Ceglie e Iaquinta sono stati disponibili le cose andavano bene".
     
    Tra i giovani, qual è l’allenatore che più ti ricorda Delneri?
    "Forse Vincenzo Montella, non tatticamente, ma mi sembra che abbia le idee chiare e sia portato a dare del suo nel mondo del calcio. L’ho seguito quando faceva le giovanili della Roma e aveva delle idee importanti già all’epoca e rispettava quelle dell’allenatore, almeno questo è quello che è accaduto nel nostro rapporto. Penso che questi concetti li abbia portati nel mondo del calcio. Poi, credo che lui abbia delle qualità importanti per insegnare il calcio. Ritengo che sia uno che possa fare buone cose".
     
    Quale potrebbe essere l’ambiente giusto per tornare ad allenare?
    "Non lo so, vediamo cosa succede, magari può arrivare nel momento meno pensato. Spero arrivi presto perché adesso abbiamo voglia di tornare a lavorare. Ci sono delle idee da portare avanti e ho voglia di tornare nel mio mondo. Però bisogna anche saper aspettare la situazione giusta che ti dia più opportunità. Non parlo di squadre di alto, medio o basso livello, parlo di una squadra che possa darmi l’opportunità di lavorare bene e far vedere che la coerenza può produrre ancora dei buoni risultati. Vediamo se ci saranno cambiamenti e se arriverà la chiamata da parte di qualcuno".
     
    La Juve è la squadra favorita per lo scudetto?
    "Decisamente sì, perché ha fatto un campionato fantastico l’anno scorso e quest’anno ha acquistato giocatori che completano la squadra. Tutti parlano di top player, ma penso che Matri, Quagliarella e Vucinic siano un pezzo qualitativo molto importante per quello che la Juve può fare, a dimostrazione che c’è un gioco corale".
     
    Si aspettava che Conte facesse così bene anche l’anno successivo al suo addio?
    "Conte è stato un ottimo allenatore, conosceva l’ambiente e aveva molta credibilità e questo è un punto a suo favore. Ha avuto ottimi risultati, la squadra è stata migliorata perché gli acquisti di Vucinic, Pirlo,  Lichsteiner, Vidal hanno dato nuova linfa e coraggio ai giocatori, poi c’è Chiellini che è un giocatore già conclamato, ha avuto una squadra diversa che ha ottenuto un risultato eccezionale. Merito di Antonio, che ha costruito una squadra al di là dei top player che aveva nel campo".
     
    Su Del Piero.
    "Penso che in Italia non potesse più giocare. Credo che nessuna squadra potesse dargli quello che affettivamente gli aveva dato la Juve in questi anni. Quindi penso che la sua scelta è stata anche una scelta di cuore. Sono sicuro che in Australia porterà il suo saper fare di uomo e di calciatore e saprà trainare anche questo paese in una visione del calcio differente. Lui è un giocatore molto importante che può dare ancora molto. Se farà in Australia quello che ha fatto in Italia sarà un buono spot anche per tutto il nostro calcio".
     

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