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  • Delneri: 'Scudetto al Napoli, la Juve c'è. Manca Vidal, che bravo Dybala'

    Delneri: 'Scudetto al Napoli, la Juve c'è. Manca Vidal, che bravo Dybala'

    Dall'ultima volta che Juventus e Manchester City si sono affrontate a Torino, ne è passata di acqua sotti i ponti. È cambiato quasi tutto: dallo stadio alla competizione, soprattutto le stesse squadre sotto il punto di vista delle ambizioni e non solo dei giocatori. In quel dicembre 2010 l'allenatore della Juve era Luigi Delneri, scelto nel primo anno dell'era Agnelli-Marotta-Paratici per una rifondazione che poi ha trovato in Antonio Conte l'uomo della svolta e della continuità. Un periodo che lo stesso Delneri ricorda in ogni caso come positivo, in esclusiva a calciomercato.com.

     

    Dal quel Juve-City alla partita di questa sera, quanto è cambiata la Juve?

    “Non è cambiato granchè. Mi spiego meglio: già in quella stagione la mentalità richiesta e imposta in casa Juve è sempre stata quella vincente, ottenere risultati importanti è quello che rende speciale il dna della maglia bianconera. Semplicemente la Juve è tornata ad essere vincente, l'anomalia era legata a quel periodo di risultati al di sotto delle aspettative”

     

    Che ricordi ha dell'esperienza sulla panchina della Juve? Ritiene che già in quella stagione si siano poste le basi per il ciclo vincente dei successivi campionati?

    “Fu un anno difficile, come sempre accade quando si impongono grandi cambiamenti un'annata dove non si ottengono grandi risultati è da mettere in preventivo. Ci sono difficoltà oggettive, come quelle riscontrate anche in questa stagione. Nel mio caso c'erano situazioni diverse, bisognava ricreare ambientazioni vincenti dopo anni di delusioni per passare ad aprire un ciclo vincente. Sicuramente non eravamo pronti per vincere, l'obiettivo era la Champions e senza tutti gli infortuni o gli errori di varia natura della seconda parte di stagione, ce l'avremmo fatta. D'altronde avevamo dimostrato segnali importanti nel girone d'andata, chiuso al terzo posto. Ritengo sia stato in ogni caso un anno importante, per me ma anche per tutti quei giocatori che dalla stagione successive si sono ritrovati già pronti a gestire le pressioni di chi deve vincere con la Juve, penso ad esempio a Bonucci”

     

    Qual è il suo rapporto con Marotta e Paratici dopo la separazione?

    “All'inizio ovviamente c'è stato un periodo teso, o per meglio dire un po' imbronciato come è normale quando un rapporto termina. Passata la delusione siamo tornati in splendidi rapporti, di tutto l'ambiente Juve conservo un ricordo bellissimo. Gli anni successivi poi hanno dimostrato come con Conte abbiano trovato l'allenatore giusto. Il mio unico rammarico è stato quello di aver rinunciato a giocare la Champions con la Sampdoria, perché in realtà ero sicuro di poterla raggiungere allenando la Juventus”

     

    A proposito di rifondazioni, ritrova delle analogie tra la sua stagione alla Juve e quella attuale?

    “In parte sì, ma i problemi di oggi sono fondamentalmente legati al normale impaccio che una squadra riscontra cambiando tanti giocatori importanti. Elementi dello spessore caratteriale come Tevez, Pirlo e Vidal non si sostituiscono. La Juve ha deciso di puntare con giovani di prospettiva dalle grandi qualità, il valore di Dybala ad esempio è già sotto gli occhi di tutti, ma qualcosa in avvio si paga inevitabilmente”

     

    Può vincere lo Scudetto questa Juve?
    “Sicuramente. Allegri è stato bravissimo a gestire la situazione delicata dei primi mesi, ora la Juve ha ritrovato l'atteggiamento giusto e penso siano le altre squadre a doversi preoccupare di lei. Più distante la tengono meglio è, però penso che non riusciranno a tenerla distante ancora a lungo. Anche se la favorita per lo Scudetto secondo me è il Napoli, perché gioca meglio di tutte ed è matura quanto basta per gestire le partite senza fretta, tanto sa che il gol prima o poi lo segna”

     

    Mercato alle porte: cosa manca alla Juve?

    “Difficile dirlo, diventa dura trovare giocatori migliori di quelli già presenti. Chi potrebbe davvero far fare il salto di qualità? La verità è che servirebbe uno alla Vidal, come operazione e come giocatore. Ma forse un altro Vidal non si trova in giro”

     

    Allegri è finito nel mirino delle critiche anche per l'incredibile numero di infortuni muscolari. Qualcosa di simile a quanto capitato a lei...
    “Gli infortuni fanno parte del gioco, purtroppo. Al di là del fatto che sotto la mia gestione abbiamo affrontato tanti infortuni gravissimi non muscolari, come quelli di De Ceglie e Quagliarella, la verità è che quando si gioca con questa intensità e velocità basta davvero poco per farsi male. Ad esempio, non si parla mai dell'importanza che possono avere i continui viaggi e l'assenza di riposo nella fase di recupero, situazioni di cui si parla poco ma influiscono notevolmente. Non è un caso che le squadre con meno impegni abbia meno infortuni muscolari, la Juve poi anche durante la sosta non può far riposare i suoi giocatori. Ai miei tempi qualcuno aveva messo addirittura in discussione il centro di Vinovo che in realtà è spettacolare, non bisogna dar peso alle chiacchiere da bar”

     

    Quando rivedremo Delneri in panchina?

    “Quando qualchuno mi chiama (ride, ndr)...! Vediamo, sono in attesa della situazione giusta, non mi precludo nessun tipo di progetto purché sia serio. Non escludo nemmeno un'espereinza all'estero, anche se per mille motivi una situazione italiana soprattutto a stagione in corsa sarebbe ideale”.

     

    E invece un nuovo Chievo dei miracoli lo rivedremo mai?
    “Qualche Sampdoria in Champions forse sì, un altro Chievo dei miracoli no. Resterà sempre un prodotto inimitabile, tutte le neopromosse da anni soffrono l'impatto con la A noi invece siamo quinti giocando un calcio fuori portata da parte di tutti. Soprattutto nel primo anno di serie A, il nostro fu un Chievo stellare che non si ripeterà più, per provenienza e per quello che ha dimostrato. Sono venuti fuori giocatori che poi sono diventati campioni del mondo, tantissimi oggi sono diventati allenatori. Sono altri esempi del fatto che quel Chievo ha lasciato segni indelebili”. 


    Nicola Balice
    @NicolaBalice


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