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  • Del Piero: 'Che personalità Dybala! Higuain ai livelli di Suarez e Lewandowski. Su Insigne e Marchisio...'
Del Piero: 'Che personalità Dybala! Higuain ai livelli di Suarez e Lewandowski. Su Insigne e Marchisio...'

Del Piero: 'Che personalità Dybala! Higuain ai livelli di Suarez e Lewandowski. Su Insigne e Marchisio...'

Alessandro Del Piero, leggenda della Juventus, ha parlato ai microfoni di Sky Sport della sfida scudetto di domani tra Juve e Napoli: "Il fascino di questa sfida è talmente grande che si è dimostrato non solo in Serie A  ma anche in Serie B, dove si è giocata la partita più attesa dell’anno, molto più attesa di tante altre in Serie A, perché due grandi squadre giocavano nella categoria inferiore e si sfidavano per ripartire, tanto che a fine anno, entrambe sono state promosse in Serie A. In tutte e due le partite io ho segnato, tra l’altro a Napoli su punizione, una punizione molto bella, e a Torino per il 2-0, che in qualche modo ci consacra e stacca la Juve dal Napoli e ci consente di assaporare molto, molto da vicino, quella che era una promozione che, salvo catastrofi, avevamo in pugno".

SU MARCHISIO E INSIGNE - "Da una parte c’è Marchisio, ancora nel pieno della carriera ma già con un grande passato, dall’altra parte c’è Insigne, che è molto giovane, con potenzialmente un grandissimo futuro. Marchisio l’ho visto crescere, abbiamo fatto un sacco di cose insieme, battaglie, vittorie, e siamo in contatto periodicamente, come amici. Insigne è un ragazzo che ha più volte dichiarato la sua “Delpierinità”, non so se si possa dire così, è molto bravo, con grande talento, e spero possa veramente fare bene di anno in anno e possano raggiungere entrambi grandi risultati con la Nazionale". 

SU DYBALA - "Credo che Dybala sia l’esempio perfetto di quello che è la Juventus quest’anno; il grande acquisto iniziale, tanti soldi, cambio generazionale, da Tevez, che aveva un’età, a lui. Cambio di mentalità, anche se sono entrambi argentini, un inizio molto difficile, a partire dal fatto che non sempre brillava, che era anche in panchina e c’era qualcun altro davanti a lui, che è coinciso proprio con il momento difficile della Juventus, quando non vinceva, anzi perdeva spesso. Nel momento in cui si è trovata una certa continuità con Dybala, la Juventus ha cominciato a virare, per poi inanellare quella che è stata la serie di vittorie fino a questa grande sfida ed è cresciuto anche lui come rendimento, sia come gol che come prestazioni, al di là delle qualità tecniche che si sapevano e che si erano viste a Palermo, al di là dei gol che sarebbero arrivati, perché la squadra è una grande squadra e lui ha le qualità per poterla trasformare. Quello che ha impressionato tutti quanti è la personalità che a 21 anni riesce a mettere in campo e riesce a trasmettere serenità, che è il collante perfetto tra centrocampo e attacco. È quello che Allegri faceva l’anno scorso con Tevez, solo che oggi lo fa a suo modo e lo fa decisamente molto bene. Il tempo ci dirà se Dybala può essere un grande per la Juventus, per se stesso, se potrà essere un grande alla Juventus. Dipenderà da diversi fattori. Oggi ci sono tutte le premesse perché questo accada, perché sta reggendo molto bene le pressioni sotto tutti gli aspetti. Ha una personalità forte, che gli permette di farlo con la giusta serenità, ma, soprattutto, mi sembra di vedere fame in quello che fa. Quindi, si tratta di ripetersi anno dopo anno per almeno dieci anni... (Sorride). Quello si che lo potrà consacrare a idolo incontrastato".

SU HIGUAIN - "Higuain ha ovviamente ha una storia diversa da quella di Dybala, ma in egual misura oggi è la presenza numero uno del Napoli. Innanzitutto per il numero di gol, perché segna a ogni partita, questo indipendentemente dal fatto che uno sia bravo, argentino, italiano, questo è qualcosa che va oltre tutto. Ma poi, perché rispetto all’anno scorso, per esempio, dove era più sofferente, segnava ma era più sofferente, sia nella forma fisica che in alcuni atteggiamenti. Oggi tutti gli atteggiamenti sono visti in maniera positiva, anche l’arrabbiatura per un gol mancato o per un passaggio non perfetto di un suo compagno fa trasparire la voglia di volere qualcosa di più. Questo, secondo me, unito alle sue qualità che sono straordinarie come ha già fatto vedere al Real Madrid e che ha confermato già in questi anni al Napoli, va dato merito indubbiamente a lui che si è reso disponibile per un determinato tipo di progetto. Anche in un momento come questo, con l’arrivo di Sarri, un allenatore nuovo che non aveva la personalità magari “esterna” di Benitez (intendo che il passato dei due allenatori era completamente diverso), ma ovviamente merito anche a Sarri e al Napoli che sono riusciti comunque a creare intorno a lui e intorno alla squadra, insieme a Sarri, un progetto che è nuovo, perché oggi il Napoli è nuovo, è diverso perlomeno, molto diverso rispetto all’anno scorso. Credo che Higuain oggi, insieme a Lewandoski e Suarez, rappresenti il top per quanto riguarda la prima punta, la punta che deve sempre farsi trovare pronta, che deve essere un grande finalizzatore, che deve essere pronto a tutto, destro, sinistro, testa, petto, spalla, che è capace di attendere il momento opportuno perché molte volte le sue prestazioni sono figlie di prestazioni della sua squadra. E in questo, oggi, questi tre giocatori sono di sicuro sopra gli altri. Io credo che poi gli argentini quando si ritrovano in nazionale hanno una fame comune e riescono a chiudersi contro il mondo, quindi non credo che lì vivranno, né Higuain né Dybala, delle particolari situazioni di sofferenza interna. Per questa partita invece io vedo Higuain come il fratello maggiore di Dybala e di conseguenza penso che se ci sarà il momento di dare una spallata uno all’altro, entrambi lo faranno in maniera molto “onesta” tra di loro. Poi, finito il tutto, credo che sotto la stessa bandiera ritorneranno quelli di prima, ma saranno pronti a tutto con uno spirito diverso: Higuain, quasi, non dico all’ultima spiaggia, ma sapendo che questa è un’occasione molto rara perlomeno; dall’altra parte Dybala , che gode del fatto che, comunque, la sua squadra è in rimonta. Lui è giovane, ha tutto davanti a sé, quindi, dovrà farsi prendere dall’entusiasmo, da quello che ha dimostrato finora".

SU MARADONA E PLATINI - "E’ stato per certi aspetti il top di quello che uno potesse vedere nel campionato italiano, perché i migliori stranieri all’epoca erano pochi, ne potevano arrivare due e, poi, successivamente tre. Perciò, erano davvero i migliori in giro per il mondo, a partire da Juve-Napoli, dove c’erano due numeri dieci straordinari, Platini da una parte e Maradona dall’altra. Fin da allora, s’instaurò una sfida che era si tra le due squadre, ma soprattutto fra questi due numeri dieci, ai quali ero affezionato, erano la mia ispirazione. Quindi, c’era la sfida dentro la sfida, la sfida delle due squadre, dei numeri dieci e di questa fantastica atmosfera che si era creata attorno a questa partita e a questa competizione".

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