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  • Della Valle davanti a un bivio per Tod's e per Fiorentina

    Della Valle davanti a un bivio per Tod's e per Fiorentina

    Mai come in questo momento i destini del gruppo Tod's e della Fiorentina calcio viaggiano su due binari paralleli. Entrambe si trovano ad un bivio; continuare a procedere con le proprie gambe rischiando di soffrire della sindrome di inferiorità oppure cedere il passo e aprire a nuovi capitali freschi che permetterebbero di fare il salto di qualità.
    Dopo una clamorosa crescita sia interna che esterna con il superamento del miliardo di euro, di fatturato il gruppo Tods, controllato dalla famiglia Della Valle,  si trova davanti ad una decisione storica: continuare a crescere in autonomia con il rischio di rimanere schiacciati dai giganti francesi della moda oppure cedere delle quote e far entrare nel capitale un socio forte.

    Basta una dato per motivare questa affermazione; attualmente il mercato valuta la Tod's poco più di 3 miliardi di euro contro i giganti Pinault, valutata 20 miliardi, e il gruppo LVMH che addirittura capitalizza 73 miliardi. Per la maggior parte delle case d'affari americane non si può andare avanti così. O si rimane nel limbo in attesa della prossima recessione che per un titolo ciclico come la Tod's può tagliare le gambe, oppure bisogna cedere ai capitali esteri e allearsi ai cugini francesi piuttosto che agli sceicchi sempre pronti ad investire nel Belpaese, come già accaduto in passato con Gucci, Bulgari e l'anno passato Loro Piana.
    Nell'agosto del 2013 gli analisti di Citigroup hanno iniziato a prezzare una possibile vendita di Tod's a 180 euro ad azione pari a circa l'80% in più rispetto ai prezzi attuali. La secca smentita della famiglia Della Valle negli ha sgonfiato la speculazione tuttavia una possibile vendita non va esclusa.
    Anche la Fiorentina si trova davanti ad un bivio; dopo 12 anni di presidenza Della Valle, questo sembrerebbe il momento del salto di qualità indispensabile per cercare di primeggiare in italia e non "accontentarsi". L'attuale proprietà si ritrovò praticamente gratis la Fiorentina e dopo alcune decine di milioni immessi per raggiungere e consolidare la permanenza in serie A, è chiamata adesso o mai più al salto di qualità per valorizzare al meglio l'investimento fatto.
    Ma che senso avrebbe per degli imprenditori sicuramente più ferrati nel campo della moda che in quello sportivo una scelta del genere? Il famoso progetto sulla cittadella viola, ad esempio ha sempre posto più di un dubbio agli osservatori più attenti. Nella prima versione si basava su di un megaprogetto che affiancava al nuovo stadio aree commerciali, residenziali e un mega parco tematico. Via via si è trasformato in un investimento molto diverso da quello iniziale tanto che, almeno agli occhi dei fratelli marchigiani, non è mai apparso del tutto conveniente.
    La settimana scorsa una squadra da zero "tituli" in NBA i Clippers, considerata da sempre la cenerentola di Los Angeles, è stata venduta, in poco meno di un mese dall' inizio della messa in vendita, per quasi 2 miliardi di dollari e comprata dall' ex socio in affari di Bill Gate in Microsoft Steve Ballmer.
    Difficile paragonare la titolata NBA con la declassata serie A, si può tuttavia ipotizzare che con investimento netto di circa 25 milioni di euro, la metà di quello che un'onorevole partecipazione alla Champions League potrebbe fruttare in termini di diritti, più o meno quanto investito per il restauro del Colosseo a Roma, la Fiorentina potrebbe diventare competitiva soprattutto in campionato ma anche in coppa. Se non ci sarà la volontà di andare in questa direzione, molto presto gli elementi della rosa più capaci finiranno per  farsi attrarre da sfide più accattivanti e remunerative e, per gli stessi Della Valle, tornerà in auge prepotentemente l'opzione di uscire, nel modo più indolore e decoroso possibile.
    Ecco perchè per Tod's così come per Fiorentina è arrivato il momento di lasciare o raddoppiare.

    Attilio Rapaci, esperto di calcio e finanza


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