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  • Perché Sousa lascerà la Fiorentina

    Perché Sousa lascerà la Fiorentina

    Andrea Della Valle e Mario Cognigni da una parte Paulo Sousa dall’altra affilano le armi. Il distacco è netto, insanabile, irrecuperabile dal momento che nessuna delle parti in causa si fida più dell’altra. Da gennaio ad oggi sono passati due mesi abbondanti e nessun chiarimento è ancora avvenuto. Non avverrà. Come nella miglior tradizione recente di casa viola. C’è stato un corto circuito nelle comunicazioni tra il patron e l’allenatore a pochissimi giorni dalla fine del mercato. Non stiamo parlando di Prandelli, tantomeno di Montella. Parliamo di Paulo Sousa, ultimo weekend di gennaio e di mercato 2016.
    Sousa voleva Mammana, il River aveva appena accettato di venderlo a 6.5 milioni più un 10% sulla eventuale plusvalenza della rivendita oltre i 9 milioni e non superiore a un massimo di 1.5 milioni. Per Sousa l’affare del secolo, per Della Valle no. “Presidente quando lo rivenderà ci prenderà il triplo. Glielo garantisco”. Sousa ha preso il telefono più volte per cercare di convincere il Patron. Inutilmente. Il Patron non ha risposto. Lo strappo si è consumato lì.
    Da quel giorno la Fiorentina è crollata fisicamente, mentalmente, il progetto si è sgretolato come un castello di carte al vento.
    E adesso i duellanti si studiano sulle macerie di un rapporto in frantumi in un lungo surplace come i pistard del ciclismo su pista nell’attesa che sia l’altro a prendere l’iniziativa (e la responsabilità) della rottura anticipata del contratto che lega Sousa ai viola.
    Mario Cognigni si è definitivamente convinto, anzi lo era da ben prima di gennaio, che l’allenatore portoghese per personalità, spirito di indipendenza, ambizione, rappresenti una figura troppo pericolosa per la Fiorentina. Paulo Sousa, non proprio un esempio di fedeltà ai precedenti club da allenatore, ha capito definitivamente che la Fiorentina di più e di meglio non può e non vuole dargli. E’ già al capolinea e deve solo trovare il modo di scendere dal pullman viola.
    Resta l’opinione pubblica. Nel mezzo come sempre. E per quella, solo per quella, si affilano appunto le armi e si ammorbidiscono le dichiarazioni ammantandole di vuoti propositi: “Sousa è il futuro”, “Ho un contratto”…
     Sousa vuole che la Fiorentina lo lasci andare. La Fiorentina è pronta a farlo basta che Sousa si prenda la responsabilità del nuovo tradimento. Sousa, al momento non ci pensa minimamente. Fino a ieri ha avuto la piazza compatta al proprio fianco e le stesse identiche rimostranze della tifoseria. Pensa ancora possano bastare, malgrado Empoli.
    Lui, uomo d’onore, prima di assumersi responsabilità che ritiene di non avere, vuole pensarci bene. Anche perché intuisce che stavolta in tanti capirebbero le sue ragioni molto più che in passato quando la ragion di stato (c’è solo la Fiorentina) finiva col gettare infamia su chi lasciava Firenze e manlevava la proprietà da ogni colpa.
    Della Valle e Cognigni, come il cinese sul fiume, aspettano la resa del nemico. Ha funzionato in passato, funzionerà pure stavolta.
    Nessuno, né Della Valle, Cognigni, tantomeno Paulo Sousa, ha invece capito che tutti questi tatticismi sono inutili. La gente è stanca, disillusa profondamente, spossata come dopo un’ultima grande passione sfiorita per sempre.
    Alla gente di Firenze, se la colpa debba prenderla Della Valle o Sousa stavolta, non importa. Facessero come vogliono, tutto cambia perché nulla cambi all’ombra di campo di Marte. I fiorentini questo l’hanno capito bene.

    Loris Cialini

    SONDAGGIO: STATE CON DELLA VALLE O CON SOUSA? 

     

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