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Di Carlo vuole classe e velocità

Di Carlo vuole classe e velocità

Dov’è la classe della Samp? Di ritorno da Oporto, sul volo che riportava la squadra in Italia, l'ha evocata. Sabato sera, a Barcellona, nello stadio dell'Espanyol, la pretenderà.

La classe implosa. Secondo il tecnico blucerchiato, Domenico Di Carlo, è una delle cause della sconfitta patita sotto le architetture ardite e funzionali dello Estadio do Dragao. "Tecnicamente mi aspettavo passaggi migliori. Un gioco migliore in velocità. Loro sono dei grandi palleggiatori e ti mettono in difficoltà. A maggior ragione, quando recuperi palla devi saper replicare in maniera adeguata". L'attacco (in questo caso contrattacco), oltre a rappresentare l'ovvia essenza del gioco, permette di alleggerire la pressione sulla difesa e la fase difensiva in generale. Ieri il reparto arretrato ha dovuto svolgere un super lavoro soprattutto nel primo tempo. "Le nostre caratteristiche sono di una squadra che sa giocare la palla bene e in grande velocità. Contro il Porto non siamo riusciti a farlo mentre loro lo hanno fatto molto bene".

Gli esterni hanno sbagliato qualche appoggio. Mannini ha alternato cose buone e meno buone, Koman ha fatto soprattutto cose meno buone dilapidando tra l'altro la sua enorme dote agonistica: andando dritto sull'avversario, ad esempio, si è fatto sistematicamente saltare dovendo poi rimediare con lunghe ed estenuanti rincorse. Pozzi in questo periodo è decisamente imballato e anche se la cosa non preoccupa (la vis agonistica uscirà presto intonsa) nella partita di Oporto ha creato problemi alla squadra. Con gli esterni un po' balbettanti, Pozzi giù di spazzetta, il solo Cassano abbastanza in palla, assenze pesanti, non era facile fare sfracelli. Ancora il Di Carlo critico: "Bene la fase difensiva nella prima parte, non altrettanto quando entravano nella nostra metà campo. Allora dovevamo essere più aggressivi, sennò finisce che ti pressano verso la porta e ti castigano".

Con altri sistemi se non riescono, come accaduto, ad andare in porta su azione manovrata. Se il gioco staziona nella trequarti di tua competenza, infatti, può accadere che l'avversario si riesca a conquistare un calcio di punizione e faccia gol (Fernando, il primo); oppure può accadere che qualcuno decida di tirare da lontano e faccia di nuovo gol (Hulk, il secondo).

In Portogallo si sono viste anche cose positive che vanno rilevate, altrimenti la trasferta della Sampdoria sembra una disfatta. Senza scordare che le amichevoli estive sono fatte proprio per capire se esiste qualcosa che non va. "Mi è piaciuto l'atteggiamento - ha detto Di Carlo - mi è piaciuto l'equilibrio. La squadra ha reagito bene una volta che era passata sotto di due gol e questo è importante; se si tiene conto che eravamo in uno stadio con quarantamila persone che tenevano per la squadra di casa... Poi Curci: era normale che avesse qualche problema all'inizio, per me ha patito un po' l'emozione. Nel secondo tempo ha giocato molto bene. E poi quel pallone non lo ha certamente facilitato".

Quel pallone era uno Jabulani travestito. Lo stesso pallone che era stato utilizzato in Sudafrica e che aveva tolto il sonno ai portieri impegnati al Mondiale. A Oporto era di colore arancione ma era lui. Il gol di Hulk è un po' colpa di Curci un po' di Jabulani. La responsabilità delle uscite a vuoto del portiere nel primo tempo pure va divisa a metà. La Sampdoria si è subito spaventata, perché Jabulani è un organismo geneticamente modificato dall'Adidas e l'Adidas fornisce i palloni per la Champions League. Ieri mattina i dirigenti doriani erano già al telefono e hanno scoperto che la palla con la quale si giocheranno i preliminari Champions proviene da tecnologia differente: è la stessa adoperata nella Champions della scorsa stagione. La Sampdoria ne ha ordinata una partita, i palloni arriveranno a Bogliasco il 6 agosto, in tempo utile per essere sperimentati dai giocatori. E da Curci. 

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