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  • Di Francesco: 'Tante possibilità, ma ho scelto la Roma. Schick? Vorrei allenarlo, ha l'istinto del campione'

    Di Francesco: 'Tante possibilità, ma ho scelto la Roma. Schick? Vorrei allenarlo, ha l'istinto del campione'

    • Giacomo Brunetti, inviato a Firenze
    Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, è oggi ospite del Festival del Calcio di Firenze. Ecco le sue parole, raccolte dall'inviato di Calciomercato.com, Giacomo Brunetti: "Se mi sarei immaginato di tornare a Roma da allenatore? Assolutamente no, la mia scelta all'epoca era di staccare totalmente dal calcio. Poi aver preso uno stabilimento a Pescara mi ha dato la possibilità di smettere e fare la vita dei miei genitori. Poi però ti rendi conto che ti mancano tanti aspetti del campo e quindi ci vuoi tornare. La casualità ha voluto che io tornassi a Roma e credo sia per me una cosa unica. Lo faccio con grande voglia, ci sono pressioni differenti rispetto al Sassuolo, quelle interne però sono identiche, perché dei risultati devi portarli da una parte e dall'altra. Gli obiettivi sono diversi, ma comunque importanti. Avevo alcune opportunità, ma la scelta della Roma è stata legata al sentimento, alla possibilità di allenare la squadra di una città che mi ha dato tanto e a cui sono ancora legatissimo. Questo è stato uno stimolo in più, anche quando ero calciatore. Avevo la possibilità di andare in grandissime squadre italiane, anche più blasonate della Roma. Ma allora ho scelto il presidente, Franco Sensi, la persona che mi ha voluto più di tutti".

    SUL CAMPIONATO - Di Francesco ha poi parlato della corsa scudetto: "Spareggio no, ma Roma-Napoli sarà una partita fondamentale con un sapore e un gusto particolari. E io voglio arrivarci impedendo a Sarri di sviluppare il suo gioco, le pressioni non mi spaventano, anche perché la squadra da battere a lungo termine è sempre la Juventus. La Roma vuole crescere e un po’ ci dispiace avere una partita da recuperare, ma vogliamo essere attaccati al gruppo di testa. Noi siamo partiti con gare difficili e questo magari non trasmette consapevolezza e forza alla tua proposta di gioco. Poi siamo arrivati alla sfida con l'Inter, che forse meritavamo di vincere più di tutte le altre, e l'abbiamo persa. La forza sta nel continuare a credere in quello che si propone. Non si vince con la perfezione, ma si vince sbagliando meno".

    SU DZEKO - "Sono state parole sbagliate, perché non tutti sanno quello che si chiede a un calciatore. Serve tempo, è fondamentale in un ambiente difficile come il nostro".

    SU SCHICK - "Ho avuto poche possibilità di poterlo allenare. Averlo a disposizione con continuità mi farebbe impazzire, ma si vede che ha l'istinto del campione. Per lui dovrò adattare qualcosa, in futuro farà la punta centrale, ma le cose migliori le ha fatte partendo dal centrodestra. È giovane, va accompagnato anche nei giudizi, ma ha le potenzialità per poter essere un grande attaccante".

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