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  • Di Marzio a CM: 'Sconfissi la Juve 5-0 e vinsi due campionati nello stesso anno'

    Di Marzio a CM: 'Sconfissi la Juve 5-0 e vinsi due campionati nello stesso anno'

    • Gianluca Minchiotti

     

     
     
    Gianni Di Marzio affronta come di consueto i temi della settimana ai microfoni di Calciomercato.com. Il menu questa volta propone Messi, Milan-Barcellona, Berlusconi e Allegri, Stramaccioni e Juventus-Napoli: il condimento, come al solito, è fornito dai ricordi e dagli aneddoti di Di Marzio.
     
    Iniziamo da Messi: grandissimo, ma quando affronta le difese italiane non segna (quasi) mai...
    "Gli italiani sul piano tattico arrivano dalla scuola di Coverciano, che è una grandissima scuola. Noi sappiamo come si fa a difendere, anche di fronte al miglior giocatore del mondo. Il movimento di Messi in campo è più o meno sempre lo stesso e tu riesci a chiudergli gli spazi, a volte può non riuscire a trovare le sue grandi giocate. Tatticamente è così, senza spazi lui va in difficoltà, anche se il suo valore è fuori discussione".
     
    Milan-Barcellona: all'andata è finita 0-0. Al ritorno come andrà?
    "Il canovaccio della partita sarà lo stesso del match di San Siro. Se il Milan riuscisse a concretizzare le occasioni, potrebbe farcela, ma se Robinho non c'è e Ibra sbaglia gli stop a seguire... Il Barcellona attaccherà, serviranno contropiedisti, gente veloce, come Emanuelson. Il Milan dovrà cercare di stare attento dietro e fare gol in contropiede, un tipo di gioco per il quale ci vorrebbe il miglior Pato. Fatte le debite proporzioni, il Milan dovrebbe giocare 'da Napoli', ma non ha attaccanti che sappiano ripartire con la stessa velocità di Lavezzi, Cavani e Hamsik".
     
    Questo Barcellona è la squadra di club più forte di sempre?
    "La più forte in assoluto no, è alla pari delle più grandi di tutti i tempi, fra le quali ci sono il Real Madrid di Puskas, l'Inter di Herrera, il Milan di Sacchi e la Juventus di Platini".
     
    Berlusconi, che da ieri è presidente onorario del Milan, non è contento per il gioco espresso dalla squadra di Allegri contro i bluagrana. Ha ragione? 
    "Con tutto il rispetto per Berlusconi, io la penso in maniera completamente diversa. Giocando come avrebbe voluto lui, il Barcellona avrebbe vinto 7-2. Se hai fra le mani un coltello, non puoi pensare di giocartela ad armi pari con chi ha un fucile, devi giocare in un altro modo, come ha fatto giustamente Allegri".
     
    A proposito di allenatori: questa settimana l'Inter ha esonerato Ranieri e ha messo in panchina Stramaccioni. Cosa ne pensa?
    "Stramaccioni è giovane e bravo, ma un conto è essere bravi a livello giovanile, e un altro è esserlo con una prima squadra, specialmente poi se si tratta della prima squadra di una big del calcio mondiale come l'Inter. Io parlo avendo fatto tutta la trafila del calcio giovanile. Ho iniziato a vent'anni a fare l'allenatore e ho vinto sette campionati a livello giovanile, con squadre come la Sanfeliciana e la Flegrea. Un anno ho persino vinto due campionati, nella stessa stagione. Poi ho allenato anche in Serie A e posso dire che è una cosa completamente diversa. Specialmente se devi imporre la tua idea a una squadra che ha già la pancia piena".
     
    Cosa può fare quindi Stramaccioni nelle nove partite che ha a disposizione? 
    "Dovrà cercare di mettere in evidenza i giocatori che l'Inter ha intenzione di vendere, come Sneijder e Maicon ad esempio. Non potrà, credo, mettere in pratica la sua dottrina tecnico-tattica. Se avrebbe dovuto rifiutare? No, quello mai. Questi sono autobus che passano una sola volta nella vita. Se sarà lui l'allenatore dell'Inter nel 2012-13? Io sono per i giovani, sia chiaro, ma sarebbe un po' un salto nel buio. Non ha esperienza e l'Inter è una big, è nata per vincere ed è condannata a vincere. Non può permettersi di aspettare che uno faccia esperienza".
     
    Juventus, capitolo Del Piero. Dopo i gol al Milan e all'Inter i tifosi chiedono ad Andrea Agnelli di rinnovargli il contratto. Il presidente bianconero dovrebbe tornare sui suoi passi e ripensarci?  
    "Non sono d'accordo che ci deve ripensare. Nel senso che non ci avrebbe neanche dovuto pensare a suo tempo, a non confermarlo per la prossima stagione. Avrebbero dovuto chiamarlo e, per quello che ha dato alla Juventus, proporgli un contratto a vita, prima da giocatore fino a fine carriera (lui, chiaramente, avrebbe dovuto accettare di fare anche tanta panchina, come del resto sta facendo ora) e poi da dirigente. Del Piero è la storia della Juve, dovrebbe essere il futuro Boniperti".
     
    Chi potrà essere l'erede di Del Piero alla Juventus?
    "E' molto difficile. L'unico che poteva davvero essere il suo erede è Neymar, ma andava acquistato qualche anno fa. Ora risulta anche a me che ormai sia fatta con il Barcellona. Il Barça al momento non ha la necessità di averlo in squadra subito, e lui preferiva restare ancora un po' in Brasile. Ma presto giocherà nel Barcellona, questo è certo".
     
    Domenica il match clou sarà Juventus-Napoli, sfida che si riproporrà anche nella finale di Coppa Italia. Come vede la gara dello Juventus Stadium?
    "La Juve ci arriva in forma e sull'onda dell'entusiamo per il successo sull'Inter, il Napoli ci arriva avvelenato. La Juve ha un allenatore caratteriale, che ha saputo anche cambiare in corsa, nella stagione e anche nella singola partita, come ad esempio contro l'Inter, quando con gli ingressi di Bonucci e Del Piero ha cambiato assetto alla squadra e ha cambiato la partita. Il Napoli arriva alla Juventus Stadium avvelenato dal pareggio con il Catania, ma sulle ripartenze gli attaccanti azzurri possono essere micidiali per la difesa bianconera. Cavani, Hamsik, Pandev e soprattutto Lavezzi hanno proprio quelle caratteristiche di rapidità che la difesa della Juventus soffre, mentre va a nozze con attaccanti statici".
     
    Qual è il suo miglior ricordo di un match contro la Juventus?
    "Ricordo un 5-0 in Coppa Italia, quando allenavo il Napoli. Era la stagione 1977-78, Savoldi fece quattro gol. Ma è l'unico successo che mi ricordo, perché quella Juve degli anni '70 e '80, con Zoff, Furino e Bettega, e poi con i sei campioni del Mondo e Platini, era quasi imbattibile per le squadre che allenavo io".
     
    In questi giorni, dopo Milan-Barcellona, si parla molto del terreno di gioco (quello di San Siro): il Barcellona accusa il Milan di non averlo bagnato. Una volta una sua ex squadra, il Catanzaro, sconfisse la Juventus su un campo, si dice, allagato appositamente per mettere in difficoltà i bianconeri...
    "A volte mi viene attribuita questa cosa, ma è una leggenda. Io non c'entro, allenai il Catanzaro fra il 1974 e il 1976, mentre quell'episodio risale al 1971-72. Il Catanzaro venne accusato di aver allagato il campo per mettere in difficoltà la Juve, ma l'idea, se così è stato, fu di un altro allenatore, non la mia...".
     
    Cosa ne pensa dell'ipotesi di campo sintetico (o misto) al Meazza?
    "Iniziamo col dire che quello che è successo l'altra sera è un enigma. I giocatori del Barcellona hanno accusato il Milan di non aver bagnato il campo, ma invece io ho avuto l'impressione che il campo fosse bagnato, da come si sollevavano le zolle. E poi i giocatori tecnici, come quelli blaugrana, dovrebbero trovarsi meglio su un terreno asciutto. Un campo sintetico a San Siro? Sarebbe una bestemmia. Ma è mai possibile che, politicamente, Milan e Inter non riescano a costruirsi due stadi di proprietà a Milano, con due campi in erba come si deve?".

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