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Di Marzio racconta Londra, capitale del calciomercato: gli affari si fanno qui

Di Marzio racconta Londra, capitale del calciomercato: gli affari si fanno qui

Sì, mi trasferirei subito. Londra, amore a prima (e ultima) vista. Una città che mi affascina sempre di più, prima o poi andrò a viverci, ne parlavo l'altra sera anche con mia moglie. Per il mio lavoro, poi, oggi è diventata la capitale del calciomercato. Gli affari ormai si fanno quasi tutti qui, incontri e appuntamenti nei ristoranti e club più esclusivi della City: Hilton, Ata Hotel e Giannino capiranno. Anche molti agenti italiani fanno tappa fissa in Inghilterra, hanno aperto un ufficio di base a Londra, perché "in Italia che facciamo? Scambi e prestiti, a fatica pagano le commissioni", e allora valigia pronta e intermediazioni estero su estero, magari una mano a qualche ds italiano che ha bisogno di vendere Isla o Alvarez. 

E poi gli stadi, vogliamo parlarne? Sono stato tre giorni all'Emirates, andateci se potete anche solo per farvi un'idea di cosa voglia dire un impianto moderno, da vivere 24 ore su 24. Certo, gli inglesi sono fin troppo rigidi e noi litigheremmo ogni cinque minuti per come siamo fatti, ma forse è meglio così. Vi racconto questa: mercoledì ero in diretta su Sky per il Wyscout Forum quando parte l'invito a raggiungere l'uscita più vicina, ci mancava solo un'evacuazione. Finisco l'intervista a Cystzerpiler e mi cacciano letteralmente verso l'esterno, respiro un po' di apprensione e vengo a sapere che sarebbe stato trovato un pacco sospetto. Non l'avessi mai detto! Dopo mezz'ora, mi palesano davanti gli stati generali della comunicazione dell'Arsenal in assetto di guerra: "Chi ti ha detto della presunta bomba?", mettendomi un pochino in soggezione, lo ammetto. A parte che le fonti non si chiedono e rivelano mai, me ne esco che "è stata una mia intuizione, troppo panico nell'aria per essere una semplice procedura standard", magari li convinco. Sia mai. La versione ufficiale ("fire alarm") dev'essere riportata il prima possibile in onda, pena non so cosa, ma meglio evitare problemi va. Così, al collegamento successivo, microfono in mano e..."solo un allarme antincendio suonato all'improvviso, tutto apposto, siamo di nuovo dentro", ristabilita la (presunta?) verità. 

Nel frattempo, durante la mattinata, mi ero nuovamente girato in lungo e in largo l'Emirates, apprezzando i nuovi box personalizzati con ogni ben di Dio, i tre ristoranti con ascensori diretti dove servono dai 40 pounds per un pasto a 75mila sterline per un abbonamento annuo, finendo il tour con un caffè italiano offerto da Luca, napoletano, il direttore del Diamond. Dove mangiano i direttori dell'Arsenal, c'è la visuale migliore per la partita, e sono ricordati in una gigantografia particolarissima i movimenti perpetui di Henry durante un Arsenal-Liverpool 4-2 con tripletta del 14 più forte nella storia dei Gunners.

Per trovarne un altro? Almeno in questo, noi italiani siamo all'avanguardia, visto che a Chiavari è nato e cresce con risultati impressionanti il Wyscout. Cos'è? Una piattaforma multimediale che permette a club, allenatori, agenti di vedere quasi in tempo reale partite e giocatori di tutte le età e da ogni parte del pianeta, una figata. Con schede, dati, video, informazioni, non manca nulla di nulla. Un'enciclopedia di immagini e movimenti per scegliere e studiare il talento giusto prima di comprarlo. L'ultima innovazione è da fantascienza: un paio di occhiali per i direttori sportivi che vanno a vedersi un potenziale obiettivo in allenamento. Premono un pulsantino e tac, quello che osservano viene registrato e poi tramesso direttamente sull'app. Così puoi rivederti con calma l'intensità dell'esercizio, apprezzarne o meno capacità e impegno, per capire se il giocatore ti convince magari anche durante la settimana e non solo alla partita. Bello, eh? Non so dove arriveremo al prossimo forum e quale sarà la futura novità in cantiere, ma resto convinto che lo studio analitico del calcio, il "Big Data" sia l'essenza di un calcio moderno e organizzato. Dove forse, senza soldi ma con idee e programmazione, si può provare a colmare il gap con chi ha le risorse e le investe male. Arrivare prima, intercettare il talento. È uno dei motti - guardacaso - di Walter Sabatini, un vero talent scout. Che speriamo voglia restare ancora a lungo in Italia e non voglia andare a vivere a Londra, come me. 

Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)

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