Calciomercato.com

  • 'Dieci anni di A vissuti da... Chievo. Stupiremo ancora'

    'Dieci anni di A vissuti da... Chievo. Stupiremo ancora'

    Gli manca la sofferenza, quella che lo prenderà allo stomaco domenica, dopo l'ora di pranzo. Il "serpentone" che lo tormenta, un caffè tira l'altro, fino a quando l'arbitro fischierà. E poi ancora, una sigaretta dopo l'altra, fino a quando sarà finita. È la prima delle trentotto "domeniche di passione" di Luca Campedelli. La sofferenza per amica, ma non c'è solo quello in questo suo "sabato del villaggio". C'è l'orgoglio, di esserci, alla guida del "villaggio Chievo", dieci anni vissuti alla grande, testa alta e petto in fuori e pazienza se c'è sempre qualcosa che disturba e qualcuno che dimentica. Fa parte del gioco che magari è più bello anche per questo.


    Campedelli, da dove cominciamo?
    "Cominciamo da qui, proprio da questo. Dieci anni di A, bel traguardo, ma sbaglia chi pensa che lo viviamo come un punto d'arrivo..."

    Che fa, cambia filosofia?
    "No, per carità, noi siamo sempre quelli, ci mancherebbe. Voglio dire che per il Chievo è sempre un punto di partenza, che non ci sentiamo arrivati, né appagati. E non abbiamo perso neanche un po' la voglia di stupire".

    Non alza il profilo, dunque...
    "No, sempre profilo basso, quello giusto per noi. Se poi qualcuno ce lo fa alzare, beh, siamo capaci di alzarlo, ma non dipende da noi..."

    Da come parla, però, sembra che la salvezza vada stretta, stavolta...
    "No, per niente. La salvezza resta il nostro scudetto, saremmo pazzi a pensare ad altre cose. Questo non vuol dire, visto che me lo chiede, che sia l'unico obiettivo. Mi rendo conto anch'io che, almeno sulla carta, questa è una squadra che può essere molto competitiva..."

    Anche lei è curioso di sapere...
    "Certo. Per adesso valgono le sensazioni e quelle sono buone. E' arrivata un bel po' di gente di valore, parecchi nazionali, ragazzi giovani ma già esperti. Magari ha ragione Sartori, non abbiamo messo la cieliegina sulla torta. Ma la torta è buona, glielo assicuro".

    Le sue certezze?
    "Mi tengo stretto Pellissier e Sorrentino, Luciano e la vecchia guardia, ovviamente aspettando i nuovi. Il Chievo ne ha tante di certezze, gente che è qui non solo di passaggio e che ormai è dentro lo stile Chievo..."

    Sorrentino ha rischiato di uscire...
    "Stefano è uno dei tre portieri più forti d'Italia. Non ci sarebbe stato prezzo per lui e infatti non abbiamo mai intavolato vere trattative. Forse per qualche giorno è stato un po' condizionato dalle voci, poi ha capito ed è rimasto, felicissimo di averlo fatto. E' una delle pietre su cui è costruito il Chievo".

    E poi, non avrebbe più trovato Pioli...
    "Eh, Zamparini è fatto così. Almeno l'inizio glielo doveva concedere. Mi spiace per Pioli, anche perchè ha pagato evidentemente colpe non sue, figlie di una situazione che si è creata senza che lui c'entrasse qualcosa".

    L'estate che cosa le ha detto?
    "Mah, potremmo star qua una vita, a raccontare l'estate. Qualcosa mi ha insegnato di sicuro, ma in fondo, non mi stupisco più di niente. Ne ho viste abbastanza, per farmi prendere ancora in contropiede..."

    Allude alla questione Agsm?
    "Il discorso sarebbe molto lungo, quello che dovevo dire l'ho detto, non cambia niente nel nostro modo di essere e di vivere il calcio. Mi è stato risposto che una società privata può fare quello che vuole. Ne ho preso atto, punto e basta".

    Detto questo...
    "Detto questo, andiamo avanti con la nostra realtà, la nostra filosofia, le nostre convinzioni. E le nostre piccole o grandi soddisfazioni, che ci teniamo strette. Siamo qui da dieci anni, vorrà pur dire qualcosa, no?"

    Che cosa prova, quando ci pensa?
    "Beh, orgoglio, intanto. Non è facile, basta pensare al Veneto, che non ha molte squadre in A, o sbaglio? Il Chievo rappresenta il Veneto, in serie A e lo fa da un bel po' di tempo".

    Vi sentite un esempio per tante squadre di provincia?
    "In tanti lo dicono, "vorremmo essere come il Chievo". Anche questo fa molto piacere, ma in realtà non ci sentiamo un esempio. Penso solo che il Chievo abbia tracciato una strada, abbia indicato come percorrerla. Abbia fatto capire a tutti, che si può. Come dicevamo noi, qualche anno fa, nulla è impossibile. Il Chievo è questo".

    Presidente, l'errore che non rifarebbe?
    "Non venderei mai e poi mai Eriberto e Manfredini a Cragnotti. Quello è stato il grande errore, da lì per parecchi anni siamo stati costretti a rincorrere. Purtroppo, ero giovane, allora e non seppi difendere la società come avrei dovuto. Succedesse adesso..."

    Un pregio di Campedelli?
    "Non capisce niente di calcio".

    Un difetto?
    "Pensa di capirne, invece. Meno male che Sartori ogni tanto mi riporta con i piedi a terra..."

    Sartori, a proposito...
    "Cosa vuole che le dica... Lui è qui da 25 anni, ancora prima di me. Straordinario, come professionista e come persona. Uno che potrebbe fare il presidente del Chievo..."

    Scherza?
    "No no. Gliel'ho proposto più volte, ha sempre rifiutato...»


    Altre Notizie