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  • Dietro le quinte del calciomercato

    Dietro le quinte del calciomercato

    • Guglielmo Cannavale
    18 marzo, il calciomercato è lontano. Per fortuna. Posso godermi ancora un po’ di tranquillità, prima di ricominciare. Sono ormai tre anni che seguo il calciomercato in un modo un po’ particolare: sempre in giro, tutti i giorni a tutte le ore. Tra hotel, ristoranti e uffici, aspettando gli incontri e cercando notizie. Sempre pronto a muovermi da un posto all’altro, sempre con il cellulare in mano in attesa di una chiamata o di un messaggio. Un tipo di vita, a gennaio e in estate, che comporta delle rinunce. Anche se resta un lavoro fantastico.

    MANGIARE – Bisogna essere pronti a tutto: non ci sono orari, non ci sono programmi. Da un momento all’altro può iniziare un incontro, quindi le pause pranzo vanno limitate il più possibile. Di solito si riesce a mangiare al ristorante con altri giornalisti, agenti e direttori sportivi, è un buon modo per mantenere i contatti. Però ci sono i giorni in cui anche un panino diventa un miraggio. Quei momenti in cui un incontro si prolunga e devi rimanere ad aspettare, mi è capitato spesso di saltare il pasto. A volte, però, basta organizzarsi coi colleghi, fare i turni e mandare qualcuno in missione a prendere un panino per tutti. Una legge del calciomercato è: appena ti sposti (magari per prendere un panino), finisce l’incontro ed esce la persona che stavi aspettando.

    DORMIRE – Durante il calciomercato anche i bisogni primari possono venir meno. Gli orari del calciomercato sono strani: è più probabile trovare una notizia di notte piuttosto che la mattina presto. A volte però capita di dover star svegli fino a tardi e di doversi poi svegliare presto il giorno dopo. È comunque raro. Ricordo sveglie anche prima delle 6 per andare a Malpensa all’arrivo dei giocatori, il problema è che poi si rischiava di rimanere in giro comunque fino alla sera. Solo il caffè può salvarti. Una volta non ce l’ho fatta: sono tornato a casa due ore, ho dormito e sono tornato fuori. Mi si chiudevano gli occhi. Negli ultimissimi giorni di mercato capita quasi sempre, perché prima delle 3 non si può andare a dormire.

    TELEFONO SCARICO – Il problema: rimanendo fuori per ore e ore e usando il cellulare per chiamate e WhatsApp, si scarica e non puoi attaccarlo alla corrente. La soluzione: ricaricarlo con i caricatorini tascabili. Ne ho quattro, in giro ne porto almeno due. Non si può rischiare, perché il telefono è fondamentale anche per foto e video a fine incontri. È difficile conservarsi la carica perché si usa di continuo, quindi già da quando esco di casa la mattina e ho 100% metto la luminosità bassa e attivo il risparmio energetico, poi appena ho la possibilità lo carico collegandolo a una spina. Forse sono misure anche eccessive, perché poi a volte torno a casa senza aver neanche usato i caricatorini.

    VACANZE – A gennaio non c’è il problema delle vacanze, il mercato inizia subito dopo Capodanno. D’estate invece è molto difficile partire perché il cuore del calciomercato è Milano e gli incontri ci possono essere sempre, ma soprattutto sono gli arrivi dei giocatori che possono esserci anche nei weekend. Bisogna essere sempre a disposizione. Niente vacanze con gli amici tra giugno e agosto, non le faccio da quattro anni. Ma c’è sempre un'alternativa: fare un breve viaggio a maggio e uno a settembre, si può trovare un posto al caldo e i prezzi sono anche più bassi.

    FIDANZATA – Con un tipo di vita è molto difficile avere rapporti sociali per i mesi del calciomercato. Da escludere la conoscenza di nuove persone, è già difficile riuscire a tenersi le storie che si hanno già. È un problema comune per i giornalisti sportivi, che hanno orari diversi (fino alla sera tardi e nel weekend), ma estremizzato dal calciomercato. Di storia finita per colpa del calciomercato ne ho solo una, non ci riuscivamo mai a vedere. Ma ad alcune sessioni di mercato sono anche riuscito a sopravvivere da fidanzato.

    FREDDO – Non ci sono le mezze stagioni. Non è una frase fatta, nel calciomercato è vero. O a gennaio o d’estate, o freddissimo o caldissimo. D’inverno bisogna ricorrere a misure speciali per poter star fuori per ore ed evitare il congelamento. Io poi sono abbastanza sensibile al freddo e un spesso mi succede di gelarmi i piedi o le mani. Quest’inverno ho fatto di tutto: tre/quattro strati di cui due golfini, maglietta tecnica sotto, guanti, cappello e sciarpa, addirittura calzamaglia nei giorni in cui sapevo di dover stare più tempo ad aspettare fuori.

    CALDO – D’estate c’è il problema opposto, non so davvero scegliere se sia peggio il caldo o il freddo. Alcuni giorni d’agosto sono duri, se bisogna stare per forza ad aspettare fuori da un hotel sotto il sole. Si cerca sempre l’ombra, uscire ed entrare da un hotel per prendere aria è controproducente, lo sbalzo climatico può giocare brutti scherzi. Chiaramente non si può andare in giro in bermuda e maglietta, quindi bisogna soffrire e andare di camicia bianca. Obbligatoria una bottiglia d’acqua ogni due ore, anche un gelato può salvarti la giornata.

    DIVERBI – A volte c’è chi non gradisce. Noi facciamo il nostro lavoro, se vediamo una notizia dobbiamo riportarla e provare a immortalarla, con foto o video. Bisogna avere le prove, giustamente: la parola a volte non basta, i lettori magari non si fidano. Una foto, però, può creare dei problemi. Di solito sono tutti cordiali, ma qualche episodio di nervosismo c’è stato, non solo da parte degli operatori di mercato ma anche da parte del personale degli hotel. Soprattutto quando ci sono gli incontri “segreti” che poi non lo sono più. Sono i più emozionanti da trovare, il bello di fare questo lavoro.

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