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  • Doni:| Addio alla Roma

    Doni:| Addio alla Roma

    Sarà il giorno dell’addio. O forse quasi. Di certo, sarà una serata molto particolare, che potrebbe andare a chiudere un rapporto di sei anni. A tratti bellissimo, ultimamente sofferto.

    Da morire. Quella di stasera, in effetti, potrebbe anche essere l’ultima partita all’Olimpico di Alexander Doni in maglia giallorossa. Sampdoria, permettendo, chiaramente, visto che i doriani sono la squadra con cui la Roma chiuderà la stagione (in casa). Ma nel caso in cui i giallorossi arrivino all’ultimo respiro senza più obiettivi (leggi qualificazione alla Champions), ci potrebbe anche essere l’ipotesi di un avvicendamento in porta, con i saluti ad Alexander Doni anticipati di qualche giorno. Situazione Doni, in effetti, ha un contratto con la Roma che va in scadenza nel giugno 2012, tra più di un anno. Nulla gli vieta di restare, se non fosse che la Roma a stelle e strisce ha già deciso di affidare la porta del futuro a qualcun altro. Doni, eventualmente, potrebbe restare come secondo (considerando che Julio Sergio e Lobont sono destinati altrove), ma su quest’ipotesi pesa un altro aspetto, il feeling (del tutto) saltato con la tifoseria. Non è un mistero, del resto, che la Roma abbia già provato a piazzarlo nel mercato di riparazione e che punti ora a trovargli una sistemazione, anche per liberarsi dell’ingaggio pesantissimo (4,3 milioni di euro lordi per il prossimo anno). «Il Galatasaray? Non c’è niente di vero — ha specificato ieri Ovidio Colucci, agente del giocatore, dopo le voci dalla Turchia di un’offerta da 3 milioni di euro a stagione — Doni pensa solo ad aiutare la Roma a conquistare la qualificazione alla Champions» .

    Da San Siro - Già, e chissà che ritrovandosi stasera il Milan di fronte, Doni non trovi anche una serata speciale. Del resto, proprio all’andata, ad un passo dallo scorso Natale, ritrovò il posto in squadra dopo un tunnel lungo quasi 300 giorni. E quella sera se la Roma riuscì a tornare da Milano con un bel sorriso (1-0, gol di Borriello) fu anche grazie a lui, capace di ipnotizzare Ibrahimovic al 34’ del primo tempo in un uno contro uno a campo aperto. «Ho fatto quello che deve fare un portiere in questi casi, restare in piedi. Ma, onestamente, più che parare io, ha sbagliato lui» , disse Doni qualche giorno dopo. In effetti, fu così. E Doni, dopo aver giocato anche con la Sampdoria, tornò ai box. Fino all’arrivo di Montella, che l’ha scongelato e rilanciato. Da allora, però, Doni non è mai riuscito davvero a convincere della bontà della scelta del tecnico giallorosso. Oggi potrebbe essere l’occasione giusta, anche per lasciare un ricordo diverso nella gente della Capitale. Se poi sarà addio, pazienza. Ma almeno Doni non avrà rimpianti...  

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