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  • Inter, doppio Brozo Star

    Inter, doppio Brozo Star

    • il Nero e l'Azzurro
    Il primo sussulto statistico della stagione (sei vittorie di fila in casa: Southampton, Torino, Crotone, Fiorentina, Sparta, Genoa) ti costringe a guardare la classifica e a chiederti come mai una squadra che ne vince sei di fila in casa abbia una classifica che fa tanto cagare. Semplice: nelle ultime otto trasferte (Sparta Praga, Roma, Atalanta, Sampdoria, Southampton, Milan, Hapoel, Napoli) l’Inter ha fatto un (1) punto, e siccome quel punto è arrivato nel derby, dunque in suolo amico, si può dire che non facciamo punti lontano da San Siro dal 21 settembre, Empoli-Inter 0-2, che son tre mesi e sembrano 33.
     
    E’ un ruolino di marcia che fa molto provinciale, te lo aspetti – chessò – dal Cagliari, e invece la squadretta che fa punti in casa e fuori si scioglie siamo proprio noi. Dal 21 settembre a oggi, insomma, otto trasferte e un punto, 8 gol fatti (uno a partita, appena sufficiente) e 18 subiti (più di due a partita, disastro assoluto). Otto trasferte e due buone partite (Roma e Milan, totale un punto) più sei demmerda proprio. Otto trasferte affrontate con tre allenatori diversi (4 De Boer, 1 Vecchi, 3 Pioli) ma spesso con lo stesso atteggiamento, quello di una squadra senza palle e con molto timor panico.
     
    Praticamente sono due mesi e mezzo che andiamo avanti così, vincendo in casa e perdendo fuori, che vuol dire veleggiare a metà classifica in campionato – a meno 8 dalla Champions e meno 7 dall’Europa League nello stretto giro di 16 partite – e uscire ingloriosissimamente in coppa, in un girone normale e in cui è bastato scoprire che una squadra israeliana sapeva mettere insieme tre passaggi consecutivi per andare completamente nel pallone.
     
    Viene quasi da dare ragione alla curva, non tanto nei modi e nei tempi della contestazione, quanto nell’uso della parola culo*. L’Inter è una squadra che sembra prenderti per il * e andrebbe effettivamente presa a calci nel *. Anche Pioli non ha saputo ancora cosa fare con questo mal di trasferta, e anzi ha firmato due delle peggiori partite dell’anno (Bersabea e Napoli, tre pere/partita). E’ una squadra che dovrebbe farsi il * e invece spesso dà la sensazione opposta.
     
    Ci sono ancora due partite prima della sosta, due buone occasioni per spezzare le serie negative (a Sassuolo, alle 12.30, quanti ricordi) e continuare quello positive (Lazio prenatalizia, un anno fa fu l’apocalisse). Nel frattempo, nel sempre spossante tentativo di capirci un cazzo di qualcosa in questo campionato sincopato, segniamo nella casella “dati di fatto” che l’epurato da De Boer è diventato l’eletto di Pioli. Col Genoa un pochino di culo, rimanendo ampiamente in credito. Gabigol sta conquistando la fiducia di tutti ed è ormai pronto al ri-debutto: se a Sassuolo dovessimo come tradizione vincere 7-0, potrebbe entrare già dopo il quinto gol.

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