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  • Doppio ex Bagni a CM: 'Bivio Inter, gara dell'anno per il Napoli'

    Doppio ex Bagni a CM: 'Bivio Inter, gara dell'anno per il Napoli'

    • Gianluca Minchiotti

    Salvatore Bagni, emiliano classe 1955, ha vestito la maglia dell'Inter dal 1981 al 1984 (una Coppa Italia all'attivo) e quella del Napoli dal 1984 al 1988 (vincendo uno scudetto e una Coppa Italia). Ai microfoni di Calciomercato.com, l'ex centrocampista, attualmente commentatore televisivo per la Rai, ricorda i suoi trascorsi con i due club, anticipa i temi del match di domani sera sera al Meazza fra la squadra di Leonardo e quella di Mazzarri e, infine, getta uno sguardo al mercato delle due società.

    Iniziamo dal suo periodo interista. Che ricordo ha dell'esperienza vissuta a Milano?

    "Il periodo interista è iniziato un po' a fatica. Dalla provincia, da Perugia, sono passato all'Inter, e il salto da una squadra che faceva sì campionati fantastici, ma che rimaneva sempre una provinciale con poca pressione, all'Inter, non è stato facile. I primi mesi ho sofferto. In seguito o avuto un rapporto meraviglioso con la tifoseria e ho fatto secondo me dei campionati buoni, con un ottimo rendimento. Poi è finita come è finita, insomma. Le mie idee non collimavano con quelle di Pellegrini e ci fu l'occasione di andare a Napoli, dove c'era un allenatore come Rino Marchesi che mi stimava e che mi voleva bene. Ho preso l'occasione al volo. Il mio rapporto con l'ambiente dell'Inter comunque è stato fantastico e lo è ancora con i tifosi nerazzurri. Credo che molto dipenda anche dal modo di vivere e da quello che uno dà in campo. Se uno dà il 100% di quello che ha viene apprezzato e io credo di aver onorato le maglie con le quali ho giocato".

    Dall'Inter, il passaggio direttamente al Napoli.

    "E' stata fortuna, casualità. Io avevo ancora un contratto con l'Inter, avevo un altro anno mi sembra. Il rapporto con Pellegrini non era idilliaco, Marchesi venne a sapere di questa lite che ebbi con Pellegrini, mi chiamò e io andai di corsa al Napoli, perché Marchesi voleva dire fiducia. Era una persona per bene, e questo andava oltre al fatto che sarei andato via da una squadra che partiva sempre con l'obiettivo di vincere il campionato per andare in un'altra, il Napoli, che in quel momento lottava per non retrocedere".

    A Napoli, con Maradona, arriva lo scudetto del 1987. E' stato quello l'anno più bello sotto il Vesuvio?

    "No, io non lego mai i momenti più belli alle vittorie. Io a Napoli ho fatto quattro anni di vacanza. Dovevano essere sei, perché avevo sei anni di contratto, me ne ho fatti quattro, ripeto, di vacanza, perché nessuno chiedeva niente. Quando torno a Napoli, e vado quasi tutti i lunedì, è come se non fosse mai passato il tempo dopo vent'anni. Rimane sempre quello che tu hai dato, e rimane per tutta la vita, il che è una bella cosa. E vedere che più passa il tempo, più questo affetto si rinforza, fa piacere. Ho fatto quattro anni di vacanza perché mi sono divertito, sono stato bene, era una squadra eccezionale, formata da compagni con i quali ci si frequenta ancora. Nel mio giudizio vado oltre la vittoria sportiva, perché sarebbe troppo limitante".

    Quale match Inter-Napoli giocato a San Siro si ricorda più volentieri?

    "Mi ricordo il mio ritorno a San Siro con la maglia del Napoli. Finì 2-1 per l'Inter nel finale di partita. Mi ricordo la splendida accoglienza da parte della tifoseria dell'Inter, un ricordo fantastico. Non è facile ritornare dove si è appena giocato, e dopo il litigio con il presidente, e non essere contestato, ma, anzi applaudito. E' una cosa che mi ha riempito d'orgoglio. Con la maglia del Napoli vincevamo spesso in casa nostra contro i nerazzurri, ma a Milano non vincevamo mai".

    Quale è stato il compagno di squadra più forte che ha avuto all'Inter?

    "Direi lo 'zio' Beppe Bergomi, che è stato mio compagno di stanza. A 18 anni campione del mondo e poi vent'anni con la maglia dell'Inter. Un esempio, per la carriera che ha avuto, per quello che ha dato, per il comportamento che ha avuto. Poi in quella squadra c'erano anche Altobelli e Beccalossi, ma essere campione del mondo a 18 anni è un grande merito".

    A Napoli, invece, il il nome è scontato: Diego Armando Maradona. E il secondo più forte, chi è stato?
    "E' brutto fare classifiche, ho avuto tanti compagni bravissimi, ma direi che Careca è stato un attaccante come se ne vedono pochi. Completo, rapido, vedeva la porta. Ma lo stesso si può dire di Giordano, anche lui è stato fortissimo.

    Veniamo alla sfida di domani. Come la vede?

    "L'Inter è davanti a un bivio, non ha altri risultati al di là della vittoria. Ha ancora due gare da recuperare, ma il distacco dalla vetta è notevole. Nonostante l'entusiasmo per il Mondiale per club e per il cambio di allenatore, c'è molta pressione sull'Inter per questa gara. Il Napoli invece arriva alla sfida tranquillo e sereno per le prestazioni fatte finora, per il gioco e per la classifica. Il Napoli è consapevole di poter fare risultato, perciò è nella posizione ideale per giocarsela. L'Inter dovrà per forza impostare la partita e lo farà, e per il Napoli potrebbe diventare la gara ideale, con gli spazi giusti a disposizione per ripartire. Nonostante tutto questo, però, per il Napoli è la partita più difficile della stagione: è la prima dell'anno nuovo, contro una squadra che ha vinto il Mondiale, che ha cambiato allenatore e che ha ritrovato entusiamo. Una partita difficilissima. Se il Napoli dovesse uscire indenne da San Siro, allora potrebbe dire la sua anche per vertici altissimi in questo campionato. La gara con l'Inter e quella successiva con la Juventus potrebbero essere determinanti per la stagione del Napoli. Se fa bene si potrà anche giocare lo scudetto. Pronostico? Da doppio ex non lo faccio, lo lascio al campo".

    L'Inter ha bisogno di rinforzarsi in questa sessione di mercato?

    "Gli infortuni hanno condizionato l'Inter, ma i nerazzurri hanno una rosa così ampia che insomma... L'Inter paga soprattutto a livello mentale l'intensità eccezionale della scorsa stagione. Dopo aver vinto tutto devi ripartire e avere la stessa fame di prima, e non è facile. Un lieve calo lo puoi avere e così è stato, ma in ogni caso due obiettivi su tre finora sono stati raggiunti e penso che per Moratti aver vinto il Mondiale per club sia una grandissima soddisfazione. Se può bastare Ranocchia? Non penso che l'Inter possa fare cose eclatanti a gennaio, ma non si sa mai...".

    Per quanto riguarda il mercato del Napoli invece?

    "Gli equilibri dello spogliatoio sono fondamentali per la società, per Mazzarri, per De Laurentiis e per Bigon. Perciò, come ha detto anche il presidente, a gennaio si cercherà solo un difensore centrale mancino, che è già stato individuato. A giugno poi arriveranno sicuramente un centrocampista e una punta. Criscito? No, assolutamente no. Costa 15 milioni di euro cash, non credo che sia possibile in questo momento per una piazza come Napoli. Il Napoli cerca un centrale di piede sinistro, non un esterno di piede di sinistro, e Criscito è un esterno di piede sinistro".

    A giugno arriverà anche l'argentino Federico Fernandez. Cosa ne pensa?

    "Federico ha fatto tutto nell'ultimo semestre, dove è maturato tantissimo. E' un centrale di destra, fisico, bella falcata, abbastanza agile, mi piace molto".


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