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  • Drogba chiama la Juve: 'Voglio l'Europa'

    Drogba chiama la Juve: 'Voglio l'Europa'

    All'ivoriano mancano famiglia e calcio che conta: e l'offerta bianconera (2,5 milioni fino
    a giugno e altri 5 per l'anno dopo) è la migliore arrivata finora.

    Drogba, messaggio alla Juve: "Vorrei tornare in Europa".
    Può prenderti anche la saudade dell’Europa, se ti trovi a giocare in Cina, dentro un calcio ai limiti della noia, dopo che sei stato Re, e se ti manca la famiglia: quel che sta succedendo a Didier Drogba, 34 anni, desiderio della Juve. Sempre difficile ma non più proibito.

    Didier racconta che sta benissimo a Shanghai, ed è anche comprensibile, visto lo stipendio da dieci milioni di euro più due di bonus, ma il suo entourage spiffera altro: vorrebbe tornare in Europa. E al momento l’offerta migliore è quella della Juve: sui 2,5-3 milioni fino a giugno e altri 5 per il prossimo anno. Ha detto no, ma pare un rifiuto trattabile perché sa che mai potrà chiedere dieci milioni nel vecchio continente. Si aspetta, dunque. Tra l’altro Drogba avrebbe di nuovo voglia di calcio vero perché lusingato dall’idea dei Mondiali 2014, un gran happy end della sua carriera. Rimane un grosso problema, in ogni caso, per chiunque voglia ingaggiarlo: il buy out da pagare allo Shanghai. A meno che Drogba non riesca a liberarsi gratis, e per questo c’è una sola possibilità: la clausola che lo rende libero nel caso il club cinese lo paghi in ritardo. E pare che il suo entourage stia contando i giorni.

    Nell’attesa, stasera la Juve sfida il Milan nei quarti di Coppa Italia. Antonio Conte non rinuncerà al turnover: sette pezzi nuovi rispetto alla squadra che domenica ha perso con la Samp. Da Marrone, vice Pirlo, a Isla e Giaccherini, toccherà a loro. Magari, aspettando Drogba: difficile, molto, non impossibile.

    (Massimiliano Nerozzi - La Stampa)
     

    C’è l’apertura di Conte. Resta l’ostacolo ingaggio, che la punta dovrebbe ridursi.
    Drogba, scatto Juve.
    È la fase in cui ognuno valuta: la Juve in realtà è andata un bel po’ oltre, sa dell’esistenza di una carta liberatoria valida per il mercato europeo, che di conseguenza sgancerebbe Drogba da ogni vincolo asiatico. L’interesse per il colosso della costa d’Avorio c’è, stima naturale per un bomber che decide le finali di Champions. Anche DD valuta, o meglio ne fa una questione di valuta: lo Shanghai gli garantisce in portafoglio un corrispettivo da doppia cifra (10 milioni a stagione), perché qualcun altro lo accolga in gruppo è necessario un netto taglio al guadagno. Per dire, queste sono le cifre della proposta bianconera, sotto studio da Didier (ancora non convintissimo): 2 milioni e mezzo netti per un contratto a tempo determinato (da gennaio a giugno), cinque milioni per tutto il 2013/14, la più alta finora ricevuta.


    Conte pensiero Nel gioco delle virgolette, queste sono le ultimedichiarazioni di Conte, allenatore bianconero: «Drogba? Non ho detto bugie, facciamo le nostre valutazioni tecniche ed economiche e poi si vede cosa si può fare. Marotta, Paratici e Nedved stanno facendo il loro lavoro e poi vedremo cosa succederà. Marotta ha fatto bene a provarci. Per ora non ci sono novità, visto che il direttore non mi ha detto nulla». Vero, Conte non mente: ci vorrà un’altra decina di giorni perché i contorni dell’eventuale affare siano più chiari. Necessario che Drogba faccia un passo indietro in busta paga, possibile se insieme esplodesse il suo desiderio di rimettersi in gioco in un torneo competitivo. Desiderio che in realtà c’è già: Didier, per questioni familiari, vuole a tutti i costi tornare in Europa. Nel caso ci sarebbe poi da abbattere la muraglia cinese: lo Shanghai è stato fin qui assai generoso con il centravanti, dunque vorrebbe gestire e avere voce in capitolo in caso di una sua uscita dall’Hongkou Stadium, l’impianto del club. Detto di tutti i possibili intoppi, è evidente che la Juve resti interessatissima e in accorta attesa: il feeling va avanti da quest’estate, quando per una manciata di ore i bianconeri non riuscirono a fargli autografare il contratto juventino. Rapporto che non si è mai definitivamente interrotto, e che ora mette la Juve di nuovo vigile sulla questione, e soprattutto prona allo scatto.

    Ipotesi bis Tempo, quello indicato nei prossimi dieci giorni, in cui la Juve farà anche pensieri alternativi, il primo legato alla possibilità di avere subito Fernando Llorente dall’Athletic Bilbao. Il contratto che lo svincola dai baschi tra sei mesi dovrebbe rendere più semplice l’operazione: bugia, perché in Spagna ne fanno una questione di rigidissimo principio e non vorrebbero mollare l’attaccante di fronte all’offerta low cost di Marotta (3 milioni), preferendo perderlo a zero ma con l’orgoglio del club intatto.
    (Alessandra Gozzini - Gazzetta dello Sport)
     

    «Juve? Sì, parliamo. Ma c’è poco di concreto».
    DROGBA, IL PARERE DELL’AGENTE.
    Ventitrè giorni alla conclusione del mercato: tempo per definire l’arrivo di Didier Drogba alla Juve oggettivamente ce ne sarebbe ancora parecchio, ma da quando si è iniziato a parlare di questa vicenda di acqua sotto i ponti ne è passata molta senza che nulla di sostanziale sia avvenuto. Il nodo della questione è sempre quello economico, inutile girarci intorno. La Juve un posto per l’ivoriano lo troverebbe, ci mancherebbe. A prescindere dagli infortuni, ma oltre una certa cifra non è disposta ad andare: tre milioni per tre mesi o poco più di contratto, mica noccioline. Eppure per Drogba si tratterebbe di un ridimensionamento degli emolumenti e sul fatto che lo Shanghai Shenhua sia disposto a prestarlo certezze assolute non ce ne sono, figuriamoci gratis. Per capirne di più abbiamo interpellato Thierno Seydi, l’agente senegalese che ufficialmente cura gli interessi di Drogba. In teoria l’anello principale della lunga catena di persone che girano attorno alla gallina dalle uova d’oro.


    PICCOLI PASSI Seydi è diffidente per professione, infatti inizialmente ributta il pallone nel campo della Juve: «Parlate con i dirigenti bianconeri, sono loro che devono dirvi se Drogba interessa». Poi di fronte alla considerazione che la disponibilità bianconera è accertata, alle giuste condizioni però, qualcosa Seydi concede: «Juve, Milan, Celtic (proprio Celtic, ma potrebbe essere solo un esempio, ndr) sono tutte squadre interessanti, ma Drogba è un giocatore dello Shangai Shenhua. Contatti con la Juve ce ne sono stati, è vero, ma non c’è nulla di concreto. Se accettiamo di ridurre l’ingaggio? Drogba è un grande giocatore». Questo significa che la trattativa è problematica? Seydi non si sbilancia: «Come dicevo ci sono stati dei contatti, ma Didier in questo momento ha in testa soprattutto la Coppa d’Africa».
    (Gianni Lovato - Tuttosport)
     

    Conte: «Normale che Marotta sondi tutto».
    Sei mesi, tre milioni: Drogba ci sta pensando.
    Didier Drogba corre sul prato dello Sheikh Zayed Cricket Stadium: primi giorni di ritiro ad Abu Dhabi, primi passi verso la Coppa d'Africa in cui debutterà martedì 22 contro il Togo. Nel mezzo un'amichevole con l'Egitto e, oltre la Nazionale, una schiarita sul futuro: l'offerta della Juve (ingaggio semestrale da 3 milioni più bonus) non lo lascia indifferente, e benché aspiri a un contratto più lungo sa che che è l'unica possibilità di riabbracciare il grande calcio.


    TESORO - Il centravanti vuole riflettere bene, soppesare vantaggi e svantaggi, calcolare bene quanto andrebbe a perdere rinunciando allo Shanghai Shenhua e al tesoro del presidente Zhun Jun che l'ha sedotto con dieci milioni a stagione. Sempre ammesso che sia corretta l'interpretazione dei suoi manager sulla possibilità di rescindere unilateralmente il contratto, perché il club cinese è di avviso differente e una pretesa sul cartellino, anche minima, complicherebbe tutto.

    DISPONIBILITA' - La Juve aspetta a breve una risposta, ribadisce solo di non poter modificare l'offerta: a giugno avrà Fernando Llorente, bloccato a parametro zero, e quindi non avrebbe senso tesserare Drogba - per altro prossimo ai 35 anni - oltre questa stagione, né è tempo di rilanci economici o strappi ai tetti salariali. La Juve aspetta dopo aver indicato condizioni trasparenti, consapevole che la concorrenza è debole: il Chelsea, per adesso, non ha trasformato la nostalgia in trattativa e il Milan - nonostante le parole dell'agente Carlos Arino Bajo - è rimasto ai margini, c'era invece l'Olympique Marsiglia ma Didier ha ringraziato. La Juve aspetta, in particolare, la quadratura finanziaria, come lascia intendere l'ad Beppe Marotta confessando d'aver effettuato un sondaggio: «Abbiamo registrato la disponibilità, dopo va verificata la compatibilità economica e poi si va dall'allenatore».

    ITER - Il dirigente è uscito allo scoperto per primo, adesso - è una novità - apre Antonio Conte dopo aver espresso (finto?) meraviglia: «E' normale che il direttore sondi le situazioni su più giocatori, poi in base alle risorse economiche, alla disponibilità e alle risposte, valuta se dirmi le cose. In questo caso ha sondato, poi ha valutato che non doveva dirmi nulla. Non ha detto una bugia lui e non ho detto una bugia io, fa parte dei ruoli e del mercato si occupa la società: è inevitabile che nel momento in cui un'idea diventa fattibile, sia da un punto di vista economico che di disponibilità del giocatore, me la si propone e si fanno le necessarie valutazioni insieme con il presidente, con il direttore, con Nedved e Paratici: questo è l'iter, vedremo cosa succederà».

    ANAGRAFE - Aspetta anche Conte. Sarebbe un bel regalo. Esperienza, tecnica e abitudine al successo per una squadra che comanda in campionato e sogna la Champions League, un salto di qualità immediato a un prezzo accettabile aspettando Llorente ( «L'Athletic Bilbao è stato avvertito dell'interesse» sorride il tecnico) e nuovi investimenti offensivi: nel mirino, per la prossima stagione, quando un sacrificio economico sarà possibile, i più giovani Alexis Sanchez e Luis Suarez. Se si progetta un ciclo, d'altra parte, l'anagrafe di Didier non può essere ignorata, anche se oggi è in condizioni brillanti: garantisce anche Marcello Lippi che nella Chinese Super League l'ha avuto sempre sotto gli occhi.
    (Antonio Barillà - Corriere dello Sport)


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