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  • Due schiaffi all'Inter:|Capolavoro Juventus

    Due schiaffi all'Inter:|Capolavoro Juventus

    Poteva essere la serata dell'addio allo scudetto, o almeno a quella parte di speranze che la Juve ancora nutre di agganciare e risuperare il Milan. Conoscere il risultato dei rossoneri (che sabato avevano battuto la Roma) e non poter sbagliare nulla era la situazione peggiore in cui i bianconeri potessero affrontare l'Inter: da qui le insicurezze che ne hanno punteggiato il gioco finchè Caceres non l'ha sbloccato dopo un'ora e allora tutto è tornato più fluido.

    Dopo il 2-0 di ieri lo svantaggio dai rossoneri rimane di quattro punti, tanti ma non troppi, e comunque c'è per Conte la soddisfazione di vedere che la squadra tiene botta e l'accesso diretto alla Champions League si fa sempre più concreto. Certo, c'è ancora molto da perfezionare. Ranieri, che è un allenatore modesto quando deve creare lui il gioco ma se la cava da grande mestierante se può costruire la partita su quella degli avversari, ha messo in difficoltà la Juve per tutto il primo tempo mandando Poli in marcatura su Pirlo e portando gli interisti in pressing sul nascere dell'azione. I bianconeri con la loro badante (Pirlo appunto) assai limitata nei movimenti e nella creatività si sono persi: avrebbero potuto segnare due volte con Matri ma, senza i riflessi strepitosi di Buffon, sarebbe stata l'Inter a colpire di più con i due tiri di Milito, la deviazione di testa di Forlan, le conclusioni di Obi e Stankovic. Ecco, un limite che Conte dovrà limare: la Juve non può sentirsi perduta soltanto perchè gli avversari hanno capito come contenerla. Fermato un gioco se ne fa un altro. E' una questione di crescita che sarà affrontata nel tempo e nel mercato, cercando un «similibrahimovic» che nei momenti di difficoltà cavi da solo le castagne dal fuoco. Intanto resta la base di una manovra che quando fluisce sa essere pericolosa e esaltante, come nell'ultima mezz'ora in cui i bianconeri hanno portato l'Inter sull'orlo del tracollo. E la rete squisita di Del Piero (appoggio di Vidal, controllo e tocco morbido di Alex) ci ha messo anche la dolcezza della nostalgia.


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