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  • È arrivato Bradley:|Nasce il Chievo rock 'n' roll

    È arrivato Bradley:|Nasce il Chievo rock 'n' roll

    A spasso per Verona. Poche ore da turista, poi subito al Paradiso di Peschiera. Michael Bradley è arrivato al Chievo per scoprire l'Italia e il calcio che conta. Si piazzerà in mediana. Proverà, dice lui, a dare ritmo al cuore gialloblù.
    Le referenze sono buone. Tanto calcio internazionale, una maglia da titolare della nazionale americana.
    E in tasca anche il titolo di miglior giovane calciatore statunitense del 2007.
    Ora la serie A, il Chievo, il traguardo della salvezza e nuovi mondi da esplorare.
    Bradley, 24 anni, è arrivato a titolo definitivo dai tedeschi del Borussia Moenchengladbach. Il giocatore ha sottoscritto un contratto biennale con la società della Diga e ha scelto di indossare la maglia numero 6. Prima di arrivare in Italia ha giocato negli Stati Uniti con i New York Metro Stars.

    Poi il viaggio transoceanico che lo ha portato agli olandesi dell'Heerenveen.
    Tre anni utili per crescere e conoscere il «football» europeo. Il Borussia lo ha portato poi in Germania. Altri tre anni di prove e verifiche, fino al passaggio in prestito all'Aston Villa. Avventura corsa in Premier, poco calcio. Ma sulla sua strada c'era già il Chievo.
    Bradley, come è nata questa nuova storia con il Chievo?
    «Mi hanno cercato, si è creato subito un buon feeling con il club. L'Italia mi affascinava. Sono felice di essere arrivato. Verona mi sembra una bella città. E anche con mister Di Carlo ho avuto subito un buon impatto».
    In mezzo al campo che cosa sa fare?
    «Sono un giocatore che cerca di dare ritmo e aiuta il reparto a restare unito».
    Il Chievo è per lei un mondo completamente nuovo?
    «Ho sempre seguito alla tv la serie A. Un ottimo campionato. E del Chievo ho apprezzato il buon campionato disputato la scorsa stagione».
    Per lei è la prima volta in Italia?
    «No, si tratta di un ritorno. Ero già stato a giocare quando ero nelle giovanili dei miei primi club americani. È bello ritornarci da professionista».
    Bradley, come si fa a conquistare la serie A?
    «Duro lavoro, tanta applicazione, e la consapevolezza che la voglia di migliorarsi sempre ti può aiutare a crescere e maturare ancora molto».
    Uno dei momenti più importanti della sua carriera?
    «Nel 2007 sono stato eletto miglior giovane calciatore americano. E l'ho sempre considerato un grande onore».
    La Serie A ha già conosciuto il suo connazionale Lalas...
    «Lo so, so che io sono il terzo americano ad arrivare qui. Mi rendo conto che sarà difficile imporsi. Fin da piccolo non ho mai mancato di seguire il vostro calcio. Competitivo, stimolante. E mi sento davvero emozionato di poter misurarmi con questa nuova realtà».
    E la sua realtà?
    «Dal Mondiale '94 a oggi il nostro calcio è molto migliorato. La crescita è stata costante. E sia il nostro campionato che la stessa nazionale hanno fatto degli importanti passi in avanti, ma credo che giocare in Europa sia sempre un grosso vantaggio».
    Che stagione si aspetta?
    «Le mie aspettative sono molto importanti. Spero di poter dare tutto me stesso al Chievo, e di riuscire a disputare una stagione positiva. Il livello è alto, la competitività molto impegnativa. Ma sono convinto di avere fatto la cosa giusta scegliendo questa società come nuova tappa dello sviluppo della mia carriera».


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