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  • E Berlusconi taglia le creste e gli orecchini di De Jong

    E Berlusconi taglia le creste e gli orecchini di De Jong

    Giù le creste, e su le orecchie. Silvio Berlusconi ha passato  in rassegna le truppe con il solito tono fra lo scherzoso e il paterno, e i giocatori pare abbiano gradito. Soprattutto quelli nuovi, che non avevano
    ancora avuto mododi conoscere il presidente. De Jong ci ha rimesso un paio di orecchini, ma pazienza. Almeno lui, che è rasato, non dovrà cambiare pettinatura. A qualcuno andrà peggio.

    Il presidente, come sempre, si è addentrato anche in questioni estetiche,  consigliando frequentemente l’uso delle forbici. Ma ha soprattutto chiesto un atteggiamento  nuovo, più serioso se necessari, perché la nonchalance con la quale qualcuno ha reagito 

    ai brutti risultati non è piaciuta e non piace. Né a lui, né allo staff tecnico, né ai senatori. E con i senatori Berlusconi  si è intrattenuto a lungo. Ambrosini è considerato il jolly che può giocare dappertutto

    nei tre di centrocampo, Bonera una certezza, come Abbiati. Di Bonera piace soprattutto la  crescita sul piano della personalità: in questa stagione strana gli è stata offerta la possibilità di giocare e contare molto di più, e non se l’è lasciata scappare. 

    Progressi Per Montolivo è pronto il ruolo di leader del futuro. A Berlusconi l’ex capitano della Fiorentina, che gode  di molta stima fra i milanisti più anziani, piace per questioni tecniche e di carattere. Il presidente apprezza l’intelligenza, la parlantina corretta e l’equilibrio del nuovo arrivato italiano, che ha avuto in dote dal presidente (e in precedenza anche dall’allenatore) le chiavi del centrocampo e l’eredità

    di Pirlo. A Boateng, Berlusconi ha dedicato un bel po’ di minuti. Nonostante creste e tatuaggi,  e soprattutto nonostante il rendimento altalenante di questo periodo, Prince resta uno dei preferiti del presidente, che gli ha strappato la disponibilità  ad applicarsi nel ruolo
    di mezzala destra. Si è parlato anche di una possibilità di provarlo come centravanti. Nove vero, non falso: secondo Berlusconi,  fisico e caratteristiche per graffiare anche vicino alla  rete non gli mancano, ma bisognerà aver tempo di sperimentare e la situazione di classifica attuale non lo permette.

    Stabilità Berlusconi è sembrato molto convinto nella difesa di Allegri, sia nella chiacchierata informale avuta con i giornalisti,  sia nei colloqui con i giocatori: la squadra è dalla parte dell’allenatore, e questo ha un

    peso. Si è parlato, soprattutto con il gruppo degli italiani, della  necessità di trovare una  identità tattica, più stabilità nei moduli e negli interpreti. Il presidente vuole che sia definito un gruppo di titolari,mache
    tutti si mantengano motivati. Vorrebbe vedere il senso di appartenenza che c’era in passato. Si aspetta di più dai brasiliani,  da Pato e anche da Robinho, ancora incerto sul da farsi. Robinho è stato un altro
    dei protagonisti dei colloqui: Berlusconi gli ha chiesto di prendere una decisione riguardo al futuro. Con lui, niente discorsi su creste o brillantini. Il tempo è denaro, e se Robinho se ne andasse a gennaio i restyling sarebbero inutili. 


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