Calciomercato.com

  • Juventus a dimensione nazionale, per la Champions serve qualcosa in più

    Juventus a dimensione nazionale, per la Champions serve qualcosa in più

    • Gianluca Minchiotti

     

     
     
    La Supercoppa italiana vinta dalla Juventus sul Napoli ci ha fatto rivedere, più o meno, la stessa Juve della della stagione 2011-12. Fra gli aspetti positivi, si sono rivisti un gran possesso palla e una grinta degna del miglior Antonio Conte, fra quelli negativi, invece, vanno evidenziate: 1) una certa difficoltà a concretizzare la gran mole di gioco espressa (il 4-2 finale non è significativo, perché ottenuto con gli avversari in nove, mentre sullo 0-0 i campioni d'Italia hanno fatto fatica a finalizzare il gioco ben costruito fino al limite dell'area), e 2) un paio di sbavature di troppo in fase difensiva. 
     
    Si è rivista dunque, una Juve nazionale, da Serie A, che con i suoi pregi e difetti può candidarsi autorevolmente a difendere con successo lo scudetto conquistato a maggio.
     
    Ma in Champions League basterà una Juve così? In un girone che, per i bianconeri, si preannuncia di ferro (alle stessa stregua di quello che toccò al Napoli un anno fa), i campioni d'Italia potranno permettersi di sbagliare così tanto sotto porta? E potranno concedersi quelle leggerezze difensive che ieri sono costate i gol di Cavani e Pandev? I rischi ci sono, e sono tanti. 
     
    Ecco perché, negli ultimi diciannove giorni di mercato, la dirigenza bianconera ha il dovere di centrare quello che era stato indicato, a ragione, come l'obiettivo numero uno di questa campagna trasferimenti: un grande attaccante di spessore internazionale, capace di fare la differenza a livello europeo. Suarez è sfumato, Van Persie quasi, Cavani è irraggiungibile, Jovetic anche (e forse non è ancora quel tipo di giocatore): il basco Llorente potrebbe bastare? Chi scrive ha qualche dubbio. Sistemato l'attacco, rendendolo potenzialmente capace di sfruttare al meglio ogni occasione da gol, più di quanto avvenga finora, forse allora anche la difesa potrebbe concedersi qualche errore (fisiologico quando si gioca 'alti', sempre all'attacco), senza il rischio che questo errore possa risultare decisivo.        
     

    Altre Notizie